LA CINA CI STA APPESTANDO DI NUOVO! - METÀ DEI VIAGGIATORI IN ARRIVO DALLA CINA È POSITIVA - I TAMPONI OBBLIGATORI PER CHI ARRIVA DAL DRAGONE SONO INUTILI, VISTO CHE MOLTI ARRIVANO IN ITALIA DOPO AVER FATTO SCALO ALTROVE - L’IMMUNOLOGA ANTONELLA VIOLA: “LA CINA HA SBAGLIATO TUTTO O QUASI. IN QUESTI ANNI NON SOLO NON È STATA IN GRADO DI VACCINARE UN NUMERO ADEGUATO DI CITTADINI, MA NON HA NEANCHE LAVORATO PER GARANTIRSI FARMACI E ATTREZZATURE OSPEDALIERE NECESSARI. ORA IL VIRUS È STATO IMPROVVISAMENTE LASCIATO LIBERO DI DIFFONDERSI E QUESTA NUOVA ONDATA DI CONTAGI POTREBBE AVERE CONSEGUENZE BEN OLTRE IL CONFINE CINESE”
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Estratto dell’articolo di Antonio Bravetti per “la Stampa”
Test rapido anti Covid per tutti i passeggeri in arrivo in Italia dalla Cina. E quelli che risulteranno positivi saranno messi in quarantena. Troppi i casi registrati in estremo Oriente, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha deciso ieri il tampone antigenico per chi entra nel nostro Paese con un volo proveniente da uno scalo cinese. Non solo: il governo di Giorgia Meloni chiederà «ai partner europei di fare lo stesso». […] Intanto, Pechino chiede a Roma di non esagerare, ma di reagire con «misure appropriate». […]
La realtà dice che i numeri registrati negli scali italiani destano più di qualche timore. A Malpensa il 26 dicembre sono stati testati i passeggeri di due voli. «Sul primo - ha spiegato l'assessore al Welfare di regione Lombardia Guido Bertolaso - su 92 passeggeri sono 35 i positivi (il 38%). Nel secondo, su 120 passeggeri 62 (il 52%) sono positivi». Ieri mattina anche l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, aveva annunciato una misura simile per Roma Fiumicino.
Subito dopo il ministero della Salute ha esteso il provvedimento a tutta Italia: «Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici covid obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura - ha spiegato in una nota il ministro Schillaci - si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l'individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana».
Roma prova quindi a reagire con un'ordinanza alla nuova ondata di covid che sembra montare dalla Cina. In serata, dopo il Cdm, è Schillaci a spiegare l'approccio del governo.
Intanto, niente panico: «Noi siamo molto tranquilli e speriamo che le varianti siano già presenti sul territorio nazionale e questo sarebbe un dato molto confortante». Il primo passo sono i tamponi e le eventuali quarantene: «Questo aumento di incidenza in Cina è legato al fatto che dopo un lungo periodo di lockdown c'è stato un improvviso allentamento delle misure.
Oltretutto i vaccini cinesi evidentemente sono stati poco efficaci, quindi pensiamo che ci sia un grande numero di contagi in Cina. I dati delle autorità cinesi oggi non sono pubblicati, quindi per maggiore sicurezza siamo i primi in Europa e faremo questo tipo di attività». […]
2 - SENZA MISURE EUROPEE IMPOSSIBILE ARGINARE I CONTAGI
Antonella Viola per “la Stampa”
Per molto tempo, la Cina ha tenuto sotto controllo la pandemia attraverso regole severe, spesso disumane e certamente inaccettabili per la maggior parte dei cittadini occidentali. Le restrizioni, i tamponi di massa, gli isolamenti forzati e il lockdown prolungato hanno consentito al Paese di mantenere molto bassa la circolazione virale, al punto da spingere il governo a puntare ad un assurdo obiettivo, quello dello "zero-Covid", così definito a indicare la volontà di rendere la Cina inaccessibile a un virus che, invece, non conosce frontiere. I lunghi anni di restrizioni hanno però logorato la popolazione, isolato il Paese e messo a dura prova ampi settori dell'economia.
Dopo quasi tre anni di questa gestione, sulla spinta delle sempre più frequenti e pressanti proteste, a dicembre il governo cinese ha però drasticamente cambiato rotta: eliminate le restrizioni, i tamponi e persino il conteggio di positivi e decessi. E questa scelta irresponsabile sta causando un'ondata di contagi che spaventa tutto il mondo.
La Cina, infatti, ha sbagliato tutto o quasi. Nella gestione di una pandemia come quella che abbiamo vissuto esistono diverse fasi. All'inizio, in assenza di vaccini o farmaci, l'unica possibilità per tutelare la salute pubblica consiste nel puntare sulle misure di contenimento del contagio, più o meno come hanno fatto tutti i Paesi colpiti.
Ma poi, con i vaccini disponibili, è necessario cambiare strategia e coinvolgere la popolazione in quella che deve diventare una campagna di vaccinazione di massa. E, una volta messa al sicuro la popolazione grazie ai vaccini, allentare gradualmente le misure restrittive, per sperare di tornare finalmente alla normalità.
In questi anni però la Cina non solo non è stata in grado di vaccinare un numero adeguato di cittadini, lasciando senza protezione gran parte della popolazione fragile, ma non ha neanche lavorato per garantirsi quei farmaci o quelle attrezzature ospedaliere che in questo momento sarebbero necessari. Se a questo si somma il fatto che la Cina ha utilizzato solo i suoi vaccini scarsamente efficienti, rifiutando quelli migliori di Pfizer e Moderna basati sulla tecnologia a mRNA, il quadro è completo: il virus è stato improvvisamente lasciato libero di diffondersi in una popolazione scarsamente vaccinata. E, ovviamente, sta contagiando milioni di persone al giorno.
La Cina è quindi in ginocchio, nonostante il governo cerchi di nascondere la situazione drammatica, ma questa nuova ondata di contagi, con questi numeri così incredibili, potrebbe avere conseguenze ben oltre il confine cinese.
Il virus, lasciato circolare a questa velocità, continuerà a mutare e in assenza di un serrato monitoraggio delle varianti, il mondo rischia di ritrovarsi nuovamente travolto da un virus cambiato, che non è più riconosciuto dagli anticorpi generati dai vaccini o dalle infezioni precedenti. La scelta di effettuare tamponi a chi arriva dalla Cina in aereo è dunque giusta ma non sarà sufficiente a bloccare le eventuali nuove varianti.
Troppe persone sfuggono al tampone perché arrivano con voli che fanno scalo in città europee e, soprattutto, abbiamo imparato che le misure prese da un solo Paese servono a poco: serve, invece, un'azione europea immediata e decisa per evitare che lo scenario peggiore possa diventare reale. Purtroppo, la pandemia non è finita.