IL FUMO UCCIDE (GLI ALTRI) - GLI ADULTI ESPOSTI AL FUMO PASSIVO HANNO UN RISCHIO AUMENTATO DEL 23–30% DI SVILUPPARE UNA MALATTIA CARDIOVASCOLARE: “IL FUMO, ANCHE PASSIVO, RIDUCE LA QUANTITA' DI OSSIGENO CHE ARRIVA AL CUORE, AUMENTA LA PRESSIONE SANGUIGNA E LA FREQUENZA DEI BATTITI CARDIACI, DANNEGGIA LA PARTE INTERNA DEI VASI SANGUIGNI, FAVORISCE GLI SPASMI DELLE ARTERIE, ACCRESCE LA PROBABILITA' DI SVILUPPARE PLACCHE OSTRUTTIVE E...”
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Duecentottanta per cento. Di tanto aumenta il rischio d’infarto per chi fuma, stando ai dati dello studio Interheart condotto in 52 paesi. Come se non bastasse, nei fumatori cresce il rischio che proprio un infarto o un ictus, anche fatali, siano la prima manifestazione della sofferenza cardiovascolare e, per chi fuma, trattamenti necessari a ridare sangue e ossigeno al cuore – come un by-pass o un’angioplastica – vengono effettuati mediamente prima rispetto alla popolazione generale.
Ma attenzione: anche per chi si trova a inspirare, suo malgrado, gli effluvi della sigaretta, la situazione non e rosea. E magari questo fattore si unisce all’inquinamento ambientale: ma se il fumo passivo e quello che viene inspirato involontariamente dalle persone a contatto con i fumatori, il fumo ambientale e una miscela di gas e di particolato che viene emanata in gran parte dal fumatore quando espira e, in misura inferiore,
dalle sigarette accese.
«Nonostante le politiche messe in atto per la lotta al fumo, una parte importante della popolazione ancora sottovaluta i rischi del fumo passivo», conferma Anna Apostolo, cardiologa del Diparti- mento di Cardiologia critica e riabilitativa del Centro cardiologico Monzino Irccs di Milano: «Pensate solo che, secondo i dati Doxa del 2019, il 20% dei non fumatori e quattro fumatori su dieci consentono agli ospiti di fumare nel proprio ambiente domestico».
Eppure, le cifre relative agli effetti di questo inquinamento indoor sono davvero preoccupanti. Secondo le stime dell’Oms, oltre la meta dei decessi dovuti al fumo passivo avviene per infarto e diversi studi hanno dimostrato che gli adulti esposti al fumo passivo hanno un rischio aumentato del 23–30% di sviluppare una malattia cardiovascolare.
«Il fumo, anche passivo, favorisce le malattie cardiovascolari con diversi meccanismi: riduce la quantita di ossigeno che arriva al cuore, aumenta la pressione sanguigna e la frequenza dei battiti cardiaci, danneggia la parte interna dei vasi sanguigni, favorisce gli spasmi delle arterie, accresce la probabilita di sviluppare placche ostruttive e trombi nei vasi aumentando la possibilita di avere infarto o ictus. Inoltre, e dimostrato che il fumo di tabacco lascia residui rilevabili nell’ambiente anche per ore, su superfici e materiali di vario tipo, come mobili, tende, tappeti e vestiti», aggiunge la cardiologa.
C’e, infatti, un altro aspetto che non va sottovalutato: il fumo di sigaretta tende a rimanere pervicacemente nell’ambiente domestico. Analizzando la polvere presente nelle case di fumatori si trovano tracce di sostanze cancerogene derivate dal fumo e primi studi (condotti su animali) hanno mostrato un effetto nocivo anche di questa esposizione, per cui bisognerebbe proibire il fumo in tutti gli ambienti chiusi.
Ovviamente, gli effetti di questo fattore di rischio sottovalutato ma presente sono piu significativi per le persone che gia soffrono di patologie cardiovascolari, per chi ha la pressione o il colesterolo alto, il diabete, e in sovrappeso o e nella terza eta. Ma e un problema anche per i piu piccoli.
«In bambini e adolescenti sono evidenti i danni a carico dell’apparato respiratorio, ma abbiamo visto anche un rischio aumentato di morte improvvisa dei lattanti», conclude l’esperta. E, come se non bastasse, uno studio su Circulation ha osservato in un campione di adulti cresciuti con genitori fumatori un rischio doppio di sviluppare placche carotidee, che possono por- tare a gravi conseguenze come trombi e ictus. Anche l’esposizione al fumo delle sigarette elettroniche determina un assorbimento di nicotina e altre sostanze tossiche pari a quello delle sigarette normali, aumentando cosi ugual- mente il rischio di malattie cardiovascolari.