IL DRAGONE SI È ADDORMENTATO - CONTRORDINE COMPAGNI! QUESTO NON SARA’ IL "SECOLO DELLA CINA" - DOPO QUARANT’ANNI DI SVILUPPO RECORD, PECHINO HA RALLENTATO LA CRESCITA ECONOMICA - SECONDO LE PREVISIONI DEL 2010 IL PIL CINESE AVREBBE DOVUTO SUPERARE QUELLO AMERICANO ENTRO LA FINE DI QUESTO DECENNIO (NEL 2022 IL PRIMO ERA IL 18.5% RISPETTO A QUELLO GLOBALE, CONTRO IL 25.3% USA) - LE STIME HANNO RIMANDATO IL SORPASSO (SE MAI AVVERRA’) DI ALMENO DIECI ANNI – I MOTIVI SONO DUE: IL CALO DEMOGRAFICO CINESE E IL RALLENTAMENTO DELLA PRODUTTIVA’
-Estratto dell’articolo di Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
«Contrordine: questo non sarà «il secolo cinese». Per anni si è detto e scritto: così come il Novecento è stato il secolo americano, i primi cento anni del terzo millennio saranno sotto il segno della Cina. Si era convinti che il Prodotto interno lordo del Paese avrebbe superato quello degli Stati Uniti entro questo decennio.
Non succederà e non è detto che accada dopo. Il gigante asiatico ha infilato quarant’anni di crescita mai vista nella storia, per dimensioni e velocità, e in termini di parità di potere d’acquisto è già la prima economia del pianeta: ora il fenomeno è alla fine.
È un cambio di stagione che toglie credibilità all’obiettivo di Pechino di estendere la propria egemonia in Asia e nel mondo. Una realtà della quale si parla poco ma che influenza le scelte di Xi Jinping ed è destinata a incidere straordinariamente sul futuro.
Misurato in dollari, il Pil nominale cinese era, a fine 2022, il 18,5% di quello globale, contro il 25,3% di quello americano. Nel 2010, le previsioni più accreditate del «sorpasso» indicavano la fine degli Anni Venti del nostro secolo. Il settimanale Economist si era addirittura avventurato a fissare il 2019 come l’anno fatale. Ora, lo slancio cinese viene ridimensionato. Il centro di ricerca londinese Cebr ha rivisto la sua previsione e ha spostato il superamento dal 2028 al 2036.
L’ Economist Intelligence Unit l’ha posticipato dal 2026 al 2032 e poi al 2039. Un numero non piccolo di economisti dubita che l’economia della Cina possa mai superare quella degli Stati Uniti e, anche se dovesse accadere, il suo primato durerebbe poco, ci sarebbe poi un controsorpasso. Le ragioni di fondo sono due.
La prima è la demografia. Già quest’anno, la popolazione cinese ha iniziato a ridursi e, via via che passerà il tempo, il calo sarà imponente. È un campo nel quale le previsioni possono non essere precise, fatto sta che, al momento, lo scenario di base delle Nazioni Unite prevede che nel 2100 i cinesi saranno poco più di 766 milioni, quasi dimezzati rispetto al miliardo e quattrocento milioni di oggi.
L’Accademia di Scienze Sociali di Shanghai immagina addirittura una caduta possibile a 587 milioni a fine secolo. Un crollo straordinario. Già nei prossimi Anni Trenta, i cinesi in età da lavoro (15-64 anni) diminuiranno di cento milioni, secondo l’Onu: se la Cina non sorpasserà gli Usa nel prossimo decennio, non riuscirà mai a farlo. La crescita demografica è uno dei motori della crescita economica: se c’è una contrazione del numero di abitanti e di lavoratori, l’economia non corre.
La seconda ragione è che in Cina rallenta l’aumento della produttività del lavoro, cioè della seconda gamba della crescita. E le politiche messe in atto da Xi stanno peggiorando la situazione: hanno riportato le leve dell’economia sotto il controllo del Partito Comunista e annichiliscono il grande potenziale di iniziativa privata dei cinesi. Oltre a problemi di bolla immobiliare che si sta sgonfiando, di autorità locali indebitate, di settore finanziario informale fuori controllo, di disoccupazione giovanile sopra al 20%, Pechino inizia a registrare un taglio degli investimenti dall’estero, negativi per 12 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2023. A Pechino, cambi di politiche e riforme capaci di mutare queste tendenze non sono in vista.
La combinazione di inverno demografico e produttività stagnante è destinata a diventare una camicia di forza per l’attività produttiva. Uno dei centri di studio meno pessimisti sulla Cina, il britannico Cebr, prevede che il sorpasso sugli Usa potrebbe avvenire nel 2036 ma durare solo una ventina d’anni.
Poi, il Pil cinese sarebbe di nuovo sorpassato da quello americano — negli Stati Uniti aumenteranno gli abitanti da 334 a 433 milioni entro fine secolo e la produttività continuerà a crescere — e anche da quello dell’India. Le ipotesi del Cebr al 2100 sono spettacolari: il Pil degli Usa sarà del 45% maggiore di quello della Cina ma al primo posto ci sarà l’India, la cui economia è prevista del 90% più grande di quella cinese e del 30% di quella americana.
[…] Xi Jinping dovrà scegliere quale strada imboccare: il declino della Cina promette di essere formidabile come lo è stato il boom degli scorsi quarant’anni.