COMUNQUE VADA, PER BIG TECH SARÀ UN SUCCESSO – KAMALA HARRIS È CONSIDERATA UN’AMICA DEI COLOSSI DELLA SILICON VALLEY: È CALIFORNIANA. HA INGAGGIATO COME CONSULENTE IL COGNATO, TONY WEST, VICEPRESIDENTE DI UBER, E HA IL SOSTEGNO DI 200 INVESTITORI DELL’AREA. TRUMP PIACE AI RICCONI A STELLE E STRISCE PERCHÉ VUOLE ABBASSARE LE TASSE ED È ALFIERE DELLA DEREGULATION CHE LI RENDEREBBE ANCORA PIÙ RICCHI E POTENTI. ANCHE SE IL SUO VICE, JD VANCE, È UN NEMICO DICHIARATO DI GOOGLE…

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Estratto dell’articolo di Massimo Basile per "La Repubblica"

 

KAMALA HARRIS DONALD TRUMP

[…] Alla fine gli investitori si sono mantenuti saldi e Aphabet, la capogruppo di Google, è rimasta invariata (-0,06%). La sentenza di un giudice federale che ha condannato il motore di ricerca per monopolio poteva infatti gelare gli umori e far deragliare i tecnologici. Così non è stato.

 

[…]  negli Stati Uniti adesso la domanda è: dopo le elezioni del 5 novembre cambierà l’atteggiamento della Casa Bianca? Il tema incrocia Democratici e Repubblicani.

 

GOOGLE

La battaglia legale contro Google era cominciata nelle ultime settimane dell’amministrazione Trump ed è proseguita con quella di Joe Biden. Kamala Harris, candidata presidente per i progressisti, è considerata “amica di Big Tech”, per via della sua origine californiana, la grande amicizia con Tony West, vicepresidente di Uber e suo consigliere personale, e il sostegno di duecento investitori dell’area.

 

I Repubblicani l’hanno accusata di essere la “marionetta della Silicon Valley”, ma è da vedere se Harris prenderà le distanze in modo netto dalla linea dura portata avanti da Biden, anche perché ci sono altre battaglie legali dell’Antitrust e che vedono coinvolte multinazionali come Amazon, Apple e Meta.

 

DONALD TRUMP JD VANCE

Anche dal fronte Trump arrivano segnali contrastanti: da un lato i ricchi investitori californiani hanno puntato sul tycoon, considerato garante della deregulation, ma la scelta di J. D. Vance come vice ha frenato gli entusiasmi. Il senatore dell’Ohio è un nemico dichiarato di Google, ha accusato i Big Tech di aver “falsato il processo politico” e di diffondere disinformazione. Ma lui stesso continua a sostenere che nel 2020 le elezioni sono state truccate […].

 

Nel limbo di una elezione presidenziale, Google farà ricorso con l’obiettivo di seguire l’esempio di Microsoft, che venticinque anni fa venne portata in tribunale con l’accusa di pratiche monopolistiche e poi aveva trovato un accordo con il governo Usa.  […]

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