VUOI STRINGERE LA MANO A PUTIN? PRIMA MOSTRA L'ESAME DELLE FECI – OSSESSIONATO DALLA SUA SALUTE “MAD VLAD” IMPONE A CHI LO VUOLE INCONTRARE DI SOTTOPORSI QUATTRO VOLTE AL TAMPONE MOLECOLARE E DUE VOLTE AL TEST DEGLI ANTICORPI COVID-19, A ESAMI SU SARS, INFLUENZA, STAFILOCOCCO AUREO, VERMI E A PRELIEVO DI SANGUE E FECI – UN RIGIDISSIMO E COMPLESSO SISTEMA DI CONTROLLI SVELATO DA “BBC RUSSIA” E CHE COSTA AL CREMLINO ALMENO QUATTRO MILIARDI DI RUBLI, 6,8 MILIONI DI EURO...
-Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
Per due anni Vladimir Putin ha vissuto in stretto isolamento. Niente viaggi, solo riunioni di lavoro in remoto, massime precauzioni anti- Covid. Ora che ha ripreso a muoversi e a incontrare gente, la "bolla" in cui viveva non è esplosa. Si sposta con lui. E costerebbe al bilancio russo almeno quattro miliardi di rubli, 6,8 milioni di euro al cambio attuale.
Né le sue quattro dosi di vaccino contro il coronavirus, né l'operazione militare speciale in Ucraina, né l'allentamento delle restrizioni in vigore dal primo luglio in tutta la Russia hanno allentato le misure a cui è costretto a sottoporsi chiunque entri in contatto con il leader del Cremlino, rivela un'inchiesta di Bbc Russia , testata bloccata nella Federazione.
E lo conferma a Repubblica un uomo d'affari vicino al presidente: «Incontrare Putin? Chi ha voglia di stare chiuso da qualche parte tra quattro mura per due settimane?».
Funzionari, piloti e medici sono costretti a snervanti e continue quarantene. Per accedere alla cosiddetta "zona pulita", vale a dire al cospetto del presidente russo, bisogna sottoporsi quattro volte al tampone molecolare e due volte al test degli anticorpi Covid-19, nonché a esami su Sars, influenza, stafilococco aureo, vermi e a prelievo di sangue e feci.
«Quando è arrivato il mio turno, lo ho salutato. Ha sorriso e mi ha stretto la mano», così il generale Akhat Julashev di Kazan ha raccontato a un media locale il suo effimero incontro con Putin in occasione della parata del 9 maggio in Piazza Rossa.
Pochi secondi costati al 94enne veterano della guerra in Afghanistan due settimane in isolamento. Certo: «con tutti gli onori» e «in un lussuoso hotel di Mosca», ha raccontato lo stesso Julashev. Ma pur sempre in totale solitudine.
Stesso trattamento riservato ad altre 400 persone solo per potersi sedere vicino o stringere la mano a Putin in occasione della Giornata della Vittoria. Come Julashev, tutti trattati al meglio. Due gli hotel riservati nel centro di Mosca: il President a 4 stelle e il Golden Ring a 5 stelle. Mentre cinque veterani sono stati alloggiati in un sanatorio militare nei pressi di Mosca.
Alcuni dipendenti del Cremlino sono costretti a trascorrere quasi tutto l'anno in quarantena in decine di sanatori - oramai chiusi ai vacanzieri - nei pressi delle residenze presidenziali nella regione di Mosca, Sochi e Valdai per una spesa dall'inizio della pandemia che Bbc Russia avrebbe quantificato intorno ai 2 miliardi di rubli, oltre a 1,7 miliardi di sussidi alle strutture nel solo 2020.
Secondo il canale Telegram Baza , alcuni hanno trascorso chiusi in stanze singole più di 150 giorni nel 2021. Tanto che c'è chi ha detto "Basta".
Come il cameraman personale di Putin Ilja Filatov che - stando al sito investigativo Proekt - si è dimesso subito dopo aver filmato il discorso del presidente sull'inizio dell'offensiva in Ucraina: «Sono stufo di star seduto mesi in quarantena».
Come già rivelato dal Proekt lo scorso aprile, un'equipe di medici dell'Ospedale centrale clinico al servizio di Putin e dell'amministrazione presidenziale segue il capo di Stato nei suoi soggiorni in dacia o viaggi. Anche loro sono costretti a stare in isolamento prima di visitare il leader del Cremlino.
Secondo Bbc Russia , alloggerebbero in diversi sanatori in tutto il Paese. Come la Casa di Riposo Valdai nella regione di Novgorod, chiusa al pubblico "a tempo indeterminato" dal 6 novembre 2020, che ospiterebbe regolarmente da uno a quattro medici.
Quest' anno, dal 1° gennaio al 15 aprile, i dottori avrebbero visitato Putin a Valdai almeno 9 volte. Mentre a febbraio, poco prima dell'inizio dell'offensiva russa in Ucraina, 20 medici si sono trasferiti per circa 15 giorni nell'Hotel Arbat di Mosca.
La quarantena però non basta. Bisogna sottoporsi anche a esami di laboratorio «a fini sanitari ed epidemiologici ». Innanzitutto, già due giorni prima dell'inizio dell'isolamento, un esame degli anticorpi. Durante la quarantena, quattro tamponi molecolari e, il dodicesimo giorno, un secondo esame degli anticorpi. Se è tutto ok, al 14° giorno si viene ammessi nella «zona pulita».
Dall'inizio della pandemia, calcola Bbc Russia , l'amministrazione presidenziale e le strutture annesse hanno commissionato 1.500 tamponi, ma anche esami per Sars, influenza, stafilococco aureo e prelievo del sangue e delle feci. Test che, secondo Baza , i funzionari più vicini al presidente devono effettuare «più volte a settimane».
L'equipaggio dei voli presidenziali, nel solo maggio, si è dovuto sottoporre a un totale di 1.376 test, 98 esami delle feci, 447 esami del sangue alla ricerca degli anticorpi e 32 di patologie. Oltre a stare in perenne isolamento. Per lo specialista israeliano Konstantin Balonov, interpellato da Bbc Russia , dietro a tanta ossessione ci sarebbero solo due motivazioni possibili: «paranoia o vera paura dal punto di vista medico».