APRITE I PORTAFOGLI PER LA PATRIA – LE BANCHE STANNO SCARICANDO I TITOLI DI STATO ITALIANI E COSTRINGONO IL TESORO A INVENTARSI NUOVE FORMULE PER CONVINCERE I CITTADINI A COMPRARE BTP E BOT. È IL CASO DEL NUOVO STRUMENTO VARATO DA GIORGETTI, IL “BTP VALORE”, CHE DOVREBBE SERVIRE A RIFINANZIARE IL DEBITO PUBBLICO – IN PANCIA AGLI ISTITUTI ITALIANI CI SONO ANCORA 290 MILIARDI DI BOND, MA L’ESPOSIZIONE COMPLESSIVA È DI CIRCA…
-Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per www.lastampa.it
Le banche italiane continuano a scaricarsi di titoli di Stato. Soprattutto italiani. Forzando il Tesoro a emettere nuovi strumenti come il Btp Valore destinati ai piccoli risparmiatori, nel tentativo di rifinanziare la mole di debito pubblico circolante.
In pancia agli istituti italiani […] ci sono ancora circa 290 miliardi di euro di bond governativi emessi dal Mef. Anche se l’esposizione complessiva alle obbligazioni sovrane è di circa 640 miliardi: il 16% dell’intero portafoglio di asset, ovvero la maggiore percentuale fra i sistemi bancari nazionali dell’area euro. Un fattore che fa preoccupare la Banca centrale europea per via dell’esposizione al rischio di credito e al rischio sovrano.
I rialzi dei tassi d’interesse […] stanno producendo squilibri significativi che necessitano di una vigilanza massiccia. Il motivo è semplice: gli istituti di credito sono vulnerabili alle perdite non contabilizzate derivanti dall’apprezzamento dei titoli di Stato che hanno in bilancio.
Quando si tratta di rischio di tasso di interesse, la contabilità determina se i profitti di una banca saranno impattati in forma diretta: le esposizioni sovrane sono valutate al costo ammortizzato o all’equo valore (fair value, ndr), a seconda delle posizioni aperte.
In quest’ottica […] le banche olandesi sono le più protette contro le perdite dovute all’aumento dei tassi. Questo perché detengono solo il 6% del loro debito sovrano al fair value. […] Le banche italiane, di contro, sono al 30% e le tedesche al 39%.
[…] Dalla fine del 2021, con le prime avvisaglie delle strette della Bce, le banche italiane hanno cominciato a ridurre l’esposizione a Btp e Bot. Con la conseguenza che il Tesoro è dovuto correre ai ripari con misure autarchiche.
Spingendo sulla clientela retail dei piccoli risparmiatori, Via XX Settembre sta cercando una duplice mossa. Da un lato, allungare le scadenze del debito pubblico per evitare che la normalizzazione della politica monetaria incida sugli interessi passivi. Dall’altro, allocare presso i piccoli risparmiatori italiani la quota dismessa dalla clientela istituzionale e da Francoforte stessa, che non sta reinvestendo il portafoglio titoli dell’Asset purchase programme.
Il problema, evidenziato da plurime banche d’investimento fra cui Citi, Morgan Stanley e Deutsche Bank, è che oltre al rischio di tasso d’interesse i portafogli degli istituti italiani dovranno affrontarne altri due, quello di credito e quello di rischio sovrano. In ambo i casi la mitigazione più semplice e veloce è solo una: la chiusura delle posizioni aperte. Situazione che metterà il Tesoro sotto pressione per le prossime emissioni di titoli di Stato.