PUCCIOSI O PULCIOSI? – CANI E GATTI SONO TANTO CARINI E COMPAGNONI, MA POSSONO TRASFORMARE LA VOSTRA VITA IN UN INFERNO SE SIETE ALLERGICI: NASO CHE COLA, PELLE CHE PIZZICA E PERFINO ASMA – PER RISOLVERE IL PROBLEMA CI SONO VARI ACCORGIMENTI: L’ULTIMO? UNA PAPPA SPECIALE CHE LI RENDE MENO “ALLERGENICI” - VIDEO
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Elena Meli per “Salute - Corriere della Sera”
Micio è un batuffolo di pelo con un' aria tutt' altro che minacciosa. Figurarsi Fido, che vi guarda con i suoi occhioni buoni. E invece entrambi possono diventare un pericolo: per chi è allergico al pelo del gatto o del cane, la compagnia del cucciolo può diventare un inferno fatto di starnuti e naso che cola, pelle che pizzica, occhi arrossati e lacrimosi, a volte perfino asma con tanto di difficoltà a respirare.
Come risolvere il problema senza per forza doversi separare da un amato animale domestico è stato il tema di un simposio durante l' ultimo Pediatric Allergy and Asthma Meeting dell' European Academy of Allergy and Clinical Immunology (Eaaci), a Firenze: perché siamo tutti d' accordo che il metodo migliore per non avere guai, se ci si accorge di essere allergici, sia dare in adozione il cane o il gatto di casa ma, come sottolinea Antonella Muraro, allergologa dell' università di Padova e già presidente Eaaci, «ben poche famiglie acconsentono, inoltre avere un animale regala tali benefici per la salute (si veda l' articolo accanto, ndr ) che è giusto fare il possibile per non separarsene».
Anche per questo hanno suscitato parecchio interesse i dati presentati da James Wedner, allergologo di St. Louis in Missouri negli Stati Uniti, che dimostrano come si potrebbe riuscire a rendere il gatto meno allergenico con una «pappa speciale»: si tratta di uno studio pilota, ma se i dati fossero confermati sarebbe una bella notizia per gli amanti dei felini che non possono tenerne uno. «Wedner ha utilizzato un anticorpo monoclonale che si lega agli antigeni allergizzanti presenti nella saliva del gatto e che l' animale si "spalma" addosso leccandosi, rendendo il pelo problematico per chi è sensibilizzato», spiega Muraro.
«L' anticorpo, messo nel mangime, si lega all' allergene e porta a liberarne progressivamente di meno già nell' arco di una settimana, consentendo a chi è allergico di tenere l' animale senza conseguenze. Il cibo modificato si è dimostrato sicuro per i gatti, l' effetto di riduzione sulla quantità di allergene è evidente e nei pazienti adulti si osserva una riduzione dei sintomi: i dati vanno confermati e non ci sono prove sui bambini, ma certamente è una strada che vale la pena approfondire».
In attesa del mangime che rende il gatto anallergico, che fare se si scopre che qualcuno in famiglia ha sviluppato l' allergia? «Gatto e cane devono essere lavati spesso, una o due volte a settimana, per ridurre la percentuale di allergeni in giro per casa», risponde Muraro. «Poi, è bene evitare che gli animali stiano in camera da letto ed è opportuno pulire le stanze con aspirapolvere dotati di buoni filtri ad alta efficienza (gli HEPA raccomandati anche per le persone allergiche alla polvere, ndr ); purtroppo gli allergeni dei gatti sono molto più "appiccicosi" di quelli dei cani e si possono ritrovare nell' ambiente dov' è stato l' animale addirittura dieci anni dopo che se n' è andato, per cui l' igiene deve essere profonda e capillare».
Possono aiutare anche i purificatori d' aria ed è utile eliminare cuscini o altri oggetti che raccolgono gli allergeni diventandone una riserva; nel caso del gatto, poi, si possono provare specifiche lozioni topiche da applicare sul pelo. Chi va a casa di un allergico al pelo di animale e ne ha uno, inoltre, dovrebbe cambiarsi gli abiti che sono stati a contatto con cani o gatti per non incrementare la dose di allergeni nell' ambiente; a scuola per lo stesso motivo è utile tenere gli attaccapanni fuori dall' aula. Non esistono invece i gatti o i cani ipoallergenici: anche quelli geneticamente modificati non hanno dimostrato vantaggi.
«Attenzione, non basta però prendere una sola misura di prevenzione, occorre seguirle tutte per ridurre al minimo i fastidi», puntualizza Muraro. «Per casi molto selezionati si può pensare all' immunoterapia: non ci sono ancora molti studi ma può essere utile, se viene eseguita da mani esperte ed è associata a tutte le modalità per ridurre l' esposizione al pelo animale.
Viene proposta in caso di sintomi di rinite molto forti e se non c' è asma o un asma lieve e ben controllato; si fa per via sottocutanea e sul gatto c' è già qualche dato, che mostra come sia possibile tenere l' animale una volta raggiunta una stabilizzazione nella risposta. Sui cani le sperimentazioni sono meno numerose, ma del resto è anche più semplice ridurre l' esposizione tenendo l' animale all' esterno». La brutta notizia? Le allergie al pelo di gatto o cane col tempo non passano. «E possono comparire anche da adulti: in genere i sintomi si manifestano in età scolare, anche se negli ultimi anni c' è una tendenza all' anticipo della comparsa intorno ai quattro, cinque anni. Ma, soprattutto se c' è una discreta esposizione agli animali, il problema può emergere pure quando si è più avanti negli anni», conclude l' allergologa.