DAGOREPORT - CHE CI FACEVA ALESSANDRO MICHELE, FRESCO DI DIVORZIO GUCCI, NEI PRESSI DELLA SEDE ROMANA DI BULGARI, CELEBERRIMA MAISON DI ALTA GIOIELLERIA? – COSA C’ENTRA CON ANELLI E COLLIER LO STILISTA CHE HA IMPOSTO IL GENDER FLUID SULLA SCENA DEL TAGLIA E CUCI? INVECE, ESISTE UN GUCCI GIOIELLI - I RUMORS SPIFFERANO CHE L’OFFERTA DI BULGARI PER MICHELE SAREBBE CONCRETA MA, A QUANTO PARE, NON ANCORA CORRISPOSTA. IL NUOVO DIRETTORE ARTISTICO DI GUCCI DOVREBBE ARRIVARE PRIMA DI NATALE. E IL NOME CHE CIRCOLA È QUELLO DEL BRAVISSIMO JW ANDERSON…
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Che ci faceva Alessandro Michele, fresco di divorzio Gucci, nei pressi di Lungotevere Marzio a Roma? Il caso vuole che da quelle parti apra le sue porte la sede di Bulgari, celeberrima maison di alta gioielleria di proprietà di Arnault, rivale storico di Pinault, proprietario di Gucci/Kering.
Intanto, sorge spontanea la domanda: che c’entra con anelli e collier lo stilista che ha imposto il gender fluid sulla scena del taglia e cuci? Invece, esiste un Gucci gioielli: ‘’tra i lasciti più importanti di Michele per Gucci c’è proprio la collezione d’alta gioielleria che nasce da un profondo amore per il collezionismo dei gioielli” – vedi articolo a seguire di “Vogue”.
I rumors spifferano che l’offerta di Bulgari per Michele sarebbe concreta ma, a quanto pare, non ancora corrisposta. Dall’altra parte, il nuovo direttore artistico di Gucci dovrebbe arrivare prima di Natale. E il nome che circola è del bravissimo JW Anderson , stilista irlandese trentaseienne, attuale direttore creativo di Loewe (uno dei quattro brand che firma).
ALESSANDRO MICHELE E LA SUA PASSIONE IMMENSA PER I GIOIELLI TRASMESSA DALLA NONNA, A PARTIRE DA UN ANELLO PER OGNI DITO
Selene Oliva per https://www.vogue.it/moda/article/alessandro-michele-gioielli-gucci
Questa vuole essere una lettera d'amore, oltre che di stima, per il lavoro che ha realizzato Alessandro Michele da Gucci. Tutti conoscono la sua fabbrica dei desideri che ha prodotto accessori di ogni genere rimescolando passato e presente, mantenendosi sempre fedele al DNA della maison fiorentina. D'altronde i suoi studi sono stati eseguiti all'Accademia di Costume e Moda di Roma, fondata da una visionaria come Rosana Pistolese. E la sua traccia più importante, però, è stata lasciata proprio all'interno del segmento della gioielleria.
A colpo d'occhio si capisce la sua passione immensa per i gioielli: basta guardarlo per notare subito le sue mani dove ogni dito è adornato da un anello scultoreo, mentre ai polsi o al collo possono spuntare delle rarità feticcio. Ancora una volta, questa volta con la sua immagine, crea nuovi desideri in chi lo osserva.
È il potere di Alessandro Michele che, dopo alcuni timidi passi con la sua prima sfilata per Gucci (vi ricordate le chiacchierate pantofole pelose o le bluse di seta per l'uomo?!), ha svelato molto del suo “io” attraverso il dettaglio. Per lui il gioiello va oltre l'elemento décor (di abbellimento, per intenderci) ma diventa un distillato di creatività alla portata di mano (anche letteralmente parlando).
E ora che la notizia è ufficiale (sì, Alessandro Michele lascia le vesti di Direttore Creativo di Gucci), è difficile immaginare la maison dalla doppia “G” senza le sue antologie o sinfonie. Senza quelle collezioni permeate di cultura, storia, costume che subito diventano moda se lette con lo spirito contemporaneo. L'immagine che più gli si addice, con quelle dita adornate di meravigliosi anelli (o amuleti?), è quella di un Re Mida che trasforma in oro tutto quello che luccica.
La nonna, una grande collezionista di gioielli
Bisogna andare indietro nel tempo, quando la nonna di Alessandro Michele colleziona per pura passione gioielli di ogni tipo, per lo più dalle fattezze grandi e bold. Lo scrigno è un tesoro per la creatività del nipote che rimane affascinato da ogni pezzo trovato e raccolto. Alessandro, così, cova un particolare amore per i monili soprattutto per quelli che nascondono una storia, giunti a lui dopo lunghi viaggi, anche nel tempo.
Diventa un affamato collezionista: cammei, alcuni scolpiti nella lava, gioielli inglesi di epoca vittoriana, micro-mosaici neoclassici italiani, ma anche gioielli della scuola romana e pietre preziose. La tecnica e la costruzione lo affascinano, la sua immaginazione esegue voli pindarici per trasformare metallo e gemme in piccoli capolavori da indossare, per lo più dal sapore retrò che conferiscono quel tipico tocco mistico a ogni suo gioiello.