CE LA FARÀ ORCEL A SALVARE LA BARACCA UNICREDIT? - IL MERCATO E GLI INVESTITORI SI ASPETTANO UNA SVOLTA RISPETTO ALLA GESTIONE MUSTIER: IL NUOVO AD DOVRÀ PROVARE A RECUPERARE IL GAP CON INTESA SANPAOLO E AUMENTARE LA REDDITIVITÀ. OLTRE A MPS, PUNTERÀ ANCHE BPM? - TRA LA DELIBERA DI NOMINA E QUELLA SULLA MAXI-RETRIBUZIONE C’È UNA DIFFERENZA DEL 22% DEI CONSENSI: I FONDI E GLI ALTRI SOCI FORTI NON HANNO GRADITO CHE LO STIPENDIO SARÀ SGANCIATO DAI RISULTATI, ALMENO PER IL PRIMO ANNO...
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1 - IL RISIKO BANCARIO È IN STANDBY: TUTTI ASPETTANO DI VEDERE LA PRIMA MOSSA DI ORCEL: SI PRENDERÀ MPS O FARÀ UN TORTO AL GOVERNO DRAGHI? DOPODICHE' PUNTERA' AD ACQUISIRE ANCHE BPM, PER COLMARE IL DIVARIO CON INTESA?
https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/sguardo-rivolto-orcel-ndash-risiko-bancario-266959.htm
2 - ORCEL NON SI È ANCORA INSEDIATO CHE E' GIÀ FINITO NEL FUOCO DELLE POLEMICHE PER IL SUO MAXICOMPENSO DI 7,5 MILIONI – PERCHÉ ALLIANZ ASSICURAZIONI HA AUMENTATO LA SUA PARTECIPAZIONE AL 3,112%?
3 - BUSTE PAGA
Da “Anteprima. La spremuta di giornali di Giorgio Dell’Arti"
Andrea Orcel, 57 anni, insediatosi ieri come nuovo amministratore delegato di Unicredit, guadagnerà 7,5 milioni di euro l'anno. Nell'assemblea degli azionisti, la delibera di nomina di Orcel è passata con il sì del 76,31% del capitale, quella sulla sua remunerazione solo con il 54,1 % del sì.
«Tra la delibera di nomina e quella sulla paga è venuto a mancare insomma il 22,2% dei consensi: dunque i fondi e altri soci forti non hanno gradito il maxi-stipendio che almeno per il primo anno sarà sganciato dai risultati» [Fatto] .
4 - PASSA PER UN PELO IL MAXI STIPENDIO DEL BOSS DI UNICREDIT
Camilla Conti per "La Verità"
Andrea Orcel è ancora a Cascais in Portogallo, dove risiede, e non si è ancora insediato nel nuovo ufficio al piano più alto del grattacielo di piazza Gae Aulenti a Milano. Ma da ieri è ufficialmente il nuovo amministratore delegato di Unicredit con uno stipendio da favola: 7,5 milioni di euro l' anno, cinque dei quali in bonus azionari.
Per il primo anno i 5 milioni della componente variabile sono svincolati dagli obiettivi raggiunti, mentre dal 2022 si applicherà «un mix di remunerazione a lungo e a breve termine basato sulla performance». In totale parliamo di oltre il doppio di quello del predecessore, Jean Pierre Mustier: nel 2016 il banchiere francese entrò con 1,2 milioni l' anno di stipendio fisso - dopo un taglio del 40% - e una parte variabile che nel 2019 fu di 2,4 milioni. Nel 2020 ha poi limato del 25% il fisso e donato il variabile alla Fondazione Unicredit.
L' assemblea degli azionisti riunita ieri con il 60,4% del capitale presente, ha detto sì a maggioranza (il 76,31%) alla lista presentata dal cda uscente che candida alla presidenza l' ex ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, e appunto Orcel come ceo. Più di misura, invece, il via libera alla politica in materia di remunerazione 2021, approvata dal 54,1% del capitale presente. Con un delta tra favorevoli e contrari, quindi, del 12%.
