DAGOREPORT! COME È RICICCIATO FABRIZIO PALENZONA? - DOPO ANNI DI GUAI GIUDIZIARI, IL TONITRUANTE DEMOCRISTO PIEMONTESE È TORNATO ALLA RIBALTA COME PRESIDENTE DI PRELIOS, GRAZIE ALL’AIUTO DI BANCA INTESA - LA CONQUISTA DI CRT DIVENTA UN BOCCONE GOLOSO GRAZIE AL FATTO CHE LA FONDAZIONE TORINESE HA IN TASCA L'1,9% DI UNICREDIT (CON ORCEL AL COMANDO DIVENTATA COMPETITOR DI INTESA), E UN'ALTRA DELL'1,8% DI BANCO BPM. E PALENZONA, PRESIDENTE DI CRT, PROMETTE DI RIAPRIRE TUTTI I GIOCHI PER LE FONDAZIONI, MA SOPRATTUTTO PER UNICREDIT…
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DAGOREPORT
Come è ricicciato Fabrizio Palenzona, dopo anni di oscurità? “Passato indenne e senza macchia attraverso le indagini sui furbetti del quartierino ma soprattutto attraverso l’inchiesta della Direzione antimafia di Firenze per favoreggiamento a Cosa nostra” (vedi il pezzo a seguire), il tonitruante democristiano piemontese, grazie all’aiuto di Banca Intesa, è tornato alla ribalta come presidente di Prelios (la ex Pirelli Real Estate).
L’operazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt) diventa un boccone goloso grazie al fatto che la Fondazione ha in tasca l'1,9% del capitale di Unicredit, con Orcel al comando diventata competitor di Intesa, e un'altra dell'1,8% nel capitale di Banco Bpm.
Intimo di Gaetano Micciché, attuale presidente della divisione Imi del gruppo Intesa Sanpaolo e vicepresidente di Prelios, Palenzona si mette in moto. Il “Camionista” conosceva molto bene il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio Forza Italia) ma aveva contro il sindaco di Torino, il piddino Stefano Lo Russo.
Qui entra in ballo Banca Intesa che lo promuove da Lo Russo. Una volta ottenuto il via libera del sindaco, ha vinto il duello con Giovanni Quaglia (alcuni consiglieri di Crt non gli hanno perdonato l’avventura in Generali in appoggio alla lista di Caltagirone, uscita sconfitta). Ora il duello Intesa-Unicredit ha un nuovo e abilissimo king maker (del resto, è stato vicepresidente di Unicredit dal 1999 al 2017).
RIECCO PALENZONA, TORNATO PER COMANDARE
Giovanna Faggionato - https://www.editorialedomani.it/economia/riecco-palenzona-tornato-per-comandare-o2ai3tfq
Rieccolo. Dopo il ritorno di Paolo Scaroni sulla scena delle grandi partecipate di stato, il ritorno in prima fila di Fabrizio Palenzona, eletto presidente della fondazione Crt. E questo secondo ritorno si annuncia già carico di conseguenze, con un programma che se letto in filigrana promette di riaprire tutti i giochi per le fondazioni, ma soprattutto per le banche italiane, di rimettere in moto operazioni congelate per molto tempo, in perfetta sintonia con chi oggi è al governo.
Passato dalla presidenza della Federazione autotrasportatori italiani attraverso la politica, alla fondazione Crt e poi alla scalata vera che lo ha promosso vicepresidente di Unicredit, passato indenne e senza macchia attraverso le indagini sui furbetti del quartierino ma soprattutto attraverso l’inchiesta della Direzione antimafia di Firenze per favoreggiamento a Cosa nostra, Palenzona nel 2021 ha dovuto lasciare dopo 18 anni la presidenza della associazione dei concessionari autostradali, ultimo suo legame con il mondo delle infrastrutture tramite Benetton, ma rimaneva in ogni caso presidente di Prelios (la ex Pirelli Real Estate).
Non gli bastava più. Battendo il presidente uscente di Crt, Giovanni Quaglia, che almeno per il primo mandato è stato il “suo” presidente, è pronto a far sentire il peso della terza fondazione bancaria italiana.
LE FONDAZIONI DEVONO SERVIRE
Le fondazioni devono servire, è la convinzione di Palenzona, in linea peraltro con tutti coloro, decisori politici ma non solo, che hanno deciso da qualche tempo che l’epoca in cui le fondazioni andavano tenute alla larga dai mercati è bella che finita.
E la sua di fondazione è al momento azionista di Unicredit e di Banco Bpm, di cui ormai da anni si vocifera di un possibile matrimonio. E poi c’è Mps che il governo deve cercare di vendere, magari a pezzi, e nel cui aumento di capitale le fondazioni e pure le casse di previdenza hanno avuto un ruolo cruciale.
E in questo caso parliamo delle casse di previdenza che fanno parte del patto di sindacato di Banco Bpm proprio con Crt. E ancora: la grande partita Mediobanca – Generali, dove l’amico Francesco Gaetano Caltagirone ha provato a dare battaglia con l’aiuto anche della fondazione Crt, e su cui però anche Intesa Sanpaolo potrebbe avere qualcosa da dire.
Il programma di Palenzona punta esplicitamente al coordinamento tra le fondazioni, a partire da quelle del nord ovest, che significa soprattutto coordinamento tra la prima e la terza fondazione italiana, Compagnia di Sanpaolo e Crt. E il suo programma, almeno per la parte messa in chiaro per conquistare la poltrona di presidente, risulta perfettamente coerente con gli indirizzi dell’ultima legge di bilancio che offre più autonomia di investimento alle casse di previdenza e che offre incentivi alle piccole fondazioni per aggregarsi.
All’interno del governo il nuovo presidente ha buoni rapporti con Guido Crosetto, piemontese come lui, e fuori dal governo il suo interventismo è comunque apprezzato perché è da tempo che manca un regista del sistema. A Milano tutti sanno che dopo Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo per 22 anni, c’è solo Giuseppe Guzzetti: ha ancora enorme influenza, ma non si può essere registi comandando da dietro il palcoscenico e a Torino ora c’è un uomo di potere che quel potere vuole chiaramente esercitarlo.