BENE, ANZI...BONUS! – UNA BUONA NOTIZIA PER I LAVORATORI ITALIANI: I DATORI DI LAVORO POTRANNO “PREMIARE“ I PROPRI DIPENDENTI PAGANDO QUALCHE RATA DEL MUTUO, MENSILITÀ DI AFFITTO O BOLLETTE DELLA LUCE E DEL GAS – LA NORMA, INSERITA NELLA MANOVRA DI DICEMBRE SCORSO, È DIVENTATA OPERATIVA CON LE INDICAZIONI DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE – I BENEFIT SARANNO ESENTASSE SE RISPETTERANNO IL LIMITE DEI MILLE EURO PER I LAVORATORI SENZA FIGLI E…
-Estratto dell’articolo di Andrea Bassi per “il Messaggero”
I datori di lavoro potranno "premiare" i propri dipendenti pagando qualche rata di interessi del mutuo sulla prima casa, o anche qualche mensilità di affitto. E questi benefit saranno completamente esentasse se rispetteranno il limite dei mille euro per i lavoratori senza figli a carico e i duemila euro per coloro che, invece, i figli li hanno.
La norma in realtà, era già stata inserita nella manovra di Bilancio approvata a dicembre scorso, ma adesso sono arrivate le indicazioni operative da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Oltre agli interessi sul mutuo e agli affitti, i datori di lavoro potranno rimborsare anche le bollette elettriche o quelle del gas. Sempre fino a concorrenza degli importi massimi. […]
Un'altra importante precisazione riguarda la nozione esatta di prima casa per i premi che coprono sia gli interessi del mutuo che eventualmente l'affitto. Il Fisco precisa che per «prima casa» si debba intendere l'abitazione principale. Si tratta dunque, della casa posseduta dal dipendente, dal coniuge o da un altro familiare, nel quale il dipendente e la sua famiglia dimorano abitualmente e ne sostengono le relative spese. […]
C'è poi un altra avvertenza del Fisco riguardo alle spese della casa che vengono rimborsate dal datore di lavoro. Su queste spese il contribuente non potrà beneficiare di altre agevolazioni.
Cosa significa? Per esempio che gli interessi sul mutuo rimborsati dal datore di lavoro, per esempio, non potranno essere detratti dal reddito nel 730.
La circolare dell'Agenzia delle Entrate interviene anche sulla tassazione dei premi di risultato. La legge di Bilancio, anche in questo caso, prevede per quest'anno la riduzione dell'aliquota sui premi (diversi dai benefit) dal 10 per cento al 5 per cento. Un taglio dell'aliquota che si applica anche alla partecipazione dei dipendenti agli utili d'impresa.
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La circolare infine, disciplina una novità assoluta: la possibilità per i datori di pagare i premi riscattando fino a 5 anni di contributi dei dipendenti di periodi non lavorati. Si tratta di una norma per tappare i cosiddetti "buchi" contributivi e permettere ai dipendenti magari di anticipare di qualche anno la pensione.
I contributi che possono essere riscattati devono essere ricompresi nel periodo che va dal primo versamento all'Inps del lavoratore precedente all'entrata in vigore della scorsa legge di bilancio, fino ad oggi. All'azienda viene dato il vantaggio di dedurre dal proprio reddito il riscatto dei contributi. […]