DAL LOCKDOWN AL BREAKDOWN - QUASI 40 MILIONI DI DISOCCUPATI NEGLI USA, A UN LIVELLO CHE NON SI VEDEVA DALLA GRANDE DEPRESSIONE. MILIONI DI PERSONE NON HANNO PAGATO LE RATE DELL'AUTO O IL CONTO DELLA CARTA DI CREDITO - GLI STATI INIZIANO A RIAPRIRE, ULTIMO SARÀ NEW YORK A GIUGNO INOLTRATO - TRUMP: ''INSIEME ABBIAMO COSTRUITO LA PIÙ GRANDE ECONOMIA DELLA STORIA, LO FAREMO ANCORA, MOLTO MEGLIO DI PRIMA''. OPPURE ADDIO CASA BIANCA...
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Valeria Robecco per “il Giornale”
Oltre 38,6 milioni di americani senza lavoro in nove settimane. Continua ad aggravarsi la catastrofe economica causata dal coronavirus negli Stati Uniti, dove la scorsa settimana altre 2,4 milioni di persone hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione. Sebbene si tratti del numero più basso dal 15 marzo, la situazione rimane a tinte fosche: tutti i posti di lavoro creati nell' ultimo decennio sono stati spazzati via, e la disoccupazione ha raggiunto livelli mai registrati dalla Grande Depressione. «Insieme abbiamo costruito la più grande economia della storia, lo faremo ancora, molto meglio di prima», ha assicurato su Twitter il presidente Donald Trump.
Nel frattempo però, come riporta il Wall Street Journal citando i dati della società di rendicontazione TransUnion, milioni di americani sono indietro con i pagamenti della carta di credito e le rate dell' auto. In particolare, nel mese di aprile, sono state registrate 15 milioni di carte di credito nei programmi per «difficoltà finanziarie», dove vengono interrotti temporaneamente i pagamenti, una percentuale che rappresenta il 3% di quelle tracciate dalla società.
Lo stesso è avvenuto per 3 milioni di persone che non hanno pagato le rate dell' auto (pari a circa il 3,5% di quelle monitorate). Intanto, l' America inizia gradualmente a riemergere dal blocco causato dalla pandemia, con tutti e 50 gli stati che hanno cominciato a riaprire, almeno in parte, dopo oltre due mesi di lockdown.
L' allentamento delle restrizioni sta avvenendo a macchia di leopardo, e tra gli stati con le misure più restrittive ancora in vigore c' e' quello di New York, nonostante decessi, casi e ricoveri siano tutti in calo costante: il governatore Andrew Cuomo ha stabilito sette parametri da rispettare nelle diverse regioni dell' Empire State per la ripartenza, e nella Grande Mela, ad esempio, si prevede che nulla riaprirà sino a giugno inoltrato.
Trump, da parte sua, ieri si è recato in visita in uno stabilimento della Ford a Rawsonville, in Michigan, che durante l' emergenza è stato riconvertito per la produzione di respiratori. Terry Bowman, dipendente che solitamente produce pompe dell' olio per trasmissioni dei camion nello stabilimento di Ypsilanti Township e ora sta lavorando al progetto, ha detto: «Non potrei essere più orgoglioso dei miei colleghi, avrebbero potuto rimanere a casa e invece hanno deciso volontariamente di lavorare a questo piano nel mezzo della pandemia».
Prima della visita, l' attorney general dello Stato, la democratica Dana Nessel, ha chiesto al presidente in una lettera aperta di indossare la mascherina protettiva nel suo tour in azienda, minacciando che altrimenti in futuro gli verrà chiesto di non tornare in alcun impianto locale. «Chiunque recentemente sia stato potenzialmente esposto, compreso il presidente degli Stati Uniti - ha scritto - ha la responsabilità non solo legale, ma anche sociale e morale di prendere ragionevoli precauzioni per prevenire la diffusione del Covid-19».
Nel frattempo, uno studio della Columbia University citato dal New York Times ha rivelato che se gli Usa avessero iniziato ad imporre le misure di distanziamento sociale e il lockdown con una settimana di anticipo, a marzo, sarebbero morte 36mila persone in meno per il virus. Se le medesime misure fossero iniziate due settimane prima, le vite salvate sarebbero state circa 54mila. «È una grande differenza - ha spiegato l' epidemiologo della Columbia Jeffrey Shaman, che ha guidato la ricerca - Un piccolo lasso di tempo in quella fase sarebbe stato cruciale nel ridurre il numero dei decessi». Trump ha bollato la ricerca come «una mossa politica».