TUTTI A PARLARE DI VACCINO MA NESSUNO SA DIRE COME E QUANDO CE LO DARANNO - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA', LOCATELLI: “L'AIFA LO APPROVERÀ IL 23 DICEMBRE E POI POTREMO INIZIARE. LA TEMPISTICA? DIPENDE DA QUANTE DOSI RICEVEREMO, PRIMA DALLA PFIZER E POI DALLE ALTRE AZIENDE. SE CI FOSSERO DEI RITARDI QUALCHE RIPERCUSSIONE SULLA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE LA AVREMO - PER L'IMMUNITA' DI GREGGE BISOGNA CHE IL 70% DELLA POPOLAZIONE SIA IMMUNIZZATO, CIOE' 42 MILIONI DI PERSONE”
-Paolo Russo per “la Stampa”
«Il vaccino sarà per gli italiani il più atteso regalo di Natale, perché dopo 48, massimo 72 ore dall' approvazione dell' Ema di quello Pfizer, prevista per il 23 dicembre, vi sarà l' approvazione della nostra agenzia regolatoria nazionale, AIFA, e potremo iniziare prima del nuovo anno la campagna di vaccinazione». Senza intoppi, poiché «si sta facendo un lavoro molto attento e rigoroso di pianificazione della distribuzione e somministrazione».
Sulla tempistica non si sbilancia, «perché dipende da quante dosi riceveremo dall' azienda produttrice». Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e scienziato tra i più ascoltati del Cts, vede rosa sulla campagna vaccinale alle porte. Anche se ammette che per il vaccino di AstraZeneca «potranno essere necessari studi addizionali che comporterebbero mesi di studio».
Prima di capodanno dunque partiranno anche da noi le prime vaccinazioni.
L' Italia è pronta o sarà solo il taglio di un nastro?
«Il numero delle dosi che somministreremo sarà pari a quelle che riceveremo, prima dalla Pfizer, poi dalle altre aziende mano a mano che arriveranno le altre autorizzazioni. Ma posso assicurare che non andrà sprecata una dose. Si stanno studiando tutti i dettagli per garantire la distribuzione e la somministrazione tenendo conto dei requisiti di conservazione delle fiale, che verranno garantiti grazie anche allo stretto dialogo tra la struttura commissariale e la stessa Pfizer».
Che adesione si aspetta dal personale sanitario. Fossero in pochi a vaccinarsi si renderebbe necessario almeno per loro l' obbligo?
«Resto convinto che per il personale sanitario, così come per tutta la popolazione, sia fondamentale avviare una campagna di informazione e sensibilizzazione. Sono però perfettamente d' accordo con il presidente dell' Ordine dei medici, Filippo Anelli, quando oggi per i sanitari ha parlato di obbligo deontologico».
Che può diventare anche di legge?
«Chiaro che quando ti prendi cura della salute degli altri devi proteggere chi a te si affida oltre che te stesso. Per fare una determinata attività vaccinarsi può essere considerato un pre-requisito per l' esercizio della professione. Ma resto convinto che avremo una buona risposta non solo dagli operatori sanitari. Proprio oggi ho letto con enorme piacere un sondaggio che rivela come oltre l' 80% degli italiani sia favorevole alla vaccinazione. Segno che il Paese ha già capito che solo il vaccino potrà consentirci di raggiungere l' immunità di gregge e recuperare così la nostra socialità».
Ma quanta strada ci manca per raggiungere la meta?
«Per ottenere l' immunità di gregge che impedisce poi al virus di circolare bisognerà che il 70% della popolazione sia immunizzato. Parliamo di 42 milioni di persone. Ma anche prima di raggiungere l' obiettivo finale la situazione migliorerà progressivamente, mano a mano che arriveranno nuove dosi parallelamente alle nuove autorizzazioni».
Alcuni vaccini come quelli di AstraZeneca e Sanofi sono già in ritardo
«Se ci fossero dei ritardi qualche ripercussione sulla campagna di vaccinazione la avremo. Ma la velocità con la quale potremo vedere migliorare la situazione dipenderà anche dalla capacità protettiva dei vaccini, cioè se determinano un' immunità dalla malattia o se avranno un effetto sterilizzante. Ossia di impedire il contagio. Chiaro che in quest' ultimo caso la circolazione del virus sarebbe più limitata».
E gli studi sui vaccini in arrivo cosa dicono?
«I dati forniti da Moderna all'Fda americana evidenziano la capacità del vaccino di impedire la circolazione virale. Dagli studi pre-clinici si pensava che questo avvenisse anche per il vaccino Pfizer. Ma un nuovo studio pubblicato sul New England Jpournal of Medicine rimanda a una verifica sul campo della sua eventuale capacità di impedire il contagio e non solo la malattia».
Ma quando sentiamo parlare di efficacia al 90% piuttosto che al 60% vuol dire che a seconda del vaccino saremo più o meno protetti dalle conseguenze del contagio?
«No, significa che come già avviene per altri vaccini una quota della popolazione può non essere immunizzata. Ma chi è immunizzato è sempre protetto dai sintomi importanti della malattia, anche se può rimanere contagiato. Gli studi sono incoraggianti. Un bellissimo grafico mostra come dopo 12 giorni la curva dei contagi sintomatici dei volontari ai quali è stato inoculato il vaccino Pfizer resta piatta, mentre sale verticalmente quella dei soggetti ai quali è stato somministrato il placebo».
Il vaccino di AstraZeneca ha mostrato un' efficacia del 90% ma con la mezza dose somministrata per errore su un gruppo di volontari under 55. Potremmo iniziare a vaccinare loro in attesa di un supplemento di indagine sui più anziani?
«Questo dipende da cosa decideranno le Agenzie regolatorie. Se indicheranno che è efficace per chi ha meno di 55 anni si farà. Credo che degli studi addizionali saranno necessari. Perché mi permetta di dirlo con chiarezza: pur in una situazione emergenziale come questa si sono accorciati i tempi burocratici e amministrativi ma non si è saltato nessun step per la verifica della sicurezza e dell' efficacia dei vaccini».
Così come l' Fda americana non ha autorizzato il vaccino per i minori di 16 sui quali non è stato testato crede che anche l' Ema in Europa deciderà altrettanto?
«Anche questa è una scelta che compete alle agenzie regolatorie, che per autorizzare farmaci e vaccini in età pediatrica vogliono però esaminare i dati delle sperimentazioni su queste fasce di età. Verranno condotti nuovi studi. Ma in questa fase la priorità non è vaccinare i giovani in età pediatrica, ma anziani delle Rsa, ultra ottantenni e chi deve garantire a loro e a tutti noi assistenza sanitaria».
Perché una terza ondata potrebbe ostacolare anche la campagna di vaccinazione?
«Potremmo avere più persone infettate tra i sanitari che le vaccinazioni devono somministrarle ma anche tra chi dovrebbe immunizzarsi. E questo ritarderebbe i programmi spostando più in avanti l' atteso ritorno alla normalità e alla ripresa economica del Paese».
Lei farebbe da testimonial vaccinandosi subito?
«Se mi verrà chiesto non da domani ma da ieri mattina. Sono un convintissimo sostenitore della vaccinazione. E in questo momento è la vera arma che abbiamo a disposizione per uscire da questa situazione».