“A NATALE AVREMO IL PICCO CON 30 MILA CONTAGI AL GIORNO. POI DIPENDERÀ DA NOI…” - IL FISICO GIORGIO SESTILI: “POTREMMO RIMANERE A LUNGO IN UN PLATEAU , UNA FASE STAZIONARIA. OPPURE COMINCIARE A SCENDERE CON UNA VELOCITÀ VARIABILE. DIPENDE DALLE VACCINAZIONI E DALLE MISURE CHE VERRANNO PRESE: INSERIRE LE REGIONI IN ZONA GIALLA VUOL DIRE METTERLE IN SICUREZZA. L'EFFETTO DEI VACCINI SI VEDE ANALIZZANDO L'IMPATTO SUGLI OSPEDALI: RISPETTO A UN ANNO FA A PARITÀ DI CASI DI POSITIVITÀ, IL TASSO DI OSPEDALIZZAZIONE NELLE TERAPIE INTENSIVE È DI 6-7 VOLTE INFERIORE…”
-Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
«Siamo ancora nella fase della crescita dei contagi, dell'espansione dell'epidemia. Questa crescita però sta rallentando, settimana dopo settimana».
Giorgio Sestili, quindi? Lei è un fisico che fa divulgazione scientifica e sta seguendo i dati dell'epidemia del Covid: di quanto sta rallentando la crescita?
«Basta vedere i dati. Un mese fa da una settimana all'altra c'era una crescita del 50%. Poi siamo passati a un aumento del 25%, arrivando agli ultimi sette giorni del 13%».
E adesso cosa ci aspetta?
«Stiamo raggiungendo il picco dei contagi, a Natale, circa 30 mila».
E dopo? I contagi inizieranno a scendere?
«Dipende. Potremmo rimanere a lungo in un plateau , una fase stazionaria. Oppure cominciare a scendere con una velocità variabile».
Variabile in base a che cosa?
«Prima di tutto dall'andamento delle vaccinazioni: nell'ultima settimana sono state somministrate 3 milioni di terze dosi, al ritmo di quasi 500 mila al giorno. È stata correlata a questo la diminuzione della crescita dei casi di positività».
Poi da cosa altro dipende?
«Dalle misure che verranno prese: inserire le regioni nelle zone gialle vuol dire metterle in sicurezza. Sono importanti le misure di contenimento. Comunque l'effetto dei vaccini si vede ancora meglio andando ad analizzare l'impatto che hanno avuto sugli ospedali».
Cosa si vede con questa analisi?
«Che rispetto a un anno fa a parità di casi di positività, il tasso di ospedalizzazione nelle terapie intensive è di 6-7 volte inferiore. E non solo».
Cosa altro?
«Prendendo ad esempio un mese campione (15 ottobre- 14 novembre) dai dati dell'Istituto superiore di sanità: il rapporto tra i ricoverati in terapia intensiva vaccinati e i non vaccinati era di 1 a 4 (132 contro 546). Lo stesso rapporto del numero dei decessi (197 tra i vaccinati, 515 tra i non vaccinati)».
Cosa ci può dire dell'evoluzione della curva delle terapie intensive?
«Nell'ultima settimana sono aumentate del 15%, in misura decisamente inferiore rispetto alle settimane precedenti. Dunque la curva si è ingobbita parecchio».
Tradotto?
«Per le terapie intensive raggiungeremo il picco nel giro di pochi giorni. Lo stesso si può dire per l'evoluzione della curva dei decessi che nell'ultima settimana sono aumentati del 10%, anche qui in misura molto minore rispetto all settimane precedenti».
Pure nel caso dei decessi la curva si è ingobbita?
«Si, dunque anche per questa curva in pochi giorni raggiungeremo il picco, verso l'inizio della prossima settimana».
E anche qui, come nel caso dei contagi, la discesa del numero dei letti occupati in terapia intensiva e di quello dei decessi dipenderà da alcune variabili?
«Sì, sarà decisamente correlata alle vaccinazioni. Vorrei essere ottimista».
In base a cosa?
«Nelle ultime settimane il numero delle prime dosi è aumentato del 20% ( più 230 mila), ovvero quasi un milione nell'ultimo mese. Vuol dire che tra i non vaccinati sta cambiando qualcosa. Non era scontato. In particolare si stanno vaccinando tanto tra i 19 e i 29 anni. A breve, poi, cominceranno anche le vaccinazioni dei bambini. Continuando con questo ritmo potremmo passare un inverno tranquillo, con un'epidemia sotto controllo».
Previsioni a breve termine? Detto tutto questo: dobbiamo temere i cambi di colore tra le regioni?
«Posso dire che nel prossimo mese nessuna regione andrà in zona arancione o rossa».