SE PER IL VACCINO CI VORRÀ DEL TEMPO, PER UN FARMACO ANCORA DI PIÙ - MAGRINI (AIFA): "SERVONO ALMENO DUE ANNI PER UNA CURA ANTI-COVID. CI SONO DEI RISULTATI PROMETTENTI SU ANTICORPI MONOCLONALI - IL VIRUS È BRUTTO MA NON BRUTTISSIMO: SARS E MERS AVEVANO UNA MORTALITÀ MOLTO PIÙ ELEVATA. SE I CONTAGIATI SONO 10 VOLTE DI PIÙ DI QUELLI RILEVATI, È UN BUON SEGNO - BISOGNERÀ STARE A CASA ALMENO ALTRE 2-3 SETTIMANE"
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da Circo Massimo - Radio Capital
I numeri italiani del coronavirus indicano un cambio di rotta. Ma questa svolta c'è davvero? "Se per svolta intendiamo un cambiamento di direzione, è evidente", risponde Nicola Magrini, direttore generale dell'AIFA, a Circo Massimo, su Radio Capital, "Sicuramente non siamo fuori dalla crisi emergenziale che ha sconvolto i nostri ospedali, però i numeri parlano chiaro, e parlano di una decrescita dei nuovi casi. Questo è di fondamentale importanza, perché riflette i modelli e i grafici che, forse, se fossero stati un po' più spiegati e condivisi avremmo evitato di parlare di andamento esponenziale per diverse settimane. Quindi, buoni dati".
Ranieri Guerra, direttore vicario dell'OMS, ha parlato proprio a Circo Massimo di un possibile picco entro la fine della settimana, un'ipotesi che trova d'accordo Magrini: "Lo condivido, e sicuramente si riferiva al picco complessivo dei ricoverati. Ma il numero dei nuovi casi, che è ancora più importante e che determina i ricoverati, è in calo da quattro giorni. Le azioni precoci prese da questo governo con un certo coraggio, perché all'inizio eravamo tutti presi in contropiede, sono state di fondamentale importanza. Ma", avverte, "non bisogna mollare, bisogna restare a casa almeno altre 2-3 settimane così come stiamo".
Si parla della sperimentazione del primo farmaco anti-Covid ma, spiega il direttore dell'agenzia del farmaco, "il processo di scoperta e validazione di un farmaco è lungo, almeno di un paio d'anni. Pensiamo al nuovo monoclonale scoperto dagli olandesi di cui si parlava la settimana scorsa: loro non inizieranno la sperimentazione sull'uomo prima di un anno e i dati definitivi non ci saranno prima di 24-28 mesi. Di sperimentazioni in atto di farmaci già noti ce ne sono diverse.
E forse il farmaco su cui si è puntato di più l'attenzione, in particolare in Italia, sono questi anticorpi monoclonali che da qualche giorno hanno visto trattare diverse centinaia di pazienti con risultati promettenti, vedremo di confermarli nell'arco di tre settimane". Anticorpi su cui, sottolinea Magrini, "abbiamo già approvato quattro studi. Ieri sono stati approvati altri due studi, altri due sono in valutazione oggi. Sono stati avviati nel più rapido tempo possibile: quello che prima era un mese o due, oggi è un giorno o due".
Il farmaco anti-Covid di cui si parla oggi, però, è diverso da quello per l'artrite reumatoide sperimentato a Napoli: "Sono due cose non confrontabili", dire il direttore dell'AIFA, "quello di cui si parla oggi è molto lontano dall'arrivare, e direi che non è nemmeno il caso di affrontarlo nel dettaglio; l'altro farmaco era già noto per la sicurezza e il profilo complessivo in un'altra patologia".
Magrini definisce il coronavirus "un brutto virus ma non bruttissimo, perché Sars e Mers avevano una mortalità molto più elevata. Questo è più grave, come profilo, dell'influenza stagionale, ma non è il virus del terrore che si vede in alcune trasmissioni, che lo profilano con audio da fine del mondo e immagini in bianco e nero". Il capo della Protezione civile ha parlato di un numero dei contagiati 10 volte più alto del noto, dato che per il direttore dell'agenzia del farmaco "è rassicurante, vuol dire che i ricoverati sono la punta di un iceberg". E i tamponi di massa? "A mio avviso hanno più una valenza di ricerca. L'idea che abbiano un uso terapeutico, salvo per coloro che hanno sintomi... per me non è necessario".
C'è difficoltà di reperire altri farmaci? "Ci stiamo lavorando. Per alcuni farmaci fondamentali, come alcuni anestetici, ci stiamo lavorando. Non è vero che c'è stata una carenza a livello ospedaliero di ossigeno o insulina, per l'ossigeno domiciliare in alcuni posti sì, perché viene prodotto localmente e c'è stata grande richiesta. Per i farmaci prescritti dai medici di base o acquistati individualmente dai cittadini in via preventiva, è vero, sono carenti. Per alcuni abbiamo ricevuto una donazione, per altri libereremo la possibilità ai medici di base di prescriverli, però su alcuni farmaci serve cautela: i farmaci cosiddetti antimalarici, la clorochina, hanno alcuni rischi, e non piccoli, che vedrebbero considerata con cautela la loro prescrizione di massa. L'idea", conclude Magrini, "che ci siano trattamenti preventivi da fare con così pochi dati va vista con cautela".