FERMI TUTTI: È GUARITO “IL PAZIENTE INGLESE” – ADAM CASTILLEJO È LA SECONDA PERSONA AL MONDO COMPLETAMENTE GUARITA DALL’HIV: “VOGLIO ESSERE UN AMBASCIATORE DI SPERANZA” – LA SUA IDENTITÀ FINORA ERA SCONOSCIUTA, MA HA DECISO DI RIVELARLA NEL PIENO DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS: “SONO IN UNA POSIZIONE UNICA PER INFONDERE UN MESSAGGIO DI SPERANZA AL MONDO…”

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Enrico Franceschini per www.repubblica.it

 

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“Voglio essere un ambasciatore di speranza”. Ha scelto il momento giusto per dirlo, Adam Castillejo, 40 anni, nato in Venezuela ma residente da due decenni a Londra, anche per questo diventato noto come “il paziente inglese”: è la seconda persona al mondo completamente guarita dall’Hiv, il virus che, se non viene trattato, causa l’Aids. Nessuno conosceva finora la sua vera identità: adesso ha deciso di rivelarla, in un’intervista al New York Times.

 

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“Credo di trovarmi in una posizione unica per infondere un messaggio di speranza al mondo”, afferma. Quando scoprì di avere contratto l’Hiv aveva soltanto 23 anni e la notizia fu per lui come una sentenza: “Un’esperienza terrificante, un trauma difficile da superare. Fortunatamente, grazie alle cure farmacologiche, ho potuto vivere in maniera relativamente tranquilla".

 

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Nel 2013, per curare un linfoma al quarto stadio, Adam ha subito un trapianto di midollo osseo da un donatore che aveva una particolare mutazione genetica, grazie alla quale aveva sviluppato una specie di immunità all’Hiv. Da allora si è sottoposto a una serie di trattamenti a base di farmaci antiretrovirali. L’ultimo ciclo risale all’ottobre 2017. Ora, trascorso un anno e mezzo, i medici gli hanno annunciato la sua totale guarigione dall’Hiv.

 

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Il primo caso di guarigione risale a 13 anni or sono e riguardava Timothy Ray Brown, fino a quel momento identificato come “il paziente di Berlino”. Da oggi a portare la buona novella che dai virus si può guarire, anche dai più temibili e tenaci, c’è pure “il paziente di Londra”. Una testimonianza che giunge nel giorno giusto, in un mondo ferito e spaventato dal coronavirus.

l'articolo del new york times su adam castillejo
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