IN CATTIVA FED – OGGI LA FEDERAL RESERVE ANNUNCERÀ UNA NUOVA STRETTA MONETARIA: SECONDO GLI ANALISTI, IL COSTO DEL DENARO SARÀ PORTATO AL 5% ENTRO LA FINE DEL PRIMO TRIMESTRE 2023 – ANCHE LA BANCA CENTRALE EUROPEA CONTINUERÀ LA POLITICA DI RIALZO DEI TASSI. LAGARDE SPERA DI FAR RIENTRARE L’INFLAZIONE INTORNO AL 2%. MA C’È IL RISCHIO DI FAR PRECIPITARE L’UE NEL BARATRO DELLA RECESSIONE
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1. BORSA: EUROPA FIACCA DOPO WALL STREET IN ATTESA DELLA FED
(ANSA) - Mercati azionarti del Vecchio continente generalmente di qualche frazione sotto la parità dopo l'avvio di Wall street, con gli operatori che sembrano chiaramente attendere le decisioni della Federal reserve sulla politica monetaria, che saranno pubblicate dopo la chiusura dei listini azionari europei.
In questo contesto la Borsa peggiore è quella di Amsterdam, che cede lo 0,7%, seguita da Parigi in calo di mezzo punto percentuale. Piazza Affari oscilla attorno alla parità, con Prysmian che è il titolo peggiore tra i principali in ribasso del 3,8%. Bene invece Leonardo (+2%), con Tim che lima i guadagni del mattino e ora sale dell'1,7%.
In calo di oltre due punti percentuali in un clima instabile Ferrari dopo la trimestrale, con gli analisti che non premiano la riduzione dei margini anche a causa dell'inflazione. Qualche tensione sui titoli di Stato, con il rendimento del Btp a 10 anni che sale di sei punti base al 4,31% e lo spread nei confronti del Bund tedesco a 216 'basis point' rispetto ai 212 dell'avvio della seduta. (ANSA).
2. FRANCOFORTE NON SI FERMERÀ OGGI SCATTA LA STRETTA DELLA FED
Fabrizio Goria per “La Stampa”
Christine Lagarde è determinata a riportare il tasso d'inflazione intorno al 2%, lo storico parametro della Banca centrale europea (Bce). E per farlo, altri incrementi del costo del denaro arriveranno, dopo quelli di luglio, settembre e ottobre, per complessivi 200 punti base. Ogni decisione, tuttavia, sarà calibrata di volta in volta.
Approccio analogo per la Federal Reserve, che oggi opterà per la nuova stretta. Salvo sorprese, tre quarti di punto anche per la Fed. Lo aveva detto, lo ha confermato. Lagarde preferisce contrastare le fiammate dei prezzi che preoccuparsi di una recessione che, per ora, non si è ancora materializzata nell'area euro.
«Decideremo il percorso futuro e il ritmo dei nostri aumenti dei tassi riunione per riunione» . Lo dice la presidente della Bce, Christine Lagarde in un'intervista alla testata lettone Delfi. «Puntiamo a un tasso di interesse che consenta di raggiungere l'obiettivo di inflazione a medio termine del 2%. La meta è chiara, ma non siamo ancora arrivati. Avremo ulteriori aumenti dei tassi in futuro», ribadisce Lagarde.
L'ipotesi che circola negli ambienti finanziari è di un incremento di 50 punti base a dicembre, ma Germania, Paesi Bassi e Baltici chiedono più incisività contro prezzi al consumo a doppia cifra, per evitare di una spirale tra inflazione e salari. Analoga preoccupazione per la Fed di Jerome Powell, che è chiamata a ulteriori rialzi. Specie in vista di due appuntamenti cruciali per le dinamiche dei prezzi, il Black Friday e le festività natalizie.
Secondo Goldman Sachs, Pennsylvania Avenue porterà il costo del denaro al 5% entro la fine del primo trimestre 2023. Un parziale "pivot", ovvero un rallentamento della normalizzazione della politica monetaria, potrebbe essere annunciato già oggi, per poi essere adottato nel corso del prossimo anno. Importante, alla luce dell'incertezza corrente e della forza del dollaro statunitense sulle altre valute internazionali, sarà un coordinamento con le altre banche centrali. Richiesto a gran voce da Lagarde, ma non ancora attuato da Powell.