IL DRAGONE È AZZOPPATO, E L'INDIA PRENDE IL VOLO – NELL’ULTIMO TRIMESTRE DEL 2023 L’ECONOMIA DI NEW DELHI È CRESCIUTA DELL’8,4%, BEN OLTRE LE STIME DEGLI ANALISTI (NELLO STESSO PERIODO LA CINA SI È FERNATA AL +5,3%) – BARCLAYS: “L’INDIA CONTINUA AD ACCELERARE E STACCA IL RESTO DEL MONDO” – DECISIVO IL DOPPIO AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI E DEI CONSUMI INTERNI – OTTIME NOTIZIE PER IL PREMIER, NARENDRA MODI, IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL PROSSIMO APRILE…
-Estratto dell’articolo di Marco Masciaga per “il Sole 24 Ore”
A meno di tre mesi dalle elezioni, il governo di New Delhi ha annunciato ieri che nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia indiana è cresciuta di un sorprendente 8,4%, superando abbondantemente le stime degli analisti. Nel diffondere i dati, il ministero delle Statistiche ha anche rivisto al rialzo il Pil dei due trimestri precedenti, saliti entrambi all’8%, e aggiornato le stime sull’anno fiscale 2023-2024 che si concluderà il prossimo 31 marzo e che dovrebbe chiudersi con una crescita del 7,6%, anziché del 7,3%, confermando l’India come la più dinamica tra le grandi economie mondiali.
«La revisione dei dati dimostra che l’India sta crescendo dell’8% e sta accelerando, staccando il resto del mondo», spiega Rahul Bajoria, un economista di Barclays. Il consenso di un gruppo di analisti interpellati da Reuters, anche in considerazione del rallentamento della crescita mondiale, era per una leggera frenata della crescita del Pil al 6,6%, in linea con il 6,5% previsto dalla Reserve Bank of India.
Secondo Bajoria i dati sugli investimenti sarebbero indicativi di una ripresa delle spese capex, dopo che per mesi gli economisti avevano lamentato la scarsa propensione agli investimenti del settore privato.
Altri osservatori hanno indicato nel gettito fiscale uno dei fattori determinanti nell’impennata del Pil, sottolineando come il valore aggiunto lordo, o Val, (ovvero il Pil al netto di tasse e sussidi) degli ultimi tre mesi del 2023 sia sceso al 6,5% contro un dato del 7,7% per i tre mesi precedenti. […]
Il dato sul prodotto interno lordo pubblicato ieri dal governo è l’ultimo a essere reso noto prima delle elezioni che decideranno la composizione della prossima Lok Sabha, la camera bassa del Parlamento indiano. Il principale partito di governo, il Bharatiya Janata Party (Bjp) del primo ministro Narendra Modi, parte favorito dopo aver vinto nel 2014, nel 2019 e dopo aver conquistato, lo scorso novembre, la guida di tre Stati considerati in bilico dai sondaggisti, innescando la quasi-implosione dell’opposizione.
Nel dettaglio, negli ultimi tre mesi del 2023 il settore manifatturiero è cresciuto dell’11,6%, quello delle costruzioni di oltre il 9 per cento e gli investimenti di oltre il 10%. I consumi privati, che in India valgono circa il 60% del Pil, hanno dato segni di ripresa (+3,5%) rispetto al trimestre precedente (+2,4%). La spesa pubblica ha invece registrato una contrazione del 3,2% contro l’incremento dell’1,4% dei tre mesi precedenti.
I dati meno incoraggianti sono quelli provenienti dal settore agricolo che vale circa il 15% del Pil, ma dà un impiego – anche se irregolare – a circa il 40% degli indiani in età da lavoro. Nel trimestre da ottobre a dicembre l’output delle campagne ha registrato una contrazione dello 0,8% contro il +1,6% dei tre mesi precedenti, un dato che spiega almeno in parte due cose: il fatto che oltre 800 milioni di indiani, circa il 57% della popolazione, continuino a ricevere gratuitamente 5 chili di riso e grano al mese […]
Il dato sulla contrazione del settore agricolo è destinato a riaccendere il dibattito sulla forma assunta in India dalla ripresa economica post-pandemia. Secondo le voci più critiche dell’operato del governo, si tratterebbe di una ripresa a K con una divaricazione dei destini tra chi riesce a capitalizzare sulla forte crescita dei settori più dinamici e chi invece – complici inflazione, elevati tassi di disoccupazione e bassi livelli retributivi e di istruzione – si trova spinto ai margini. […]