"HO FIDUCIA TOTALE NEL VACCINO, SI PUÒ PERDERE LA VITA ANCHE CON UN'ASPIRINA" - IL VIROLOGO DEL GEMELLI, ROBERTO CAUDA: "I RARISSIMI CASI DI TROMBOSI RISCONTRATI FINORA SONO EVENTI MOLTO IMPROBABILI, RIGUARDANO POCHE PERSONE OGNI VENTI MILIONI E COMUNQUE SI MANIFESTANO DAL QUARTO AL 14ESIMO GIORNO SUCCESSIVO ALL'INOCULAZIONE. NON ESISTE FARMACO AL MONDO CHE NON PRESENTI POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI"
-Daniela Uva per "il Giornale"
«Gli effetti collaterali avversi del vaccino AstraZeneca?
Solo talmente rari che è stato impossibile scoprirli finché non sono state immunizzate milioni di persone». Per questo il virologo del policlinico Gemelli, Roberto Cauda, invita a mantenere la calma e a fidarsi delle agenzie regolatorie come Ema e Aifa.
AstraZeneca è di nuovo sotto accusa, dobbiamo preoccuparci?
«I rarissimi casi di trombosi riscontrati finora sono eventi molto improbabili. E infatti il fenomeno è rimasto sommerso finché le inoculazioni hanno riguardato solo decine di migliaia di casi. Adesso, con milioni di persone trattate, è stato possibile osservarli in pochissime circostanze».
Fino a qualche settimana fa AstraZeneca era raccomandato al di sotto dei 60 anni, adesso lo è per gli over 65. Perché questo cambio?
«All' inizio si è pensato di non usarlo sui soggetti più anziani perché la sperimentazione si era concentrata sui giovani. É stata una precauzione. Poi la platea è stata allargata anche agli over 65. Ora arriva un possibile cambio di passo perché i rari effetti collaterali hanno riguardato soprattutto donne giovani. Tutto questo non poteva essere previsto».
Cosa succede allora per i tantissimi giovani già vaccinati con AstraZeneca?
«Chi ha già avuto la prima dose non deve assolutamente preoccuparsi. Gli effetti collaterali sono veramente molto rari, riguardano poche persone ogni venti milioni e comunque si manifestano dal quarto al 14esimo giorno successivo all' inoculazione».
Perché queste trombosi colpiscono sotto una certa età?
«Il meccanismo osservato finora porta all'auto produzione di anticorpi che colpiscono le proprie piastrine del sangue. Questo può portare a una trombosi con riduzione delle piastrine. É un fenomeno rarissimo, che in alcuni casi può coinvolgere anche i malati di Covid. Questo fa pensare a una correlazione con il virus».
Perché le donne giovani?
«In generale i problemi di auto immunità riguardano il sesso femminile più che quello maschile. L'età è collegata a una maggiore vivacità del sistema immunitario che quindi reagisce in modo avverso contro le piastrine».
Si tratta comunque dell'ennesimo pasticcio su AstraZeneca...
«Il fenomeno va chiarito assolutamente e senza fare confusione. É cruciale una comunicazione corretta, per non ingenerare paura nei cittadini. Ema valuta in base ai dati, se c' è una correlazione fra queste rare trombosi e il vaccino occorrerà stabilire dei protocolli di trattamento».
Cosa succede invece agli anziani vaccinati finora con Pfizer e Moderna?
«Anche loro non devono assolutamente preoccuparsi, questi farmaci vanno benissimo. Ciò che adesso dobbiamo tenere sotto osservazione sono le varianti diverse da quella inglese, come per esempio la giapponese che viene studiata proprio in questi giorni».
Perché siamo di nuovo a questo punto, con AstraZeneca messa in discussione?
«Non esiste farmaco al mondo che non presenti possibili effetti collaterali. Si può perdere la vita anche assumendo una banale aspirina».
Il rischio però è di una nuova psicosi...
«In Italia il via libera ad AstraZeneca per gli over 65 è stato dato settimane fa. Ci sono molte persone già vaccinate con questo prodotto in ogni fascia di età. Bisogna avere fiducia negli enti regolatori. A patto che la comunicazione sia efficace e coerente».
La campagna vaccinale rischia altri rallentamenti?
«A renderla complicata è più che altro la mancanza di dosi. L' Ue ha puntato molto su AstraZeneca, se Ema dovesse raccomandare di usarlo solo per gli over 60 queste categorie potranno immunizzarsi più velocemente. Ci sono regioni troppo indietro sul fronte anziani».