APONTE LANCIA UN PONTE VERSO ONORATO - IL PROPRIETARIO DI MSC CROCIERE, DOPO L'INTERESSE AD ACQUISTARE ITA AIRWAYS, SALE A BORDO DELLA RIVALE MOBY, ENTRANDO COME SOCIO DI MINORANZA E GARANTENDONE LA SOPRAVVIVENZA - L'ACCORDO È ARRIVATO DIRETTAMENTE CON LA FAMIGLIA ONORATO: IL DEBITO COMPLESSIVO DELLA COMPAGNIA AMMONTA A 640 MILIONI, UNA NOTA SPIEGA CHE IL RISANAMENTO VIENE FATTO "NELL'INTERESSE DEI 6 MILA LAVORATORI"...

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Fabio Savelli per il “Corriere della Sera

 

gianluigi aponte 8

Un supporto (provvidenziale) che arriva a pochi giorni dal 31 marzo. Una scadenza delicatissima per la sopravvivenza di Moby, la compagnia di navigazione finita in un doppio concordato preventivo incardinato al tribunale di Milano. Giovedì prossimo sarebbe stato il termine entro il quale era necessario trovare un accordo con i creditori esposti con la compagnia riconducibile alla famiglia Onorato.

 

VINCENZO ONORATO

Tra i quali figura anche lo Stato, tramite la procedura commissariale della vecchia Tirrenia finita in amministrazione straordinaria diversi anni fa e poi fusa per incorporazione nella stessa Moby con una procedura non conforme alle regole che ha dato luogo ad un debito pendente di 180 milioni.

 

gianluigi aponte msc

Il salvataggio avviene ora sotto forma di aumento di capitale da parte della rivale Msc, il gruppo crocieristico (e leader mondiale nel traffico merci) controllato dalla famiglia Aponte. Entra come socia, salvandola con una partecipazione di minoranza di cui però al momento non è chiara la percentuale.

 

gianluigi aponte 5

Un leader mondiale nel trasporto delle merci, con una forte presenza nelle crociere e nei traghetti con Grandi Navi Veloci. Sembra che l'accordo sia stato trovato tra le due famiglie.

 

vincenzo onorato

Una nota spiega che «l'aumento è finalizzato a saldare Tirrenia per consentire l'immediato risanamento del gruppo Moby e nell'interesse dei suoi 6.000 lavoratori». Fonti rivelano che era stato costruito in queste ultime settimane uno schema che prevedeva un rientro del debito Tirrenia all'80% con uno stralcio del restante 20%, ma c'erano i dubbi sulle garanzie messe a rimborso dell'importo tanto che i commissari nominati dal ministero dello Sviluppo erano scettici sulla capacità di Moby di onorare le pendenze pregresse e si era anche ipotizzata la vendita della stessa Tirrenia.

 

C'erano delle ipoteche su alcune navi il cui valore però era destinato a deprezzarsi. Il debito complessivo della compagnia è di 640 milioni, tra cui figurano esposti un po' tutti gli istituti (in testa Unicredit e Bpm). Gli obbligazionisti riuniti in un comitato invece detengono un bond da 300 milioni. Qualche giorno fa i lavoratori avevano manifestato davanti al Mise chiedendo di essere ascoltati, ieri l'annuncio delle due famiglie per il salvataggio.

 

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