UNA BUONA E UNA CATTIVA NOTIZIA: LA PRIMA È CHE L’INFLAZIONE RALLENTA A SETTEMBRE, LA SECONDA È CHE I CONSUMI DEGLI ITALIANI INCHIODANO PER COLPA DELLA PAURA DEI RINCARI – L’INDICE NAZIONALE DEI PREZZI AL CONSUMO È AUMENTATO DELLO 0,2% SU BASE MENSILE, E DEL 5,3% SU BASE ANNUA (DAL 5,4% DI AGOSTO), GRAZIE ALLA CONTRAZIONE DELLA CRESCITA DEL COSTO DEI BENI ALIMENTARI. MA LA SITUAZIONE È PREOCCUPANTE: LE PERSONE HANNO TAGLIATO DEL 5% GLI ACQUISTI E VANNO A CACCIA DEI PREZZI PIÙ BASSI…
-Estratto da www.ilsole24ore.com
Ulteriore, seppur lieve, rallentamento dell’inflazione a settembre. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, da +5,4% del mese precedente.
La nuova discesa […] risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita annua «si riduce sensibilmente pur restando su valori marcati» (+8,6%). Di contro accelerano i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (carburanti, luce e gas a mercato libero) e dei Servizi di trasporto.
[…] Il rallentamento italiano appare ancora più lieve se andiamo a vedere cosa sta succedendo nell’Eurozona: secondo i dati Eurostat relativi a settembre, su base annua l’inflazione dovrebbe attestarsi al 4,3%, in calo rispetto al 5,2% di agosto.
Considerando le principali componenti dell’inflazione dell’area euro, si prevede che a settembre alimentari, alcol e tabacco registreranno il tasso annuo più elevato (8,8%, rispetto al 9,7% di agosto), seguiti da servizi (4,7%, rispetto al 5,5% di agosto), beni industriali non energetici (4,2%, contro 4,7% ad agosto) ed energia (-4,7%, contro -3,3% ad agosto).
[…] Entrando nel dettaglio l’Istituto spiega che l’andamento si deve prevalentemente al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli alimentari lavorati (da +10% a +9,1%), dei beni durevoli (da +4,6% a +4%) e, in misura minore, dei beni non durevoli (da +5,2% a +4,8%), dei beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +3,9% a +3,7%).
Coldiretti fa notare che frenano decisamente i prezzi al dettaglio dei vegetali con l’aumento che scende dal +20,1% del mese scorso al +13,9% a fronte di una sostanziale stabilità della frutta che cresce del +9,5%.
[…] Si tratta di un segnale importante «ma la situazione resta comunque preoccupante con gli italiani che – sottolinea la Coldiretti - hanno tagliato del 5% le quantità di prodotti alimentari acquistate nel 2023 e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti». […]
L’accelerazione degli energetici
Gli effetti su queste categorie sono stati solo in parte compensati da un’accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla minore flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -29,6% a -27,8%) e dall’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%).
La cosiddetta inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5%, registrato ad agosto, a +4,8%). Si affievolisce, inoltre, la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6%), mentre si accentua quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto.
Gli effetti
Rallentano in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,4% a +8,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,9% a +6,6%). La crescita congiunturale dell’indice generale, secondo quanto spiega l’Istat, si deve principalmente all’aumento prezzi degli energetici sia regolamentati (+2,5%) sia non regolamentati (+1,6%), degli alimentari non lavorati (+0,6%), dei beni semidurevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi) e dei servizi vari (+0,3%). Questi effetti sono stati solo in parte compensati dall’attenuazione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%).
L’inflazione acquisita per il 2023
L’inflazione acquisita per il 2023 risulta pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,2% per la componente di fondo.In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, confrontabile a livello europeo, aumenta dell’1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e del 5,7% su base annua (in accelerazione da +5,5% di agosto).
Il ruolo dei beni energetici
«In settembre, secondo le stime preliminari, l’inflazione - commenta l’Istat - registra un ulteriore, sebbene lieve, rallentamento, scendendo al +5,3 per cento. La nuova discesa del tasso di inflazione risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno si riduce sensibilmente, pur restando su valori relativamente marcati (+8,6%). Per contro, un freno al rientro dell’inflazione si deve al riaccendersi di tensioni sui prezzi dei Beni energetici, in particolare nel settore non regolamentato, che riporta la dinamica tendenziale del comparto su valori positivi, ma anche all’accelerazione dei prezzi dei Servizi di trasporto. Si attenua, infine, la crescita su base annua dei prezzi del carrello della spesa, che a settembre si attesta al +8,3 per cento».