DELFIN È SEMPRE PIÙ RICCA, MA GLI EREDI DEL VECCHIO NON GODONO – SENZA UN ACCORDO PER MODIFICARE LO STATUTO DELLA HOLDING, IL DIVIDENDO PER I SEI FIGLI DEL PAPERONE DI AGORDO, PIÙ NICOLETTA ZAMPILLO E ROCCO BASILICO, SI LIMITA AL 10% DELL’UTILE. E COSÌ, NONOSTANTE GLI 890 MILIONI DI CEDOLE DA RECORD, RICEVERANNO TRA GLI 8 E I 9 MILIONI A TESTA…
-Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per il "Corriere della Sera"
Un anno record per redditività e crescita di valore delle partecipate. Da EssilorLuxottica (32,5%), Generali (9,9%), Mediobanca (19,9%) e Unicredit (2,5%) all’immobiliare Covivio (27,6%), oltre ad alcune partecipazioni minori. Un parterre di quote che ha restituito a Delfin un flusso di dividendi pari a 890 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2022.
Con la previsione che questa ricchezza […] possa superare per la prima volta un miliardo di euro nel 2024. È la fotografia di Delfin restituita dal bilancio 2023 approvato ieri all’unanimità in Lussemburgo dal board della cassaforte della famiglia Del Vecchio, presieduta da Francesco Milleri.
La crescita della multinazionale fondata da Leonardo Del Vecchio — arrivata a quota 25,4 miliardi di ricavi e a un valore alla Borsa di Parigi vicino a 95 miliardi — unita alla corsa al listino da parte delle banche hanno dato la spinta al valore di Delfin facendo lievitare del 50% a 40 miliardi il valore di mercato delle sue partecipazioni in soli 24 mesi. «Ringrazio l’amministratore delegato Romolo Bardin e tutto il cda per i risultati raggiunti — ha detto Milleri — che sono il frutto del nostro impegno per realizzare, con il sostegno della famiglia, la visione del nostro fondatore».
Da sola la quota in Essilux (che ha un valore di mercato di 31 miliardi) genera un dividendo di circa 600 milioni. Da Mediobanca (2,5 miliardi, +60% negli ultimi 24 mesi) e Generali (3,5 miliardi, +60%) potrebbero arrivare oltre 300 milioni mentre dagli investimenti in Unicredit (+253%) e Covivio dovrebbero contribuire attorno a 160 milioni.
Un andamento legato a risultati industriali ma anche al confronto tra gli azionisti. Dai numeri non è emerso l’utile netto della cassaforte. Ma in base al bilancio 2022 si può arrivare a una stima. Tenendo conto che la struttura di costi della holding è «leggera» e che il 5% dell’utile va da statuto alla Fondazione Leonardo Del Vecchio, il mercato stima che l’ultima riga del bilancio potrebbe arrivare a oltre 700-750 milioni, una cifra non lontana da cento in più rispetto a un anno fa.
Si tratta di risorse che sarebbero disponibili nel caso in cui gli otto soci che posseggono il 12,5% a testa di Delfin decidessero la distribuzione di una cedola straordinaria, utile a concludere gli ultimi passi della successione di Leonardo Del Vecchio. In assenza di un accordo, il dividendo per i sei figli di Del Vecchio più Nicoletta Zampillo e Rocco Basilico si limita al 10% dell’utile, nel rispetto del tetto definito nello statuto. Come dire che i singoli azionisti riceveranno tra 8 e 9 milioni a testa. Nulla vieta loro di riunirsi e decidere un innalzamento del tetto, cosa possibile solo se voteranno all’unanimità. L’auspicio di arrivare a un’intesa è forte e concreto ma non a un passo .