Lo scorso anno la politica di remunerazione aveva ottenuto il 96% di voti a favore tra i presenti in assemblea, quella adottata dopo l' arrivo di Mustier nel 2016 aveva incassato l' 87% dei sì.
Poteva andare peggio
Che non sarebbe stato un plebiscito lo si era capito dai forti mal di pancia della vigilia, con la raccomandazione avversa alla nuova politica di remunerazione per il cda ricevuta dai proxy advisor (ovvero le società che supportano i fondi e gli investitori istituzionali internazionali nell' analisi e nella gestione del voto).
Senza dimenticare che il tema dei compensi ha sempre «acceso» gli investitori istituzionali e i fondi stranieri: nel 2020 ci sono state 12 società quotate sul Ftsemib che hanno fatto registrare tra questi azionisti in assemblea un dissenso superiore al 50% sulle politiche di remunerazione, e in sette casi i voti contrari degli investitori istituzionali hanno superato il 70%.
nsomma, poteva andare peggio. Tanto che da Unicredit sottolineano che «questo voto è da considerarsi a favore di una nuova strategia, della lista del cda e del nuovo ceo, in linea con l' obiettivo di rafforzare la performance del gruppo nell' interesse di tutti gli azionisti». Compresi, quindi, i colossi stranieri come Blackrock e Allianz, nonché la Delfin di Leonardo Del Vecchio.
Nei giorni scorsi Unicredit aveva replicato al parere negativo dei proxy Iss e Glass Lewis sul compenso di Orcel sottolineando che «la struttura retributiva prevista per il 2021 per il ceo designato è strettamente legata al primo anno del mandato ed è volta a garantire il giusto livello di competitività e attrazione per un dirigente di alto livello».
Al momento non è dato sapere quanto percepirà Padoan: il compenso del presidente verrà comunicato nel materiale assembleare del prossimo anno. E l' importo sarà deciso dal cda, nominato ieri. Va comunque ricordato che, a differenza dell' amministratore delegato, il presidente non ha parte variabile ma solo retribuzione fissa. E che la remunerazione del suo predecessore, Cesare Bisoni, era di 881.651 euro. Padoan, cooptato nel board il 13 ottobre 2020, ha finora percepito come amministratore non esecutivo 25.540 euro.
Dagli stipendi ora i riflettori si spostano sulla strategia. Chi si aspetta una mossa sul tavolo del risiko bancario, volge lo sguardo verso Siena e il Monte dei Paschi controllato ancora dal Mef. Ma è difficile che Orcel si metta subito al lavoro su eventuali dossier: prima dovrà occuparsi della revisione dell' organigramma, della riorganizzazione commerciale e del nuovo piano industriale, previsto entro la fine dell' anno.
in direzione oppostaTra l' altro, lo stesso premier Mario Draghi non sembra avere ancora preso in mano la pratica senese: «Queste cose saranno guardate, decise, analizzate dal governo nelle prossime settimane», ha detto durante la conferenza stampa dello scorso 10 aprile. Di certo, il Monte è nel passato sia dell' ad sia del presidente: Orcel ha suggerito a Mps di acquisire Antonveneta per 9 miliardi di euro nel 2007 e Padoan come ministro dell' Economia ne ha gestito il salvataggio dieci anni dopo.
Nei mesi scorsi in piazza Affari si è anche scommesso su una possibile fusione tra Unicredit e il Banco Bpm. Che sempre ieri ha riunito l' assemblea dei soci approvando con oltre il 97% dei voti favorevoli la politica in materia di remunerazione.
I vertici dell' istituto guidato da Giuseppe Castagna e presieduto dall' ex numero uno di Mps, Massimo Tononi, nel corso del 2020 si sono ridotti del 45% gli incentivi a breve termine, hanno posticipato al 2021 il piano di long term incentive con conseguente contenimento ulteriore dei compensi variabili dell' anno e hanno rinunciato a parte dei compensi per destinarli al contrasto dell' emergenza Covid.