LA BORSA È “ITALIANA” SOLO DI NOME – PIAZZA AFFARI FA CAPO AL GRUPPO EURONEXT, CIOÈ LA BORSA DI PARIGI, CHE L’HA ACQUISITA TRA IL 2020 E IL 2021 E STA “DELOCALIZZANDO” IN FRANCIA RUOLI APICALI E “INDIRIZZO STRATEGICO. È PER QUESTO CHE, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA, I LAVORATORI DI MILANO SCIOPERERANNO GIOVEDÌ 27 GIUGNO, PER DENUNCIARE IL PROGRESSIVO "DISINVESTIMENTO" E LA PERDITA DI CENTRALITÀ DEL’ITALIA, CHE SI TRADUCE IN CARICHI DI LAVORO “NON PIÙ SOPPORTABILI”
-Estratto da www.ilfattoquotidiano.it
Giovedì 27 giugno i lavoratori di Piazza Affari sciopereranno per due ore: è la prima volta nella storia. Fino al 14 luglio anche gli addetti delle altre società del gruppo si mobiliteranno, evitando gli straordinari e la reperibilità.
I sindacati del settore hanno lanciato la protesta contro il “costante, sistematico e complessivo disinvestimento” in Italia da parte di Euronext, il gruppo che fa capo alla Borsa di Parigi e ha acquisito la borsa milanese tra 2020 e 2021.
“Notiamo un progressivo trasferimento al di fuori dell’Italia dell’indirizzo strategico del gruppo e uno spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche”. Euronext replica parlando di un “livello senza precedenti di creazione di posti di lavoro” e “forti investimenti in formazione e compensi variabili”, con l’impegno nel “supportare e valorizzare il talento dei nostri collaboratori”.
Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil denunciano al contrario uno “svuotamento dall’interno delle strutture italiane”. La numero uno della Fisac-Cgil Susy Esposito chiede “una risposta altrettanto forte da parte dell’intero sistema”, ritenendo “urgente” un “intervento istituzionale, dal Parlamento al governo”.
Secondo il segretario generale della First-Cisl Riccardo Colombani lo sciopero è “il chiaro segnale che l’Italia perde centralità all’interno del gruppo Euronext”. A suo dire “i problemi di organizzazione del lavoro in Borsa Italiana generano carichi di lavoro non più sopportabili” – sabati, festivi e notturni – e in cambio gli addetti “non hanno visto un euro degli aumenti decisi con il rinnovo del contratto nazionale”.
Il segretario generale della Fabi Lando Sileoni teme una “strumentalizzazione politica della vertenza”, che invece “è di natura sindacale e aziendale”. [...]