DAJE, IL VACCINO FUNZIONA! - IL REPORT DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’: “TRE MALATI SU QUATTRO ORA SONO ASINTOMATICI” - A 35 GIORNI DALLA PRIMA INIEZIONE, MORTALITÀ E RICOVERI QUASI AZZERATI - DOPO LE FARMACIE, AL VIA ANCHE LE VACCINAZIONI IN AZIENDA E PRESSO I MEDICI DI FAMIGLIA E I PEDIATRI - PREOCCUPA LA DIFFIDENZA DEL PERSONALE SANITARIO. SONO VENTIMILA I SANITARI PIEMONTESI CHE NON SI SONO ANCORA VACCINATI CONTRO IL COVID…
-Francesca Angeli per “il Giornale”
I vaccini si confermano l' arma giusta per vincere il virus. Nell' ultimo Report dell' Istituto Superiore di Sanità si ribadisce che l' impatto delle vaccinazioni, «è estremamente significativo». Come spiega il presidente Iss, Silvio Brusaferro. «I 3/4 di chi contrae il virus è asintomatico, si registra un crollo dei casi grazie alle vaccinazioni parallelamente al crollo delle ospedalizzazioni, degli ingressi in terapia intensiva e della mortalità».
Già con la prima dose a circa 35 giorni dalla somministrazione la mortalità scende vicino allo zero come anche il tasso di ammissioni in terapia intensiva. Un risultato che si raggiunge con tutti i tipi di vaccino e in tutte le fasce di età in modo analogo.
E per gli esperti quando la copertura vaccinale sarà sufficiente si potrà anche accantonare la mascherina.
La profilassi è una protezione necessaria prima di tutto per le categorie più fragili che infatti restano l' obiettivo prioritario della campagna vaccinale che segue una doppia strategia: da un lato si procede in modo massiccio allargando le fasce d' età dall' altro si rende più capillare la rete.
Dopo le farmacia hanno preso il via anche le vaccinazioni in azienda e presso i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta coinvolti per somministrare la profilassi nella fascia d' età 12/15 anni dopo il via libera dell' Aifa. E sono già tanti i vaccinati nella fascia 12/19 che comprende quindi anche i maturandi. Su una platea di circa 4milioni 600mila persone ha già ricevuto la prima dose il 3,4 %, quasi 160mila ragazzi.
La struttura commissariale sottolinea i risultati raggiunti nell' ultimo Report. Più di 4 milioni di dosi consegnate in una settimana e somministrate al 91 per cento: la macchina ha ingranato e la media delle inoculazini nelle 24 ore è mezzo milione. Cresce la protezione delle fasce vulnerabili: più 10,2 % di vaccinazione completata per 60/69 anni; più 3,8 per 70/79. Raggiunto il 61,02% di somministrazioni per cento abitanti.
Resta da chiarire la questione dei vaccini in vacanza. Nessuna chiusura da parte del commissario all' emergenza, Francesco Paolo Figliuolo che però ha indicato alle regioni un' altra strada: rendere flessibili le date dei richiami attraverso l' attivazione di un numero verde o di una procedura specifica on line.
«La vaccinazione in vacanza è una cosa complicata ma siamo pronti a farla. Cerchiamo di andare incontro ai nostri concittadini cambiando la prenotazione della seconda dose: per ora tramite il call center ma da fine mese anche online» assicura il presidente della Lombardia, Attilio Fontana che annuncia il via libera alla profilassi nelle aziende.
«Da lunedì le imprese della regione avranno la possibilità di procedere in questa direzione. La prima a partire il 7 giugno sarà Unipol che allestirà a Milano il primo hub vaccinale in azienda della Lombardia. Seguiranno nei giorni successivi Pirelli, Mediaset ed Amazon. Nel Lazio dal 10 giugno sarà possibile prenotare online la vaccinazione dal medico di famiglia.
Il commissario all' emergenza però non intende perdere di vista gli obiettivi prioritari andando a scovare i «renitenti» al vaccino che nelle fascia d' età 60/69 anni sono ancora un 30 per cento attraverso la chiamata attiva affiancata dalla vaccinazione attiva per i fragili che devono essere raggiunti a domicilio.
Con 20 milioni di dosi attese in giugno dovrebbe quindi essere possibile «la spallata» al virus auspicata dal generale. Il direttore generale dell' Aifa, Nicola Magrini ipotizza comunque che sarà necessario vaccinarsi anche il prossimo anno soprattutto per difendersi dalle varianti.
Desta preoccupazione la diffidenza del personale sanitario. Sono ventimila i sanitari piemontesi che non si sono ancora vaccinati contro il Covid. Non si tratta sempre di no vax a volte sono timorosi ma se si rifiutano rischiano la sospensione dal servizio o il licenziamento.