SECCHEZZA DEL FAUCI - ''IL VIRUS RESTA FORTE, NEGLI USA È FUORI CONTROLLO. TRUMP MI HA MESSO DA PARTE? DOPO HA CAPITO L’ERRORE'' - IL VIROLOGO-IN-CHIEF: ''L’OMS È UN ISTITUTO IMPERFETTO E CON MOLTI PUNTI DEBOLI. HA BISOGNO DI PROFONDI MIGLIORAMENTI. TUTTAVIA RESTA UN’ORGANIZZAZIONE IMPORTANTE, DI CUI IL MONDO HA BISOGNO''
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Giuseppe Sarcina per il ''Corriere della Sera''
Pericoloso illudersi: «La pandemia globale è ancora all’inizio». Il virus «è sempre forte» e non ce ne liberemo fino a quando non arriverà il vaccino, «probabilmente tra fine 2020 e inizio 2021». Anthony Fauci, 79 anni, è di nuovo in prima linea. Nelle ultime settimane il virologo della task force anti-Covid-19 era stato messo da parte da Donald Trump. «Ma forse ha capito che non era una buona idea». In questa intervista telefonica, Fauci parla anche di Italia e di Europa: «Le frontiere potrebbero riaprire presto». Infine difende l’Organizzazione mondiale per la Sanità: «Ha tanti difetti, ma è necessaria».
Dottor Fauci, la pandemia è ancora molto forte negli Stati Uniti e altrove. Che cosa ci dobbiamo aspettare a livello mondiale nei prossimi mesi?
«A meno che tutti i diversi Paesi non adottino misure di contenimento, dobbiamo aspettarci una diffusione del contagio ancora più vasta. Negli Stati Uniti abbiamo un problema, perché la nostra epidemia non è sotto controllo. Stiamo osservando grandi focolai in Brasile, in Sud Africa e ora in Asia. In definitiva siamo soltanto all’inizio della pandemia globale che, molto probabilmente, peggiorerà ulteriormente, prima di migliorare».
Il virus è meno letale?
«Non sono in grado di dare una risposta precisa. E credo non ce l’abbia nessuno. Probabilmente stiamo curando in modo più efficace i pazienti, anche con terapie che non avevamo prima. In questa fase il nostro sistema sanitario non è più travolto, come è successo nel Nord Italia proprio all’inizio dell’epidemia. E, infine, negli Stati Uniti vediamo che ci sono più giovani tra i contagiati rispetto a quanto accadeva un paio di mesi fa».
In Italia è in corso un acceso dibattito tra gli scienziati. C’è chi sostiene che il Covid-19 si sia indebolito e chi, invece, ritiene sia ancora forte e pericoloso. La sua opinione?
«Non c’è proprio alcuna prova che il virus stia diventando più debole. Questo è certo. Immagino che sia solo un auspicio sostenere il contrario. Il Coronavirus è destinato a restare con noi per un tempo considerevole, fino a quando non avremo adottato misure molto buone di contenimento e non avremo messo a punto il vaccino».
Come giudica la gestione italiana della pandemia?
«L’Italia ha avuto sfortuna. È stata colpita in modo molto duro e molto rapido nello stesso tempo. Probabilmente perché c’erano molti lavoratori cinesi nel Nord del Paese. Il sistema sanitario ha dovuto affrontare una sfida veramente ardua, dato l’alto numero dei contagi. Ma alla fine, considerate le circostanze così difficili, penso che l’Italia abbia fatto un buon lavoro».
Negli Usa il Covid-19 sta colpendo duramente gli Stati del Sud. Cosa è andato storto?
«Alcuni Stati, nel riaprire il territorio, hanno allentato le restrizioni troppo velocemente e così molte persone, per lo più giovani, non hanno seguito le linee guida, affollando bar e ristoranti. Il risultato è un aumento delle infezioni in Stati come California, Arizona, Florida e Texas».
Perché è così difficile far rispettare le precauzioni?
