CAPITALI DI (S)VENTURA – DALL’AMERICA ARRIVANO NUOVE BORDATE CONTRO IL FAMIGERATO DDL CAPITALI, PENSATO DA FAZZOLARI PER ACCONTENTARE CALTAGIRONE - IL “COUNCIL OF INSTITUTIONAL INVESTORS”, CHE RIUNISCE FONDI PENSIONE E SOCIETÀ DI GESTIONE GLOBALE, METTE NEL MIRINO I PALETTI ALLE LISTE DEL CDA: “PROCEDURE TROPPO COMPLICATE DOVREBBERO ESSERE EVITATE, PERCHÉ RISCHIANO DI LIMITARE LE OPPORTUNITÀ DI NOMINARE I CONSIGLIERI CANDIDATI E QUINDI POSSONO DISINCENTIVARE GLI INVESTITORI”

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Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

francesco gaetano caltagirone

Per la seconda volta un gruppo di investitori istituzionali internazionali scrive al governo italiano per sottolineare le incongruenze della legge Capitali approvata il 13 marzo 2024.

 

Questa volta si tratta del Council of Institutional Investors, un’associazione non profit e non partisan che si occupa di corporate governance per conto di fondi pensione americani (con asset in gestione per 5 trilioni di dollari), non americani (con altri 4,8 trilioni di asset) e società di gestione globale (con circa 55 trilioni di soldi in gestione).

 

Robert McCormick -Council of Institutional Investors

La potenza di fuoco di queste entità è dunque enorme e hanno ritenuto opportuno scrivere al sottosegretario del Mef Federico Freni che è anche colui che sta coordinando il Comitato che ha la delega per rivedere il Tuf (Testo unico della Finanza) entro un anno dall’approvazione della legge.

 

Gli argomenti nel mirino sono sempre gli stessi, già rilevati da molte associazioni italiane ed europee: la macchinosità per eleggere i consiglieri del board attraverso la Lista del cda uscente, il voto maggiorato e, nel caso della lettera di CII, anche le assemblee a porte chiuse e le fusioni con società non quotate.

 

FEDERICO FRENI ALLE PRESE CON LE SALSICCE A PONTIDA

Dal 2005 in Italia è stato introdotto il voto di lista per tutte le società quotate, con la possibilità di presentare una compagine di minoranza che garantisce una rappresentanza ai soci minori. Questa impostazione, modificata dalla legge Capitali, piace ai grandi fondi pensione che ritengono non debba essere toccata.

 

«Procedure troppo complicate per nominare i consiglieri dovrebbero essere evitate scrive Robert McCormick del CII - . Perché rischiano di limitare le opportunità di nominare i consiglieri candidati e quindi possono disincentivare gli investitori che non hanno dimestichezza con regole complesse o che non possono partecipare di persona alle assemblee ».

 

McCormick non entra nello specifico delle nuove regole per presentare una lista del cda ma enuncia un principio chiave: «I cda devono stabilire procedure chiare per incoraggiare e accogliere i suggerimenti degli azionisti a lungo termine sui potenziali consiglieri attraverso il voto di lista e i cambiamenti in questo processo aggiungono complessità senza portare benefici agli azionisti».

 

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI A CINQUE MINUTI

Bocciati, quindi, i nuovi meccanismi che prevedono la doppia votazione, anche sui singoli nomi, per i consiglieri della lista del cda, e la loro elezione con il metodo proporzionale.

 

Anche perché gli investitori istituzionali […] non vengono in presenza alle assemblee e fanno fatica a dare due indicazioni di voto diverse. «Siamo anche preoccupati su come le assemblee chiuse possono intersecarsi con il nuovo voto in due fasi per il consiglio e come questo possa limitare la possibilità di selezionare i consiglieri», è scritto nella lettera.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

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