CRONACA DI UNA CRIPTO-INCULATA: COME HA FATTO SAM BANKMAN-FIELD A FREGARE TUTTI CON FTX? DOPO IL CROLLO DELL'IMPERO DELLE CRIPTOVALUTE DA 32 MILIARDI, MOLTI DEI CLIENTI E PERSONAGGI NOTI CHE HANNO SPONSORIZZATO LA PIATTAFORMA SONO CASCATI DAL PERO - "SBF", SI ERA COSTRUITO UN NETWORK DI CONOSCENZE PER LEGITTIMARE LA SUA IMMAGINE - TRA I "FREGATI" CI SONO TOM BRADY E L'EX MOGLIE GISELE BUNDCHEN, I CESTISTI STEPH CURRY E SHAQUIL O'NEIL E L'ATTORE LARRY DAVID - MA "BLOOMBERG" AVEVA ALIMENTATO DUBBI SU FTX SETTE MESI PRIMA DELLO SCANDALO… - VIDEO
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Matteo Persivale per www.corriere.it/sette
Da una parte c’erano Mario Draghi («Le criptovalute non sono realmente valute, sono asset a altissimo rischio. Un euro è un euro - oggi, domani, tra un mese, è sempre un euro. Dietro l’euro c’è la Banca centrale europea. Dietro le criptovalute cosa c’è?») e il presidente di Berkshire Hathaway, Warren Buffett («Se mi offrite terreni coltivabili per 5 miliardi di dollari io ve li compro subito, ma se mi offrite tutti i bitcoin del mondo dico no, perché i bitcoin non fanno niente, se ne stanno lì fermi, e alla fine dovrei trovare qualcuno a cui rivenderli a mia volta»).
Dall’altra parte c’erano la modella Gisele Bündchen e il marito, il campione di football americano Tom Brady, bellissimi, magari non simpaticissimi, di limitata facondia ma con una sceneggiatura ottimamente scritta per promuovere, in uno spot diventato inevitabilmente virale, FTX, un intermediario di criptovalute, un po’ exchange (per acquistare criptovalute) e un po’ piattaforma tout court (per scambiare azioni tokenizzate).
FTX sembrava in grado di spodestare Binance dal podio di “banca” numero 1 nel campo delle criptovalute ed è invece riuscito a bruciare una trentina di miliardi di euro dei suoi clienti in uno dei casi di bancarotta più clamorosi - e, francamente, bizzarri - della storia della finanza. Al centro del disastro - FTX aveva tra l’altro anche moltissimi clienti italiani - ci sono l’enfant prodige di FTX, Sam Bankman-Fried, 30 anni, e la sua fidanzata (o ex-fidanzata, a giudicare da una recente intervista di “SBF” come lo chiamavano i fan delle criptovalute) Caroline Ellison (figlia di due professori del MIT), 28 anni.
Ellison dirigeva Alameda Research, società “sorella” di FTX che, si è scoperto poi, investiva - “giocava alla roulette”, ha tagliato corto un editoriale di Forbes - i soldi dei clienti di FTX. Bankman-Fried veniva descritto come una sorta di Einstein delle criptovalute (forse per la similitudine delle due chiome, ingovernabili dal pettine), dormiva in ufficio su una poltrona tipo “pouf” fantozziano Anni 70, mangiava solo cibo vegano e giocava ai videogame durante le riunioni, partecipava a conferenze insieme con Tony Blair e Bill Clinton nella sede alle Bahamas di FTX, sponsorizzava lo stadio dei Miami Heat del campionato di basket Nba, veniva intervistato da New Yorker e Vogue.
VOGUE E LA ‘BENEDETTA’ COLLABORAZIONE DELLA MODELLA
Proprio Vogue, sei mesi fa, aveva benedetto la collaborazione tra Gisele Bündchen e Bankman-Fried, e il ruolo di Bündchen come ambasciatrice dell’azienda: «L’ultima campagna della leggenda della passerella potrebbe essere la più importante alla quale abbia mai preso parte. Come volto dell’exchange di criptovalute FTX, Bündchen appare accanto al ceo e fondatore Sam Bankman-Fried in immagini eleganti scattate dal fotografo Nino Muñoz...
