FERMI TUTTI: NELLA DIFFUSIONE DEL COVID IN VAL SERIANA HA AVUTO UNA PARTE IMPORTANTE LA PRESENZA DEI GENI CHE RISALGONO ALL'UOMO DI NEANDERTHAL – LA SCOPERTA È DELL’ISTITUTO MARIO NEGRI CHE HA INDAGATO SU COME LA GENETICA ABBIA INFLUITO NELLA MALATTIA - GIUSEPPE REMUZZI: “TRE DEI SEI GENI CHE SI ASSOCIANO AL RISCHIO DI AMMALARSI IN MODO GRAVE SONO ARRIVATI ALLA POPOLAZIONE MODERNA DAI NEANDERTHAL, IN PARTICOLARE DAL…”
Estratto dell'articolo di Federico Fumagalli e Fabio Paravisi per www.corriere.it
Nella diffusione del Covid in Val Seriana hanno avuto una parte importante la presenza dei geni che risalgono all'Uomo di Neanderthal. Lo dice una ricerca che l’Istituto Mario Negri ha presentato oggi nel corso di un convegno ospitato dal Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
Si tratta di Origin, un articolato studio di popolazione che negli ultimi due anni ha visto i ricercatori del Mario Negri impegnati nell'analisi della relazione fra i fattori genetici e la gravità della malattia COVID-19 nella provincia di Bergamo, epicentro della pandemia. Lo studio, pubblicato sulla rivista iScience, dimostra che una certa regione del genoma umano si associava in modo significativo col rischio di ammalarsi di Covid-19 e di ammalarsi in forma grave nei residenti in quelle aree più colpite dalla pandemia.
“La cosa sensazionale – commenta Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri - è che 3 dei 6 geni che si associano a questo rischio sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal, in particolare dal genoma di Vindija che risale a 50 mila anni fa ed è stato trovato in Croazia. Una volta forse proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, adesso però causa un eccesso di risposta immune che non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa. Le vittime del cromosoma di Neanderthal nel mondo sono forse 1 milione e potrebbero essere proprio quelle che, in assenza di altre cause, muoiono per una predisposizione genetica”.
Lo studio ha coinvolto l’intera comunità e hanno aderito 9.733 persone di Bergamo e provincia che hanno compilato un questionario sulla loro storia clinica e familiare riferita al Covid-19. Il 92% dei partecipanti che avevano avuto Covid-19 si era infettato prima di maggio 2020. Tra questi, 12 persone avevano avuto sintomi già a novembre-dicembre 2019.
All’interno di questo ampio campione sono state selezionate 1.200 persone - tutte nate a Bergamo e provincia - divise in tre gruppi omogenei per caratteristiche e fattori di rischio: 400 che hanno avuto una forma grave della malattia, 400 che hanno contratto il virus in forma lieve e 400 che non l’hanno contratto.
Le persone che avevano avuto Covid-19 severo avevano più frequentemente parenti di primo grado morti a causa del virus rispetto ai partecipanti con Covid-19 lieve o che non si erano infettati. Questo dato evidenzia un contributo della genetica alla gravità della malattia.
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