AVVISATE CHRISTINE LAGARDE! - IL RIALZO DEI TASSI VOLUTO DALLA BCE HA FATTO CROLLARE DEL 40%, DA INIZIO ANNO, LE EROGAZIONI DEI MUTUI PER L’ACQUISTO DI UNA CASA - NEL NOSTRO PAESE 3,5 MILIONI DI FAMIGLIE HANNO SOTTOSCRITTO UN MUTUO A TASSO VARIABILE (IL VALORE COMPLESSIVO È DI 430 MILIARDI DI EURO) E, PER LORO, LA RATA MENSILE È LIEVITATA A TAL PUNTO DA DIVENTARE TROPPO COSTOSA PER COLORO CHE HANNO UN REDDITO FINO A 1900 EURO NETTI...
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(ANSA) - ROMA, 08 NOV - "Il rialzo del costo del denaro deciso dalla Bce si è tradotto in un crollo del 40%, da inizio anno, nelle erogazioni dei mutui per acquisto casa". E' quanto rileva l'Osservatorio SalvaLaTuaCasa promosso dalla società benefit Save Your Home e realizzato con Nomisma.
"Su 3,5 milioni di famiglie con un mutuo in corso, per un valore di oltre 430 miliardi di euro, più del 36% ha un mutuo a tasso variabile - si legge nello studio - e in questo caso la rata raggiunge livelli di allerta per tutte le fasce di reddito fino a 1.900 euro netti mensili, con un peso che arriva a superare il 60% del reddito netto di queste famiglie". "In un solo anno - si legge nel rapporto - i tassi sono risaliti ai livelli di dieci anni fa. La forte frenata delle erogazioni indica un notevole peggioramento nella sostenibilità di rate elevate".
Nomisma rileva inoltre come "la componente dei mutui a tasso variabile resti elevata nonostante surroghe per oltre 60 miliardi dal 2012 a oggi. Tra settembre 2022 e gennaio 2023 si registra fino al 60-70% di erogazioni a tasso variabile, pari a circa 10 miliardi di euro. Le sostituzioni recenti, da tasso variabile a fisso, appaiono una soluzione d'emergenza e tardiva rispetto agli aumenti preesistenti, che fissa inevitabilmente le rate mensili su valori elevati e molto meno sostenibili".
Lo studio, che parla di vera e propria "emergenza mutui", segnala come "la politica monetaria restrittiva della Bce faccia da freno all'economia spingendo il sistema bancario verso una maggiore prudenza e politiche di erogazione più selettive". A questo si aggiunge una diminuzione del reddito disponibile per le famiglie: si stima che il 79% degli italiani abbia un reddito lordo inferiore a 30.000 euro annui, con il 31% dei contribuenti che addirittura non supera i 10.000 euro.
“È quindi elevata la quota di italiani con un budget insufficiente - spiega Nomisma - per la gestione delle spese ordinarie e degli imprevisti, con l'aumento dei tassi, risaliti in un solo anno ai livelli di dieci anni fa, che comprime ulteriormente le disponibilità delle famiglie".