Le immagini colpiscono, ma il loro scopo è la sostanza piuttosto che lo stile. La campagna segna il nuovo ruolo di Bündchen come responsabile delle iniziative ambientali e sociali di FTX e annunciano l’impegno di Bankman-Fried a donare un miliardo di dollari a cause di beneficenza nel corso del prossimo anno».
In più, Vogue aggiungeva anche le parole pronunciate dalla modella alla conferenza SALT Crypto a Nassau, Bahamas, inquietantissime alla luce degli ultimi sviluppi: «Ciò che mi ha entusiasmato di questa partnership è stato l’impatto che possono avere le persone quando uniscono i loro sforzi, molto più di qualsiasi cosa un singolo individuo possa realizzare da solo».
«VOGLIO AVERE IL MASSIMO IMPATTO GLOBALE»
Allarmante anche il virgolettato che Bankman-Fried scelse per la campagna pubblicitaria: «Voglio avere il massimo impatto globale». Da quello storico accordo nacque per l’appunto lo spot di Bundchen e del marito Tom Brady.
Eccoli, con l’iPhone stretto in mano per leggere la sceneggiatura in caso di emergenza a mo’ di mini-gobbo elettronico, la felpa morbida e la mascella squadrata lui, il maglione chiaro e l’abbronzatura appena accennata lei, Gisele & Tom chiacchierano sereni in cucina (tutta in legno chiaro, ampia come un campo da calcio o meglio da football americano), i gigli del Nilo in un vaso sul tavolo, i forni cromati hi-tech sullo sfondo.
«Tu ci sei?», chiede la modella al marito campione di football? «I’m in», risponde lui, “ci sono”. E da lì in poi, lo spot consiste in Brady al telefono con numerosi americani dalle vite normali - il pompiere, la pescivendola, il barista, il cuoco di una tavola calda a buon mercato, la dottoressa in sala operatoria, l’infermiera, il pensionato - per chiedere se ci sono anche loro. «I’m in», rispondono malauguratamente, tutti a investire i risparmi di una vita in FTX.
AL VIA UNA GIGANTESCA CLASS ACTION
Mentre “SBF” affrontando la possibilità di guai a livello penale (aver scelto come sede aziendale le Bahamas, che amano la deregulation bancaria, lo protegge, ma fino a un certo punto), quelli civili sono garantiti: sta partendo una gigantesca class action capitanata dall’avvocato David Boies che negli Anni 90 fece dannare Microsoft, per cercare di recuperare almeno parte dei soldi dei clienti di FTX.
Ma Boies chiederà i danni anche a Bündchen e Brady. I due, nel frattempo, hanno annunciato la loro separazione e al di là del gossip non pare azzardato immaginare che aver perso - a quanto pare - 70 milioni di dollari nel collasso di FTX (45 milioni lui, 25 milioni lei) abbia esacerbato problemi che la coppia già aveva.
LA DOMANDA INEVITABILE: COM’È STATO POSSIBILE?
La domanda inevitabile, a questo punto, è esattamente quella che le persone normali si ponevano nel 2008-2009 con il collasso di Lehman: come è stato possibile? Come è stato possibile che legalmente Alameda e FTX potessero sostenersi a vicenda, e come faceva Alameda - sostanzialmente un hedge fund - a utilizzare come bancomat, di fatto, FTX e i soldi dei suoi clienti, al netto dell’ovvia necessità di fondi che aveva Alameda per gestire la sua attività di trading.
La volatilità del mercato delle criptovalute, i dubbi sulla solidità di FTX, la corsa di molti risparmiatori a chiudere i loro conti con l’exchange hanno così inevitabilmente fatto crollare sia Alameda sia FTX, causando miliardi di dollari di perdite per i clienti che ora si trovano in mano crediti che, temono molti investigatori ora al lavoro, siano di fatto inesigibili.
