BASTERANNO 2,9 MILIARDI PER CHIUDERE LA FACCENDA DELLA CONCESSIONE? – ATLANTIA APPROVA I CONTI E METTE NERO SU BIANCO NEL BILANCIO GLI IMPEGNI “A CARICO DELLA SOCIETÀ” PER CONVINCERE IL GOVERNO: 1 MILIARDO E MEZZO SARÀ DESTINATO ALLE RIDUZIONI TARIFFARIE E A POTENZIARE LA RETE, 600 MILIONI PER LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE E ALTRI 700 MILIONI DI MANUTENZIONE AGGIUNTIVA. PER IL GOVERNO RIFIUTARE DIVENTA DIFFICILE
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Umberto Mancini per “il Messaggero”
Proprio nel giorno in cui Genova celebra sotto la pioggia battente il nuovo ponte sul Polcevera, Atlantia ufficializza nero su bianco, scrivendola addirittura in bilancio, la sua proposta al governo per chiudere la partita delle concessioni che si è aperta proprio con il crollo del Morandi. Lo fa in maniera trasparente, di certo inconsueta rispetto al passato, ma al termine di un negoziato che, dopo qualche apertura, sembrava essersi incagliato.
LE TAPPE
Così la holding della famiglia Benetton, che controlla Autostrade per l'Italia, ha reso noto di aver predisposto in bilancio un accantonamento, tra il 2018 e il 2019, da 2,9 miliardi «a fronte della disponibilità offerta al governo italiano di farsi carico di nuovi impegni economici per sconti tariffari e contributi allo sviluppo infrastrutturale del Paese». Gli oneri complessivi delle misure proposte ammontano a 2,9 miliardi. Proposte che erano già fatte arrivare al Mit il 5 marzo e che sarebbero dovute essere oggetto di un vertice con il Tesoro e Palazzo Chigi questa settimana. Summit che invece è stato rinviato. Di qui, forse, l'idea di accelerare i tempi, scoprendo le carte in maniera chiara.
L'impegno, spiega Atlantia nel comunicato sui conti, sarà realizzabile «qualora venisse raggiunta una soluzione concordata e definitiva della procedura di contestazione avanzata dal ministero delle Infrastrutture e la necessaria sostenibilità economica del piano di investimenti». Del resto negli ultimi tempi il negoziato era apparso in discesa. Con il gruppo privato che a più riprese aveva lasciato trapelare di essere disposto a tagliare le tariffe, aumentare gli investimenti, pagare anche una eventuale maxi multa per il crollo di Genova.
Un disgelo tra le parti, culminato, tra l'altro, anche nella disponibilità a scendere sotto il 50% di Autostrade in favore di Cdp e F2i. Ieri Carlo Bertazzo ha però precisato che in questa fase Atlantia è disposta solo a cedere quote di minoranza di Aspi. Una operazione possibile a patto che la minaccia di revoca e il passaggio all'Anas della convenzione, stabilita nel Decreto Milleproroghe, fosse stata cancellata. O quanto meno neutralizzata. In attesa di un eventuale modifica normativa, la società immagina comunque una via d'uscita o quanto meno la propone. E, come detto, la mette per iscritto. Il consiglio di Autostrade per l'Italia- si legge nella relazione - ritiene «non ragionevolmente probabile il rischio di esercizio della revoca della concessione».
E' invece «ragionevolmente possibile la conclusione di un accordo con il governo ed il Mit che determini la cessazione della procedura di contestazione in corso a seguito del tragico evento del 14 agosto 2018». Nella proposta fatta all'esecutivo gli impegni da 2,9 miliardi sono così distribuiti: 1,5 miliardi «da destinarsi a riduzioni tariffarie, sconti per l'area ligure, contributi allo sviluppo infrastrutturale del Paese con il potenziamento della rete; incremento di 700 milioni per le manutenzioni; l'impegno a sostenere i costi per la realizzazione del nuovo ponte, stimati in 600 milioni (di cui 280 già dati al commissario), più altri 100 milioni degli eventuali extra-costi di ricostruzione. Per fare questi accantonamenti Autostrade ha chiuso il suo bilancio accusando una perdita di 282 milioni.
La palla passa ora al governo.
Con il premier Conte, da sempre orientato a trovare una mediazione, chiamato a fare una sintesi. Il Pd è favorevole, i 5Stelle ancora no. Al Tesoro ragionano però che ai 2,9 miliardi proposti bisogna aggiungere gli altri 1,2 miliardi che Autostrade si è impegnata ad investire nel 2020. Diventa perciò complesso, da parte del governo, rifiutare. Atlantia ha chiuso il 2019 con ricavi per 11,63 miliardi, in aumento di 4,71 miliardi. Utile in calo a 136 milioni. Il gruppo ha proposto di non distribuire dividendi. Fortissimo l'impatto del virus sui conti futuri: 3 miliardi. Si stima una riduzione del traffico autostradale di circa il 30% e aeroportuale del 50%.