CRONACA DI UN “COMPLOTTO” – PALENZONA ERA DIVENTATO SEMPRE PIÙ INGOMBRANTE. MA PER CHI? I VELENI ADELLA FONDAZIONE CRT NELLE CHAT INVIATE DALL’EX FEDELISSIMO DI PALENZONA, ANTONELLO MONTI, A ROBERTO MERCURI, BRACCIO DESTRO DEL PRESIDENTE: MONTI AVREBBE RICEVUTO UNA COMUNICAZIONE DA “AMBIENTI ECCLESIALI” IN CUI LO SI ACCUSAVA DI NON ESSERE STATO TRASPARENTE. SAREBBE QUESTO IL MOTIVO PER CUI SI SAREBBE ADEGUATO ALLE DECISIONI DEI “PATTISTI”. SOLO UN’ESCAMOTAGE PER GIUSTIFICARE IL CAMBIO DI CASACCA? COSA C’È DI VERO SULLE COERCIZIONI “ESTERNE”?
-Estratto dell’articolo di Claudia Luise per www.lastampa.it
L’inizio della fine dell'avventura di Fabrizio Palenzona alla guida della Fondazione Crt (durata meno di un anno) probabilmente va datato 19 aprile. Quel giorno è prevista la riunione del Consiglio d’amministrazione, in cui alcuni membri contesteranno al presidente di aver inviato al ministero dell’Economia una segnalazione sul “patto occulto” tra un gruppo di consiglieri - senza avvertirli - e sfiduceranno il segretario generale Andrea Varese.
La riunione del cda è fissata per le 17, ma a quell’ora sono presenti soltanto Palenzona, il vicepresidente Maurizio Irrera e uno dei consiglieri, Marco Giovannini. Alle 17,30 si fa vivo Antonello Monti, una delle figure decisive del risiko Crt: ex fedelissimo di Palenzona, indicato come portavoce del patto all'interno del cda, alla fine il suo voto è stato decisivo per ribaltare a sfavore di Palenzona la maggioranza in cda.
Monti scrive a Roberto Mercuri, il braccio destro del presidente: «Cinque dell’indirizzo (il Consiglio d'indirizzo, ndr) mi hanno convocato a una riunione». Poco dopo, scrive nuovamente: «Mi stanno attaccando». Tra i fedelissimi di Palenzona scatta l’allarme, tanto che Giovannini va a cercare il collega per portarlo alla riunione del cda.
Lo trova in una saletta insieme con tre consiglieri d’amministrazione - Caterina Bima, Davide Canavesio e Anna Di Mascio - e cinque d’indirizzo: Paolo Garbarino, Gianluca Gaidano, Amedeo Rosboch, Giuseppe Tardivo ed Elisabetta Mazzola.
Si tratta di otto persone che - insieme con l’ispiratore, Corrado Bonadeo - avevano progettato di costruire il patto ora all’esame del Mef che potrebbe anche arrivare a sciogliere la fondazione qualora accertasse che il tentativo di costituire una struttura parallela agli organismi della Crt ne abbia minato il funzionamento.
Il tono dei messaggi inviati da Monti a Mercuri si fa sempre più drammatico: «Mi hanno dato una lettera terribile». Nessuno ha potuto visionarla ma è lo stesso Monti più tardi a descriverne il contenuto direttamente a Palenzona: una comunicazione proveniente da ambienti ecclesiali con cui lo si accusava – […] di non essere stato trasparente nella sua attività. «Mi hanno messo all’angolo», si sfoga. E rivela di essere stato invitato ad adeguarsi alle decisioni dei partecipanti alla riunione cui era stato convocato poco prima, vale a dire i 3 membri del cda e i 5 del Consiglio di indirizzo.
Il resto è cronaca: il cda si riunisce, Palenzona finisce sotto attacco e Varese viene sollevato dall'incarico. A tarda sera Monti scrive ancora a Mercuri: «Oggi è stata la distruzione di vent’anni di mio percorso nella Chiesa. Sono distrutto. Mai contro te e il presidente che siete persone speciali. Scusami».
È il messaggio di chi si sta giustificando per aver cambiato casacca: Monti, con il suo voto in cda, è stato determinante per sfiduciare Varese e ha posto le basi per mettere spalle al muro Palenzona. Ma i suoi messaggi - a meno che non siano un’escamotage per non assumersi responsabilità - sembrano raccontare quasi una coercizione: un uomo che ha subito forti (e indebite) pressioni dall’interno della fondazione e dall’esterno. E a cui è stata di fatto imposta una linea.
[…] l’episodio che vede al centro Monti - nella duplice veste di protagonista del “patto” ma anche, apparentemente, leale a Palenzona - sembra raccontare che il patto […] nei fatti era già operativo al punto che alcuni promotori organizzavano riunioni nelle quali pianificavano la linea da tenere. E chiedevano ai colleghi di adeguarsi, esattamente come prevedeva una delle bozze dell’accordo: decisioni a maggioranza ma valide per tutti.
Ora è compito degli organismi di vigilanza del ministero far luce sui fatti, valutare cioè se quel che emerge dalle chat e dai resoconti sia innanzitutto veritiero e poi configuri una serie di illeciti tali da rendere necessario commissariare la Crt. Un’ipotesi che - anche negli ambienti politici e istituzionali - viene considerata sempre più probabile. […]