E neppure quello di Lehman è un paragone davvero calzante: John Jay Ray, uno degli avvocati incaricati di indagare su come sia possibile ristrutturare il debito di FTX in vista del processo di bancarotta, ha definito la situazione «senza precedenti« in una dichiarazione al tribunale fallimentare degli Stati Uniti, attaccando FTX per la «concentrazione del controllo nelle mani di un gruppo molto ristretto di individui inesperti, non sofisticati, e potenzialmente compromessi».
Perché come è possibile che una “comune” di ragazzi dal curriculum fino a quel momento non entusiasmante possa mettere in ginocchio il mercato globale delle criptovalute, provocare forte pressione politica in favore di una regolamentazione più severa del settore, oltre ovviamente a bruciare i risparmi di privati, fondi pensione e università?
Il tabloid inglese Daily Mail, sempre pruriginoso, ha scovato il blog - su Tumblr, ora cancellato - di Ellison, nel quale lei tra una discussione sulle relazioni poliamorose che la legavano ai colleghi (nulla di male, ovviamente), una citazione di Harry Potter e un commento sull’utilità delle anfetamine scrive cose illuminanti come «non sono entrata in questo business come una vera sostenitrice delle criptovalute. Si tratta principalmente di truffe e di meme, quando si arriva davvero al punto».
LO SCHEMA PONZI
Al di là del folklore, dei trader che dormivano sotto la scrivania e facevano la doccia nella palestra dell’ufficio, dei videogame e delle orge, in tempi non sospetti, cioè il 25 aprile, Bankman-Fried aveva ammesso in un’intervista sconcertante che FTX si avvaleva, sostanzialmente, di uno schema Ponzi, una truffa piramidale.
Nel tentativo di spiegare come funziona un metodo abbastanza complesso del business delle criptovalute, lo yield farming (volto a raccogliere interessi depositando la propria criptovaluta in un “pool” insieme con altri utenti per poi, ad esempio, organizzare un prestito di criptovaluta) “SBF” si lascia scappare con il podcast di Bloomberg Odd Lots un’ammissione. Quasi sette mesi prima del collasso di FTX, mesi nei quali non è successo nulla. Bankman-Fried chiede agli ascoltatori di immaginare una scatola.
«Crei un’azienda che costruisce una scatola, e i venditori di questa scatola tenteranno di farla passare come una sorta di invenzione che cambierà il mondo, che rivoluzionerà la finanza. A quel punto puoi mettere valute digitali come Ethereum in quella scatola, e ottenere un pagherò. Il passaggio successivo è che gli sviluppatori emettano un token.... Questo token viene quindi scambiato, conferendogli una capitalizzazione di mercato maggiore, facendo in modo che altri partecipanti al mercato lo notino e lo considerino prezioso... Riconosco che non è del tutto chiaro che questa cosa dovrebbe avere una capitalizzazione di mercato».
IL DUBBIO DI BLOOMBERG SETTE MESI PRIMA
A quel punto il giornalista di Bloomberg, Matt Levine, interviene, definendo il metodo appena descritto da Bankman-Fried come “cinico” e paragonandolo a un vero e proprio schema Ponzi. Cioè a una truffa. Bankman-Fried invece di difendersi afferma sereno che «va bene, va bene, penserò cinicamente... Quindi hai queste scatole ed è una cosa un po’ stupida, ma qual è lo scopo del gioco? Questa scatola vale zero ovviamente. Ma d’altra parte, se tutti ora pensano che questo token valga una capitalizzazione di mercato di un miliardo di dollari, questo è ciò a cui le persone lo stanno valutando e in un certo senso ha quella capitalizzazione di mercato».
Bankman-Fried aveva fatto esattamente questo, un token: e gli investitori, allettati dagli sconti, usavano FTT per fare trading su FTX, facendo guadagnare sia FTX sia Alameda. L’exchange ha iniziato a utilizzare FTT per effettuare investimenti del valore di miliardi di dollari.
