LA TERZA DOSE SARÀ L’ULTIMA? - LA COMUNITÀ SCIENTIFICA PER UNA VOLTA SEMBRA D’ACCORDO: DOPO IL “BOOSTER” NON DOVREBBE ESSERCI LA NECESSITÀ DI UNA NUOVA VACCINAZIONE. LA QUARTA DOSE POTREBBE ESSERE NECESSARIA, MA SOLO PER LA FASCIA DELLA POPOLAZIONE DEI COSIDDETTI “FRAGILI”
-Valentina Arcovio per "il Messaggero"
Questa pandemia non durerà in eterno e per questo la campagna di vaccinazione non sarà infinita. Dopo la prima, la seconda e la terza dose di vaccino anti-Covid non dovrebbe esserci la necessità di una quarta. O almeno non tutti ne avranno bisogno. Su questa ipotesi - perché al momento non possiamo parlare di certezze - la comunità scientifica sembra essere abbastanza concorde.
Un richiamo con la terza dose si è reso necessario in considerazione dell'attuale diffusione del virus Sars-CoV-2, che richiede un rinforzo dell'immunità. Una quarta o una successiva dose, invece, è ipotizzabile solo per una determinata fascia della popolazione, quella dei «fragili», gli stessi che per completare il ciclo vaccinale primario hanno ricevuto una terza dose addizionale.
PERCHÉ LA DOPPIA DOSE DI VACCINO NON BASTA PIÙ?
«Perché la scienza ci ha mostrato che dopo 6 mesi dalla seconda inoculazione l'immunità inizia a calare», spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano. «Attenzione: non sparisce, ma diminuisce», aggiunge.
Gli studi mostrano che la vaccinazione con due dosi offre una protezione dalla malattia grave superiore al 90 per cento e che dopo sei mesi si riduce di circa 10 punti percentuali. In generale, secondo l'Istituto superiore di sanità (Iss), un ciclo completo di vaccinazione offre una protezione dall'infezione del 76 per cento entro sei mesi e del 50 per cento dopo i 6 mesi.
«In questa fase è stato deciso di procedere con una terza dose per rinforzare l'immunità e mantenere al massimo le difese», sottolinea Pregliasco. E per il vaccino monodose Johnson & Johnson? Le evidenze scientifiche suggeriscono che le persone vaccinate con una sola dose del vaccino Johnson & Johnson abbiano bisogno di un richiamo sei mesi dopo. In questo caso non si arriva tre dosi, ma due. Per la seconda dose sono indicati uno dei due vaccini a mRna, Pfizer o Moderna.
LA DOSE DI RICHIAMO È DIVERSA DALLE DUE PRECEDENTI?
No. «Per ora lo stesso antigene della proteina spike (la chiave che il virus utilizza per entrare nelle cellule, ndr) viene utilizzato per il vaccino e i booster», spiega Jonathan Abraham, esperto di microbiologia presso il Blavatnik Institute della Harvard Medical School.
«Tuttavia, c'è la possibilità che nel tempo la proteina cambi forma o muti abbastanza da richiedere un booster con un antigene del ceppo aggiornato. Questo scenario sarebbe più simile a ciò che viene fatto ogni anno con i vaccini contro il virus dell'influenza», aggiunge.
CI SARÀ UNA QUARTA DOSE?
Non abbiamo certezze, ma gli esperti sembrano concordare che una terza dose sarà sufficiente. «La terza dose potrebbe essere l'ultima», dice Guido Rasi, consulente del commissario per l'emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi.
«Per gli immunologi il ciclo completo di solito prevede tre dosi. Se non ci saranno altre varianti - aggiunge - con la terza dose dovremmo essere a posto». Tuttavia, per una parte della popolazione potrebbe essere necessario un ulteriore richiamo o addirittura una dose di vaccino anti-Covid da ripetere ogni anno, esattamente come avviene già oggi per l'influenza.
«Per i soggetti fragili, quelli con un sistema immunitario non molto efficiente, potrebbe rivelarsi necessari ulteriori richiami da ripetere annualmente, ma questo ce lo dirà la scienza», spiega Pregliasco.
COSA DICONO LE AUTORITÀ REGOLATORIE?
Lo scorso novembre l'Agenzia europea dei medicinali, l'Ema, ha avanzato l'ipotesi del poker di somministrazioni per gli immunodepressi. «Abbiamo imparato che ci sono persone particolarmente vulnerabili a questo virus», spiega Marco Cavaleri, responsabile Ema per i vaccini Covid. »Come noto, per gli immunocompromessi raccomandiamo già 3 dosi come parte del ciclo vaccinale primario.
E non è escluso che, per questo tipo di pazienti che potrebbero non rispondere bene alla vaccinazione, una quarta dose - continua - possa essere necessaria o considerata già ora. Stiamo raccogliendo più evidenze per informare correttamente ed essere sicuri di trovarci nella posizione di emanare una raccomandazione».
Anche i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani hanno ipotizzato che alcun soggetti fragili - come chi ha subito un trapianto d'organo, i malati oncologici e in generale le persone non immunocompetenti - possano aver bisogno di una quarta dose. Per loro, in realtà, si tratterebbe del primo richiamo, in quanto la terza dose è da considerarsi «aggiuntiva» a completamento del ciclo di vaccinazione. «Gli adulti immunocompromessi che hanno ricevuto una terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech o Moderna sono idonei per una quarta dose 6 mesi dopo», si legge nelle linee guida aggiornate dei CDC.