I CORRENTISTI PIANGONO E LE BANCHE GODONO - GLI ISTITUTI ITALIANI NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2023 APPROFITTANO ALLA GRANDE DEL RIALZO DEI TASSI: DIFFONDERANNO UTILI PER CIRCA 5 MILIARDI DI EURO, IL DOPPIO DELLO SCORSO ANNO. LA REDDITIVITÀ SI AGGIRA INTORNO AL 10% PER GLI AZIONISTI. ALLA FACCIA DEI VENTI DI RECESSIONE CHE ALEGGIANO SUI MERCATI (E DEI COSTI DEI MUTUI, CHE CONTINUANO A CRESCERE…)

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Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”

 

LAGARDALAND - MEME BY EMILIANO CARLI

Le crisi di marzo non hanno intaccato la messe di profitti degli istituti italiani, che a giorni diffonderanno un raddoppio degli utili, circa 5 miliardi di euro nel primo trimestre, quasi il doppio del 2022 e grazie ai nuovi rialzi dei tassi. E i venti di recessione che scuotono i mercati europei in questa fase non paiono poter compromettere un’annata che per molti batterà il 2022 dei record, con una redditività attorno al 10% per gli azionisti dei maggiori istituti quotati.

 

Il miglioramento deriva soprattutto da una misura di politica monetaria: il rialzo dei tassi di sconto della Bce, che tra gennaio e marzo è proseguito di circa 87 punti base (e siamo già oltre il +1% sui dati al 21 aprile), che allarga la forbice tra i prestiti e gli oneri pagati sulla raccolta dei banchieri. Specie quelli italiani, particolarmente lento a trasferire i rincari ai depositanti: nemmeno un decimo del rialzo dei tassi è passato ai conti correnti, su cui le banche a marzo — dato medio dell’Abi — pagano lo 0,26%, mentre il tasso medio sui loro prestiti è ormai al 3,81%.

 

conto corrente 1

I dati delle banche saranno diffusi tra il 3 e l’11 maggio. E diversi uffici studi che hanno formulato previsioni, come Barclays, Deutsche Bank, Kepler Cheuvreux, Mediobanca, convergono sul fatto che il margine d’interesse sarà «il fattore decisivo degli utili trimestrali, e permetterà di rivedere al rialzo rating e prospettive di utile».

 

[…] Le tensioni di metà marzo, con fughe di depositi multimiliardarie in Svizzera e negli Usa, paiono assenti tra i correntisti italiani, malgrado la remunerazione che ricevono: l’Abi a marzo censisce 1.783 miliardi di euro di depositi, 4 miliardi meno del mese prima e circa 15 miliardi meno rispetto a gennaio. Poca cosa: Barclays ha ipotizzato che il calo dei depositi italiani, lo 0,8% nel trimestre, sia finito soprattutto nei 10 miliardi di Btp comprati dal largo pubblico italiano nel periodo, e pari a un decimo del totale emesso dal Tesoro nel 2023.

 

ANDREA ORCEL CARLO MESSINA

[…] E nel confronto rispetto a un anno fa c’è un altro elemento positivo: gli accantonamenti per le perdite su crediti, voce centrale insieme al lavoro dei costi bancari, dovrebbero dimezzare rispetto al primo trimestre 2022, perché allora l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi aveva indotto Intesa Sanpaolo e Unicredit ad accantonamenti specifici per oltre un miliardo.

 

Un anno dopo le esposizioni dei due gruppi in Russia, pur presenti,sono state molto ridotte, e così i rischi: quindi si rilasceranno altri utili. Ma non sono solo i rischi russi, a fare meno paura: il concetto vale anche per le perdite derivanti dalla prossima, probabile recessione in Europa.

 

[…] Il settore bancario è tra i più ridenti in Europa, anche nel 2023. Quello italiano da gennaio in Borsa è salito in media del 17%. E secondo il coro degli analisti potrebbe continuare a farlo, specie sui grandi istituti commerciali Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper.