BOLLORÉ VA ALLA GUERRA – LA BATTAGLIA LEGALE DI VIVENDI CONTRO LA DECISIONE DEL CDA DI VENDERE LA RETE AL FONDO KKR SI PREANNUNCIA LUNGA E INCERTA. MA POTREBBE RISOLVERSI CON UN’USCITA DEI FRANCESI  DAL CAPITALE DI TIM. VIVENDI HA INVESTITO 4 MILIARDI IN TELECOM, ACCUMULANDONE 3 DI PERDITE: MA SERVIREBBE UN COMPRATORE GRADITO AL GOVERNO. INTANTO, MEGLIO CERCARE DI INVALIDARE LA VENDITA DI NETCO…

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Estratto dell’articolo di Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”

 

VINCENT BOLLORE

La firma del contratto di vendita della rete a Kkr mette un punto fermo, almeno per Tim, al piano del ceo Pietro Labriola. I margini per valutare alternative, come per esempio il piano del fondo Merlyn per tenere la rete e vendere altri asset, o per rinviare a un’assemblea la decisione sulla vendita della infrastruttura, erano molto ridotti.  Oltre che rischiosi.

 

Il fondo Usa, insieme al ministero dell’Economia e a F2i forniranno a Tim risorse fondamentali per andare avanti. Anche se con una nuova configurazione da società di servizi. Il piano di Labriola prevede 3 miliardi di investimenti l’anno, a fronte di una generazione di cassa negativa (-0,6 miliardi a fine giugno) e un debito di 26 miliardi che macina interessi.

 

PIETRO LABRIOLA

I 18,8 miliardi che Tim incasserà subito dalla vendita della rete consentiranno di ridurre il debito di 14 miliardi, abbattere gli oneri finanziari, trasferire alla NetCo 20 mila dipendenti con i relativi costi, ridurre gli investimenti (che in parte erano destinati alla rete) e incassare poco più di 4 miliardi cash.

 

Per il primo azionista Vivendi, uscito sconfitto dalla prova di forza con il cda, la vendita della rete segna invece un nuovo inizio, che partirà con una battaglia legale. Il ricorso dovrebbe essere presentato in settimana […]. L’obiettivo resta lo stesso, ovvero la sospensiva, che passerebbe per l'impugnazione della decisione del cda in base all’articolo 2388 del Codice civile che regola la validità delle delibere.

 

GIANCARLO GIORGETTI

Si prospetta una lunga battaglia legale, il cui esito è incerto, ragione per cui i francesi potrebbero valutare anche altre opzioni. Dietro le quinte sono tornate a circolare voci di una possibile offensiva, in cordata con dei fondi.

 

Vivendi aveva già provato a sondare i grandi private equity, dopo aver visto cadere nel vuoto la richiesta al tavolo aperto al Mimit di studiare la possibilità di separare la rete da Tim ritirando la società dalla Borsa. Tavolo naufragato a febbraio con l’offerta a sorpresa di Kkr a Tim per comprare la rete.

 

La strategia di Vivendi deve tuttavia fare i conti con il coinvolgimento diretto del governo nell’operazione e con i poteri del golden power. Ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha ribadito che il progetto per la rete non cambia. Mettersi di traverso non è semplice, ma tutto è possibile. Va tenuto conto che Vivendi ha investito in Tim oltre 4 miliardi accumulando 3 miliardi di perdite.

BOLLORE' DE PUYFONTAINE

 

Con il riassetto potrebbe anche dichiarare chiusa l’avventura nel gruppo telefonico, ma devono esserci le condizioni. Diversi osservatori ritengono che l’opportunità potrebbe arrivare qualora il governo […]  fosse disposto a trovare un compratore con cui rafforzare la presa su Tim. Ma ora per i francesi la priorità è cercare di far invalidare la vendita della rete.

I PRINCIPALI AZIONISTI DI TIM - PIETRO LABRIOLA