«Questa è una buona domanda perché credo che molti giovani non si rendano conto della gravità di questa epidemia. Sono convinti, erroneamente, che il virus non li colpirà severamente. Ed è anche una cosa vera. Il punto è che contribuiscono a diffondere il contagio tra le persone più vulnerabili».
Non sono solo i giovani. Negli Stati del Sud anche molti adulti non mettono la mascherina...
«Certamente violano le restrizioni e danneggiano non solo loro stessi, ma altre persone, alimentando il contagio. Alcune di queste persone non sono neanche consapevoli di stare sbagliando. Adesso è il momento di cambiare e di agire responsabilmente».
Il presidente e alcuni governatori hanno dato il cattivo esempio?
«Tutti dovrebbero fare le cose che sono necessarie per contenere la diffusione del virus. Non voglio puntare il dito contro nessuno, salvo dire che noi scienziati abbiamo raccomandato a chiunque, non importa a quale livello si trovi, di attenersi ai principi della buona prevenzione».
La politicizzazione del virus sta danneggiando il lavoro degli scienziati? Non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi come il Brasile...
«Beh sì, è vero. Sfortunatamente la politicizzazione può interferire nella capacità di contenere un’epidemia. Ma questa è la vita e la politica fa parte del mondo...».
Circa un mese fa Trump pensava di licenziarla o di ridurla al silenzio. Oggi lei è di nuovo in prima linea...
«Non ha mai cercato di licenziarmi, anche se i giornali lo hanno scritto. In realtà mi ascolta molto, anche se non tutte le volte. Adesso è molto interessato a riaprire il Paese e a riattivare l’economia».
Ma in questi giorni il Presidente le ha mai detto di aver sbagliato a relegarla nelle retrovie?
«Questo dovrebbe chiederlo a lui (ride, ndr). Diciamo che non era stata una buona idea relegarci in seconda fila. Deve averci ripensato, visto che ci ha rimessi in prima fila».
Trump ha ragione ad accusare la Cina di scarsa trasparenza?
«La Cina non è stata del tutto trasparente nella prima fase dell’epidemia, quando diceva che il Covid-19 si trasmetteva solo dagli animali agli esseri umani e che non aveva la capacità di passare da uomo a uomo».
Anche per questo motivo Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ha fatto bene?
«Ritengo che l’Oms sia un istituto imperfetto e con molti punti deboli. Ha bisogno di profondi miglioramenti. Tuttavia resta un’organizzazione importante, di cui il mondo ha bisogno. Inoltre penso che Tedros Adhanom sia un buon direttore dell’Oms».
L’Unione europea ha deciso di chiudere le frontiere ai viaggiatori americani. È una decisione ragionevole?
«È un fatto davvero spiacevole. Ma posso capire perché lo stanno facendo. Certo il tasso di infezione in altri Paesi è ora più alto rispetto a quello che si registra in Italia o nell’Unione europea. All’inizio ci siamo regolati così anche noi, bloccando i viaggiatori in arrivo dalla Cina e poi dall’Europa. Personalmente è una misura che non mi piace, non credo sia davvero utile. Ma, ripeto, la capisco. In ogni caso stiamo lavorando per tornare alla normalità nel traffico tra Stati Uniti e il vostro Continente».
Questione di settimane?
«Non lo so, ma direi che è possibile una soluzione di compromesso a breve».
Il 15 maggio Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avranno il vaccino entro il 2020. C’era anche lei in quella conferenza stampa e applaudì. Di recente, però, è sembrato più prudente sui tempi. È cambiato qualcosa?
«La tabella di marcia non è cambiata: è sempre stata un’aspirazione. Non sono mai stato in grado di garantire quando avremo un vaccino sicuro ed efficace. Al momento possiamo pensare e sperare di averlo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021».
Se la sente di garantire che il vaccino sarà gratuito e a disposizione del pianeta?
«Lo spero, anche se questa materia non è sotto il mio controllo».
Lei ha anche detto che il vaccino potrebbe essere efficace nel 75% dei casi. Che significa?
«Ho detto che sarei soddisfatto se il vaccino fosse efficace al 75%, Non esiste alcun vaccino che garantisca una copertura del 100%».