I RISCHI ORMAI NOTI DI CERTI PRODOTTI FINANZIARI
Il New York Times ha trovato una presentazione agli investitori del 2019 che diceva: «FTT sarà la spina dorsale dell’ecosistema FTX», promettendo agli investitori e ai clienti «liquidità garantita» (dovrebbero spiegarlo adesso, per esempio, ai 100mila italiani che avevano investito con FTX). Nella presentazione, c’era un avatar - un cartoon - di Bankman-Fried che faceva il segno del thumbs-up con il pollice e diceva: «È davvero così facile!».
Grottesco, ma non come la risposta che nel 2021 Caroline Ellison, la ceo che a Alameda Research supervisionava i trader di criptovalute, diede a un’intervista per la serie 30 Under 30 di Forbes. Una delle domande era: che consiglio darebbe a sé stessa da ragazza, se potesse avere la macchina del tempo? «Direi a me stessa di essere meno contraria a prendere rischi».
Alla radice di tutto c’è un duplice problema: nel 2008-2009 il mondo ha avuto la dimostrazione, molto dolorosa (il Pil italiano non si è di fatto più ripreso da quella crisi), che ci sono prodotti finanziari tanto innovativi e complessi da presentare rischi spaventosi, e questi rischi raramente vengono considerati in tutto il loro potenziale distruttivo dal legislatore (specialmente quello americano).
NESSUNO VUOLE FARE LA FIGURA DI CHI NON CAPISCE LE NOVITÀ
L’altro aspetto del problema è che le criptovalute, e il caso di FTX lo dimostra plasticamente, sono riuscite - pur essendo nate come sistema decentralizzato, indipendente, tracciabile sulla blockchain - a miscelare i limiti del sistema finanziario tradizionale e lo spirito sperimentale del settore tech in un cocktail esplosivo.
Bankman-Fried in bermuda, con i capelli sconvolti, la maglietta chiazzata di cibo ingurgitato alla scrivania in una postazione più da “gamer” che da ceo aveva il physique du rôle del genio dell’informatica, un po’ timido nerd (secchione) un po’ arrogante douchebro da associazione studentesca universitaria a fini di goliardia, con il vantaggio di parlare una lingua difficilmente comprensibile da investitori istituzionali e alla maggior parte di quelli retail - e nessuno vuole fare la figura di quello che non capisce le novità, quello che si lascia scappare la «new new thing».
Compresi Bündchen e Brady, che ora divorzieranno dopo 13 anni di amore (e due figli), divorzio che analisti legali prevedono forzatamente amichevole per poter svolgere ogni procedura in modo riservato, in mediazione, visto che un normale processo vedrebbe lavare in aula i panni degli asset - e dei debiti - di entrambi, e visto che i postumi della mazzata presa con l’investimento in FTX si sentiranno per anni anche nelle finanze dei ricchissimi ex-coniugi.
LARRY DAVID E I RISCHI DELLA CLASS ACTION
L’unico che pensava di averla fatta franca? Il comico Larry David, uno dei creatori di Seinfeld, uno degli uomini più ricchi di Hollywood: il suo spot - scritto e interpretato per FTX - faceva davvero ridere. Non fare come Larry, il titolo. La trama: David, dalla preistoria a oggi, prende una serie di decisioni sbagliate, maltrattando l’inventore della ruota, della forchetta, del wc, e tentando di stracciare la neonata costituzione degli Stati Uniti perché «volete dare il diritto di voto agli idioti?».
David non ha investito in FTX, è stato pagato in dollari e non in “token”. Però, da brand ambassador dell’azienda, sarà coinvolto nella class action dei creditori e deve ora inoltrare parte del compenso di FTX a dei bravi avvocati che dovranno spiegare a un giudice perché un testimonial pubblicitario non è responsabile delle azioni del suo datore di lavoro.
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