L'ALLARME DI FMI E BANCA MONDIALE SULLA CRESCITA’ GLOBALE: “MAI COSÌ DEBOLE NEGLI ULTIMI 40 ANNI” - PESANO I DUBBI SULLA TENUTA DEL SISTEMA BANCARIO, INFLAZIONE E AUMENTO DEL DEBITO - È UNA FRENATA CHE ARRIVA IN UN MOMENTO IN CUI LE SFIDE A LUNGO TERMINE, COME LA TRANSIZIONE GREEN E I DOSSIER LEGATI AL CLIMA, IMPONGONO ENORMI INVESTIMENTI - CINA (+5% NEL 2023) E INDIA (+6,3%) SONO LE LOCOMOTIVE DI UNA CRESCITA CHE IN OCCIDENTE È ZAVORRATA DALL’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE E L'INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE CHE HA PESANTI CONSEGUENZE SU TUTTE LE VOCI DEL BILANCIO, GETTANDO SULLE SPALLE DEI GIOVANI LIVELLI DI DEBITO INSOSTENIBILI…
-Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
David Malpass, presidente in uscita della Banca Mondiale, ha fissato la crescita globale per il 2023 al 2%, un dato inferiore a quello preannunciato dalla collega del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva, che giovedì […] aveva detto che il Pil globale sarebbe cresciuto meno del 3%. Dati che piombano in uno Spring Meetings di Fmi e Bm dominato dai dubbi sulla tenuta del sistema bancario, dall'inflazione, dall'aumento del debito, da un'economia stagnante e dall'incubo di un aumento della povertà in diversi Paesi emergenti.
Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa, solleverà il tema della riforma della Banca Mondiale […] A preoccupare esperti e ministri non sono solo i dati attuali […] ma la prospettiva di una crescita flebile e imprevedibile per un lustro e l'incapacità di trovare vie d'uscite senza generare squilibri e conseguenze pesanti sui Paesi in via di sviluppo.
Georgieva ha spiegato che fino al 2028 il Pil non crescerà più del 3% a livello globale e a fine marzo i dati della Banca Mondiale fissavano la crescita media a 2,2% nei prossimi sette anni, trasformando questo nel decennio più debole degli ultimi 40 anni. È una frenata che secondo gli osservatori è pericolosa in quanto giunge in un momento in cui le sfide a lungo termine – come la transizione green e in genere i dossier legati al clima – impongono sforzi importanti ed investimenti.
Da gennaio, ha detto Malpass, c'è stato un piccolo adeguamento: allora la crescita era dello 1,7%, ora del 2%. Le ragioni sono nell'aumento del prezzo del petrolio, ieri il barile "texano" ha toccato gli 80 dollari, che sta aiutando le casse russe; e la fine delle restrizioni per il Covid in Cina dove ora le prospettive sono migliori. E proprio Pechino (+5% nel 2023) e New Delhi (+6,3%) sono le locomotive di una crescita altrove zavorrata.
Che in Occidente soffre di ulteriori due problemi: il primo è la normalizzazione dei tassi di interesse. […] la difficoltà di digerire un sistema finanziario che dopo anni di costo del denaro quasi nullo, in pochi mesi si è trovato a fare i conti con debiti il cui valore è aumentato; il secondo è invece l'invecchiamento della popolazione. […] L'invecchiamento della popolazione infatti porta conseguenze e ripercussioni su tutte le voci del bilancio e dell'economia «gettando sin da ora sulle spalle dei giovani livelli di debito insostenibili».
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