CHE COLPO AL CUORE ’STO LONG COVID – IL CORONAVIRUS LASCIA IN EREDITÀ PIÙ DI UN PROBLEMA AL SISTEMA CARDIOVASCOLARE. SECONDO UNA RICERCA DELLA WASHINGTON UNIVERSITY, CHI È STATO COLPITO DURAMENTE DAL VIRUS NEL PRIMO ANNO DOPO LA MALATTIA RISCHIA DI SUBIRE ISCHEMIE MIOCARDICHE, ARITMIE DI VARIO GRADO, PERICARDITE O MIOCARDITE – IL RUOLO DEI VACCINI E DEI FARMACI ANTI-VIRALI PER PREVENIRE…
-Estratto dell’articolo di Antonio G. Rebuzzi* per “il Messaggero”
*Professore di Cardiologia Università Cattolica, Roma
Il Coronavirus, come storicamente parecchie pandemie, ha portato in eredità patologie post-acuzie che si sono prolungate nel tempo. Il Long Covid consiste in una serie di malattie a lungo termine che seguono la fase acuta dell'infezione respiratoria e che possono coinvolgere numerosi apparati tra cui, non ultimo, quello cardiovascolare.
In un recente numero dell'European Heart Journal, Ziyad Al-Aly del Clinical Epidemiological Center della Washington University di Saint Louis (USA) ha pubblicato un articolo sull'impatto del Long Covid nei soggetti che hanno avuto l'infezione acuta. Si stima che attualmente Long Covid colpisca almeno 65 milioni di persone nel mondo.
Il cuore è sicuramente coinvolto nella patologia del Long Covid con complicazioni quali l'ischemia miocardica acuta o cronica, aritmie di vario grado e pericolosità, disautonomia (con possibile tachicardia al passaggio da una posizione supina a quella eretta), ed inoltre eventi tromboembolici o anche infiammatori quali la pericardite o la miocardite.
Il rischio di tali patologie si può prolungare durante il primo anno post Covid, specialmente nei soggetti in cui l'infezione virale è stata severa o in quelli con precedenti patologie croniche come diabete, obesità, malattie renali ecc.
Come prevenire o curare il Long Covid? Il ruolo della vaccinazione è fondamentale. Infatti è stato abbondantemente dimostrato che essa risulta decisiva nel ridurre il rischio del Long Covid. Vi sono però notevoli differenze, tra i vari studi, sulla percentuale di tale riduzione che può andare dal 15% al 50% ma che non elimina mai del tutto il rischio e le complicanze del Long Covid.
C'è una chiara evidenza che, oltre alla vaccinazione, l'utilizzo dei farmaci antivirali durante la fase acuta dell'infezione da Covid-19, può ridurre in maniera significativa l'insorgenza del Long-Covid e di tutte le patologie ad esso correlate.
Anche in questo caso le percentuali di riduzione variano a seconda degli studi e dei farmaci. Per quanto riguarda comunque le complicazioni cardiovascolari, in particolare cardiopatia ischemica o aritmie, si è constatata una riduzione del 26%- 29% con l'utilizzo di vari farmaci antivirali. Per quanto riguarda comunque le complicazioni cardiovascolari, in particolare cardiopatia ischemica o aritmie, si è constatata una riduzione del 26%- 29% con l'utilizzo di vari farmaci antivirali.
Da notare però che, nonostante il progresso registrato nella comprensione dell'epidemiologia e della fisiopatologia alla base del Long Covid, ed anche del come poterlo prevenire, attualmente non abbiamo ancora una cura specifica, per cui le varie patologie, ed in particolare quelle cardiovascolari, vanno comunque trattate come se non fossero una sequela del Covid. [...]