FINE VIRUS MAI – QUEST’ANNO LA STAGIONE DELL’INFLUENZA NON SEMBRA ESAURIRSI PIÙ: STANDO ALL'ULTIMO BOLLETTINO DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, DALL'AUTUNNO SCORSO GLI ITALIANI MESSI A LETTO DALL'INFLUENZA HANNO TOCCATO LA CIFRA RECORD DI 13 MILIONI – È IL NUMERO PIÙ ALTO DI SEMPRE SENZA CONTARE CHE A SORPRENDERE È ANCHE LA DURATA: L’INFLUENZA CI FARÀ COMPAGNIA FINO ALLA FINE DI APRILE. E POTREBBE NON ESSERE UN'ANNATA ISOLATA...
-Estratto dell’articolo di Maria Rita Montebelli per “Il Messaggero”
Gli esperti, purtroppo spesso inascoltati, ci avevano avvertito: la stagione dei virus respiratori quest'anno sarà lunga, anzi lunghissima, e interesserà un gran numero di italiani. Fino alla fine di aprile. Previsioni azzeccatissime visto che stando all'ultimo bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità gli italiani messi a letto dall'influenza o dai virus delle sindromi simili-influenzali dall'autunno hanno toccato la cifra record di 13 milioni (dei quali oltre 300 mila solo nella settimana a cavallo tra fine marzo e inizio aprile).
Si tratta del numero più alto di sempre, da quando, 23 anni fa, è stato istituito il sistema di sorveglianza epidemiologica InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanità. Per avere un termine di paragone, nella stagione 2017-2018 c'erano stati 8,7 milioni di allettati. A sorprendere è anche la durata della stagione 2022-23.
L'ANOMALIA Siamo ad aprile inoltrato e ancora si contano nuovi casi tra influenza e sindromi similari, per la precisione 5,1 ogni mille adulti e 15,4 casi per mille bambini, anche se negli ultimi giorni si sta registrando una chiara flessione dei nuovi casi. Se l'influenza è un grande classico natalizio insomma, a Pasqua (e oltre) rappresenta un'anomalia bella e buona.
[…] Insomma, una stagione ad esordio precoce, ma anche duratura visto che la discesa è lentissima e questa coda fuori stagione sembra non esaurirsi mai. Gli esperti prevedono che ci saranno nuovi casi di influenza fino a fine aprile, insomma fino ai ponti di primavera. E potrebbe non trattarsi di un'eccezione.
«É necessario monitorare la situazione afferma Massimo Andreoni, Direttore scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali per capire se ci troviamo di fronte ad un unicum o se l'attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente. Durante la pandemia il tasso di tutte le infezioni respiratorie si è ridotto grazie alle misure di contenimento anti-coronavirus. Ma questo ha ridotto anche la circolazione di altri virus, lasciando la popolazione sguarnita, soprattutto quella più giovane e non vaccinata, nei confronti degli altri virus».
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