PIÙ TAMPONI PER TUTTI! – FINALMENTE IL GOVERNO ITALIANO HA CAPITO CHE L’UNICO MODO PER GOVERNARE LA PANDEMIA È FARE TEST A TAPPETO! CRISANTI: “IL MINISTRO D’INCÀ E IL SOTTOSEGRETARIO SILERI MI HANNO CHIESTO DI STUDIARE UN PIANO NAZIONALE DI SORVEGLIANZA E QUADRUPLICARE IL NUMERO DI TAMPONI, ARRIVANDO A 300MILA AL GIORNO…”

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ANDREA CRISANTI

 

 

 

Da www.ilmessaggero.it

 

Uno studio per un "piano nazionale di sorveglianza" sul Coronavirus, per quadruplicare il numero di tamponi, da 75-90.000 a 300.000 al giorno, è stato chiesto dal ministero della Salute al microbiologo Andrea Crisanti, considerato il 'padrè del progetto dei tamponi di massa realizzato dalla Regione in Veneto.

 

PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Lo rende noto lo stesso Crisanti, sul "Corriere del Veneto". Il progetto, viene riportato, sarebbe al vaglio del ministero e del Cts da alcuni giorni. Prevede una spesa iniziale di 40 mln, più 1,5 mln al giorno per la gestione. «Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D'Incà e il sottosegretario Sileri - spiega Crisanti - che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata di contagi. Ho dato il mio contributo di idee e loro mi hanno sollecitato a mettere tutto nero su bianco».

 

Crisanti: casi di oggi diversi dal passato

I dati quotidiani sul Coronavirus «non possono essere interpretati: i casi di oggi non hanno nulla a che vedere, dal punto di vista numerico, con quelli del passato. Ecco perché non si può dire nulla e non si possono commentare».

TAMPONI A FIUMICINO

 

Lo ha affermato stasera a Vicenza l'immunologo Andrea Crisanti. Anche nel rapporto tra decessi, nuovi casi di contagi e i quasi 100 mila tamponi, per Crisanti «non si può fare nessun paragone, sono cose completamente diverse.

FEDERICO D'INCA' GIUSEPPE CONTE

 

Adesso - ha poi aggiunto - intercettiamo tantissime persone che stanno bene e tantissimi asintomatici. Prima gli asintomatici nemmeno 'esistevanò e a malapena si faceva il test a quelli che stavano per morire». Crisanti ha infine tracciato un'analisi complessiva a livello nazionale ed internazionale: «I dati ci dicono - ha concluso - che tutti i Paesi che hanno riaperto subito tutto hanno innescato un aumento della trasmissione molto precoce. Da parte sua l'Italia si è invece differenziata e le regioni che hanno riaperto prima stanno registrando più casi delle altre».

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