DAGOREPORT! - DOMANI ARNAUD DE PUYFONTAINE, SCORTATO DAL SUO NOVELLO CONSIGLIERE ITALICO, DANIELE RUVINETTI, HA APPUNTAMENTO CON IL TENERO FACTOTUM DELLA DUCETTA, GIOVANBATTISTA FAZZOLARI. VENERDÌ PROSSIMO TOCCHEREBBE A SALVINI - MOTIVO DI TANTO AGITARSI ISTITUZIONALE? VIVENDI CERCA IL CONSENSO DEL GOVERNO AFFINCHÉ CONVINCA IL REFRATTARIO MINISTRO DEL MEF GIANCARLO GIORGETTI, CHE ATTRAVERSO CDP È AZIONISTA TIM, AD AZZERARE PIETRO LABRIOLA AL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE DEL 4 MAGGIO…

-


DAGOREPORT

ARNAUD DE PUYFONTAINE

Domani faranno il loro ingresso a Palazzo Chigi, il plenipotenziario di Vincent Bolloré e ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, scortato dal suo novello consigliere italico, Daniele Ruvinetti, ex Telecom.

 

Lor signori hanno appuntamento con il tenero factotum della Ducetta, Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all’attuazione del programma di governo. Invece Gaetano Caputi, capo gabinetto della Meloni, alla richiesta di incontro ha risposto ai francesi di Tim “grazie, preferisco di no”. Venerdì prossimo toccherebbe a Salvini scambiare quattro chiacchiere con Ruvinetti.

 

DANIELE RUVINETTI

Motivo di tanto agitarsi istituzionale? L’azzimato De Puyfontaine cerca il consenso del governo affinché convinca il refrattario ministro del Mef Giancarlo Giorgetti, che attraverso la Cdp è azionista di Tim con una quota alla soglia del 10% nonché di Open Fiber al 60%, ad azzerare l’amministratore delegato Pietro Labriola al Consiglio d'Amministrazione del 4 maggio.

 

Peraltro Labriola è la stesso manager che Vivendi scelse appena un anno e mezzo fa, facendo fuori Gubitosi, cambio che ha poi portato a uno smantellamento dei quadri apicali, per la gioia di Vivendi. Ora, chissà per quale motivo, Labriola non va più bene a De Puyfontaine; oplà, vuole una nuova governance.

 

PIETRO LABRIOLA TIM

A monte di tutto, c’è la via Crucis dello scorporo: Rete unica e Tim servizi. I francesi vogliono essere ricompensati con 31 miliardi, ora pare scesi a 26: cifra che non sta né in cielo né in terra visto la stato della rete (non si fa più manutenzione dall’epoca di Tronchetti Provera). Per trovare la quadra, vedrete, prima o poi, spunterà una soluzione alternativa. Solo con lo scorporo della Rete Unica, Tim Servizi potrà fondersi con un altro gestore telefonico (in Italia sono cinque, e sono troppi).

 

VIVENDI, PIÙ RICAVI E PIÙ ESTERO «L’ITALIA PARTE DELLA NOSTRA STRADA»

Andrea Biondi per “il Sole 24 Ore”

 

MELONI FAZZOLARI

Non che i messaggi critici di Vivendi nei confronti dell’attuale corso di Tim non fossero già emersi con il forcing delle ultime settimane oltre che certificati dall’esito dell’assemblea del 20 aprile conclusa con la bocciatura di bonus e incentivi per i manager, incluso l’ad Pietro Labriola. Da Parigi, dove si è svolta l’assemblea degli azionisti della media company che fa capo alla famiglia Bolloré, ieri sono però arrivate altre picconate, che inevitabilmente appaiono rivolte ai vertici dell’ex monopolista.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

L’Italia «fa parte della nostra strada e ci vogliamo restare» ha detto il ceo Vivendi, Arnaud de Puyfontaine. Ma la «situazione è insolita» e bisogna aprire un «nuovo capitolo». L’obiettivo di Vivendi, è quello di «assicurare che il reale valore del gruppo e della sua rete sia riconosciuto», chiarisce. In tal senso «è in corso un dialogo» con «le istituzioni in Italia e altri stakeholder», una interlocuzione che «sta andando avanti».

 

E infine, per non lasciare spazio a dubbi: «Saremo attivi nel prossimo capitolo che sarà scritto e la valutazione della nostra quota in Tim avrà un valore maggiore rispetto a oggi». Concetti contro i quali c’è da pensare che andranno a infrangersi le proposte per la rete Tim fatte da Kkr (19 miliardi più 2 di earn out) o dalla cordata concorrente composta da Cdp e Macquarie (19,3 miliardi).

 

Non che la decisione spetti solo a Vivendi. Ma è pur sempre la voce dei primo azionista. Gli occhi sono così puntati all’assemblea Tim del 4 maggio chiamata a esprimersi mentre il mercato continua a dare i suoi segnali con un titolo che anche ieri ha perso l’1,3% portando a 996,6 milioni, fra azioni ordinarie e risparmio, la capitalizzazione della società telefonica italiana persa dal 18 aprile (78,4 milioni nella seduta di ieri) e scesa a 5,6 miliardi (di cui 4,08 per le ordinarie).

 

bollore de puyfontaine

Certo, c’è di fondo la domanda sull’alternativa: non passare per lo spin-off della rete non consentirebbe ai francesi «di ricavare un valore migliore», sottolineano gli analisti di Oddo Securities. Si vedrà. Intanto la strategia di internazionalizzazione di Vivendi vede il punto ora più qualificante nella conquista di Lagardère con la Commissione europea verso una decisione entro metà giugno.

 

 

Che passerà attraverso la cessione di Editis per la quale Vivendi ha sottoscritto con la Imi del magnate ceco Daniel Kretinsky un’opzione per vendita del 100% della società editoriale. Quanto ai conti, Vivendi ha chiuso il primo trimestre con ricavi per 2,29 miliardi (+3,3% e +2% a perimetro e cambi costanti). L’assemblea, presente il 69,89% del capitale, ha approvato tutte le 32 delibere, compresi i conti. Disco verde anche sulla distribuzione di un dividendo ordinario in contanti pari a 0,25 euro per azione.

DANIELE RUVINETTI
fazzolari meloni

ARNAUD DE PUYFONTAINE