“BASTA CON I COMPORTAMENTI PARANOICI” - L’IMMUNOLOGO LE FOCHE: “IL VIRUS C'È MA È SBAGLIATO VEDERE IL PERICOLO OVUNQUE. VEDO PERSONE CHE QUANDO INCROCIANO UN ALTRO ESSERE UMANO TRATTENGONO IL RESPIRO E GUARDANO A TERRA. BISOGNA REAGIRE ALTRIMENTI ENTRIAMO IN UN CONTESTO NEGATIVO DAL QUALE SARÀ DIFFICILE USCIRE. SO DI GENTE CHE NON METTE IL NASO FUORI DI CASA PER PAURA - LA MASCHERINA? NON C'È MOTIVO DI INDOSSARLA SOTTO L'OMBRELLONE”
-Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Gente che in strada cambia marciapiede per non incrociare il passante o che al parco, pur indossando la mascherina, si scosta di metri per non entrare nello spazio di chi fa la sua corsetta, in assenza di affollamento. Sono comportamenti paranoici da abolire, secondo Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico universitario Umberto I. Che invita a mantenere la ragionevolezza, non solo le distanze, «altrimenti non recupereremo la normalità, la vita sociale è fondamentale per l'uomo quindi dobbiamo tornare a viverla».
Che cosa intende?
«È come se avessimo spento un incendio, restano piccoli focolai e disponiamo di secchi con l'acqua per intervenire. La situazione ora la vedo tranquilla, andrà sempre meglio nelle prossime settimane e nei prossimi mesi se manteniamo precauzioni razionali in certi ambienti chiusi e affollati».
E all'aperto?
«L'Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che dovremmo indossare la mascherina in caso di affollamenti, quando non è possibile mantenere le distanze interpersonali. Quindi certi comportamenti non hanno senso. Attenzione a non aver paura di fantasmi, come succede in una celebre commedia di Eduardo».
Il fantasma sarebbe il virus?
«Il virus c'è ma è sbagliato vedere il pericolo ovunque. Vedo persone che quando incrociano un altro essere umano trattengono il respiro e guardano a terra. Una paranoia. Bisogna reagire altrimenti entriamo in un contesto negativo dal quale sarà difficile uscire. So di gente che non mette il naso fuori di casa per paura».
Provi a convincere i paranoici.
«Disponiamo di mezzi sofisticati per reagire, lo abbiamo visto. Da qui in avanti ne avremo sempre di più. Tucidide, raccontando la peste nera ad Atene nel 430 a.C. scrisse di vedere l'umanità smarrita. Ora non ha senso avere smarrimento. Il post Covid non va vissuto così».
Vacanze in serenità?
«Potendo mantenere le distanze io partirei sereno. Sulla spiaggia lettini e ombrelloni sono organizzati in sicurezza. Non c'è motivo di indossare la mascherina tranne quando andiamo al bar dello stabilimento e sono presenti molte persone».
E in palestra?
«Attenzione a non essere fobici. Se la palestra è indoor allora riduciamo il tempo di allenamento, 40 minuti anziché un'ora piena».
Stanno per riaprire cinema e teatri.
«Torniamoci, appartengono alla cultura ludica. Certo, dimentichiamo per sempre la calca del pubblico. Non ho dubbi che cinema e teatri siano stati organizzati in modo sicuro e non vedo perché negare a noi stessi il piacere di frequentarli. Non c'è vita senza cultura. Non sono questi gli ambienti dove temere il contagio. Sono state prese misure sufficienti a garantire di assistere senza patemi a un film o a una commedia».
C'è vita senza divertimento?
«No. Ci sarà il sistema di riammettere gli spettatori negli stadi magari dimezzando il numero di posti a sedere. Le partite a porte chiuse non hanno gusto. Ci sono contesti dove è più semplice assicurare il distanziamento. Come appassionato di calcio ho visto diversi impianti in Gran Bretagna dove le condizioni sono migliori delle nostre in quanto hanno avuto il problema di separare strutturalmente le tifoserie aggressive»
Baci e abbracci?
«È ancora presto, teniamoli in sospeso ancora un po'. L'uomo è predisposto alla socializzazione, non può vivere da eremita. Quando verrà il momento li riprenderemo. Non credo che il mondo sia cambiato per sempre».