CARO DAGO, MA BURIONI NON È IN CONFLITTO D'INTERESSI SE DA UN LATO CHIEDE IL LOCKDOWN PARLANDO DA DUE MESI OGNI DOMENICA SULLA TV PUBBLICA, CHE GLI REGALA PUBBLICITÀ GRATIS E ZERO CONTRADDITTORIO. DALL'ALTRO PRENDE CONSULENZE DALLE AZIENDE (GUCCI, FCA, FERRARI) CHE DEVONO RIPARTIRE. PRATICAMENTE PIÙ BLOCCA E PIÙ AVRÀ CONSULENZE. MICA MALE!
-Sono sicuro che produranno cose tanto belle da farci dimenticare questo brutto periodo! Un onore per me lavorare con Gucci per superare insieme l'emergenza. https://t.co/oMaNhDhaBi
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 18, 2020
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago, mi chiedevo se il Burioni non sia in conflitto di interesse se da un lato chiede il lockdown parlando in tv e sui social e dall'altro prenda consulenze per aziende che devono ripartire; mi sembra che più blocca e più consulenze farà.. mica male !? saluti, Massimo
ECCO IL MODELLO PER RIPARTIRE: "CONTACT TRACING" E UN MEDICO H24
Alberto Giorgi per www.ilgiornale.it
Un nuovo modello Ferrari. Ma non si tratta né di una nuova vettura stradale o di una monoposto di Formula Uno targata dal "Cavallino rampante".
Niente di tutto questo. Il modello Ferrari è l'ultima proposta sanitaria e per certi versi tecnologica proposta da Roberto Burioni per ripartire contro il coronavirus
Sì, perché il noto virologo, ospite del salotto televisivo di Che tempo che fa, il programma condotto da Fabio Fazio su Rai Due, ha spiegato l'esperimento condotto con Ferrari e il Gruppo Fca nel nome del "contact tracking", per riuscire a ottenere un modello per ripartire in sicurezza nonostante la pandemia di Covid-19.
Chiacchierando con il giornalista-conduttore in studio, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in collegamento audio-video in ascolto, il virologo ha spiegato: "Con la Ferrari e il Gruppo Fca abbiamo fatto un esperimento per rimettere in pista non una monoposto, di Formula Uno, ma i lavoratori. Un modello per ripartire in totale sicurezza che prevede un'analisi accuratissima di quello che si fa in un'azienda per ridurre in ogni punto il più possibile il rischio di contagio: mascherine e distanziamento sociale e tutte le precauzioni e i dispositivi del caso…".
Dunque, Burioni ha aggiunto: "Poi, abbiamo studiato tutti i lavoratori per sapere se e chi ha contratto già l'infezione da coronavirus. Poi, un tracking per vedere chi è stato vicino a chi nel malaugurato caso in cui ci sia un soggetto malato. A quel punto deve esserci una struttura che entra in azione subito e non dopo tre giorni quando arriva il risultato del tampone: il risultato del test deve essere immediato. In questo modo si può isolare il paziente-dipendente, i suoi colleghi e i suoi familiari".
"Per questo motivo è necessario che nella struttura sia in servizio un medico reperibile ventiquattro ore su ventiquattro, perché un dipendente o un familiare di un dipendente che teme di essere stato contagiato, deve poter accedere immediatamente a un esame del tampone per verificare o meno la sua positività", ha concluso l'esperto e professore dell'Università San Raffaele di Milano. La speranza, insomma, è che questo modello aziendale e sanitaria sia efficiente ed efficace contro la pandemia di coronavirus, così da poterlo replicare in altre realtà e su larga, anzi larghissima scala, in tutto lo Stivale.