TU-MORE, IO VINCO - UN PARTICOLARE FARMACO INIBITORE HA FATTO REGISTRARE IL PIÙ LUNGO PERIODO DI SOPRAVVIVENZA SENZA PROGRESSIONE DI TUMORE DEL POLMONE NEI NON FUMATORI: GRAZIE ALL’USO DEL LORLATINIB, QUESTI PAZIENTI HANNO RIPORTATO UNA SOPRAVVIVENZA LIBERA DA PROGRESSIONE A CINQUE ANNI – IN ITALIA OGNI ANNO CI SONO 2500 NUOVI CASI E…

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Malati di tumore al polmone 3

(ANSA) – Un particolare farmaco inibitore ha fatto registrare il più lungo periodo di sopravvivenza senza progressione di malattia mai segnalato in pazienti con tumore del polmone avanzato non a piccole cellule precedentemente non trattato (Nsclc) con una mutazione del gene Alk (presente nel 3-5% di questi pazienti), insieme ad un miglior controllo e prevenzione delle metastasi cerebrali.

 

tumore del polmone

Lo evidenzia uno studio presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco). Questa forma di tumore al polmone più rara colpisce pazienti di solito giovani, di età inferiore ai 55 anni, non fumatori, il cui processo tumorale è molto rapido. In Italia sono oltre 2.500 l'anno i casi di Nsclc Alk mutati. Nello studio clinico di fase 3 Crown, 296 pazienti con Nsclc avanzato sono stati assegnati in modo casuale a ricevere il nuovo farmaco (lorlatinib) o la terapia standard (crizotinib). La sopravvivenza libera da progressione di malattia a 5 anni è stata del 60% nel gruppo lorlatinib e dell'8% nel gruppo crizotinib.

tumore polmone sintomi

 

"Nonostante i progressi significativi con i farmaci inibitori di Alk di nuova generazione, la maggior parte dei pazienti trattati avrà una progressione della malattia entro tre anni. Lorlatinib è l'unica molecola di questa categoria che ha riportato una sopravvivenza libera da progressione a cinque anni, e anche dopo questo periodo la maggior parte dei pazienti continua a tenere sotto controllo la malattia, compreso il controllo delle metastasi al cervello.

Malati di tumore al polmone 2

 

A nostra conoscenza, questi risultati non hanno precedenti per questa categoria di pazienti", ha affermato l'autore principale dello studio Benjamin Solomon, del MacCallum Cancer Center di Melbourne.