"I NUOVI CONTAGI RIGUARDANO SOPRATTUTTO LA MINORANZA DI NON VACCINATI. SONO LORO LA CAUSA DEL RITORNO DELLA PANDEMIA" - ANDREA GORI IL PRIMARIO AL POLICLINICO DI MILANO: "OTTO RICOVERATI SU DIECI NON SONO VACCINATI, VEDREI BENE IL LOCKDOWN SOLO PER LORO - I VACCINATI CHE ARRIVANO IN OSPEDALE DI SOLITO SOFFRONO GIÀ DI PROBLEMATICHE IMPORTANTI, COME TRAPIANTI O TUMORI, E IL CONTAGIO LI COMPROMETTE…"
-Francesco Rigatelli per "la Stampa"
«Se la situazione continuasse a peggiorare non vedrei sfavorevolmente il lockdown dei non vaccinati». Andrea Gori, professore ordinario di Malattie infettive all'Università Statale e primario al Policlinico di Milano, prende in considerazione anche per l'Italia la proposta degli anestesisti tedeschi di far partecipare solo vaccinati e guariti alla vita pubblica in Germania. Ieri ci sono stati 10.172 contagi e 72 morti.
Cosa significa?
«La ripresa del contagio è costante e da una settimana si nota chiaramente. Si tratta di un fenomeno internazionale, che da noi va meglio grazie all'alto numero di vaccinati. Il problema sono i non vaccinati».
Loro dicono: inutile vaccinarsi, tanto i contagi crescono lo stesso...
«I contagi riguardano soprattutto la minoranza di non vaccinati, dunque è esattamente il contrario. Sono loro la causa del ritorno della pandemia».
In ospedale com' è la situazione?
«Per ora la pressione è modesta e l'aumento dei ricoveri pure. Non penso che ad andare a Natale ci sarà un'impennata nelle terapie intensive, ma nei reparti internistici come il mio sì».
Chi sono i ricoverati?
«Per l'80 per cento sono non vaccinati, che rischiano molto. I vaccinati che arrivano in ospedale di solito soffrono già di problematiche importanti, come trapianti o tumori, e il contagio li compromette».
E chi sono i morti?
«Soprattutto anziani e fragili, spesso non vaccinati».
Ha ragione Ricciardi a dire che il tampone antigenico è il tallone d'Achille del Green Pass?
«È meno sensibile del molecolare, che sarebbe meglio per evidenziare gli infetti. Come debba funzionare il Green Pass però è una decisione politica».
Quanto dovrebbe durare il certificato?
«I dati dicono che dopo 6-8 mesi l'immunità tende a scendere, anche se dipende dall'età e dalle persone, per cui la durata dovrebbe essere quella».
Con la terza dose l'immunità durerà più a lungo?
«Possiamo sperarlo e con altri vaccini è così».
È in corso di valutazione il vaccino a proteine Novavax. Che novità porterà?
«Sarà un'arma in più con una tecnologia diversa, anche se non credo che chi non si è vaccinato finora lo vedrà diversamente da Pfizer e Moderna. I vaccini attuali sono già ottimi e per questo bisogna cercare di convincere più persone possibile a usarli».
E le nuove cure?
«Arriveranno antivirali orali che, se usati precocemente, interromperanno la progressione della malattia e abbatteranno la contagiosità dei positivi, ma non saranno alternativi ai vaccini. Non contrarre per nulla il virus è meglio di qualsiasi terapia».
C'è un'emergenza dei pronto soccorso?
«Lavorare in pandemia è complesso, le procedure si allungano e serve più personale. Sono quasi due anni che, salvo qualche mese, viviamo in emergenza, con ritmi alti e bisogno continuo di fondi».