ERA IL POSTO PERFETTO PER LAVORARE...MA HA FATTO CRAC - NELL’UFFICIO DELL’AGENZIA DI COMUNICAZIONE “MEDIA PRODUCTION”, VICINO TREVISO, C’ERA UN’AREA DEDICATA ALLA “RICREAZIONE” CON TANTO DI VIDEOGIOCHI E UN “MANAGER DELLA FELICITÀ” - PRATICAMENTE UN AMBIENTE DI LAVORO IDEALE SE NON FOSSE PER IL FATTO CHE L’AZIENDA È FINITA A GAMBE ALL’ARIA SEPOLTA DAI DEBITI - ALCUNI DIPENDENTI NON HANNO RICEVUTO LO STIPENDIO E IL FONDATORE BASSEL BAKDOUNES HA DOVUTO ANNUNCIARE IL FALLIMENTO...

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Estratto dell’articolo di Denis Barea per www.corriere.it

 

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Animali domestici ammessi in azienda, spostamenti tra i vari uffici su skateboard, un'area dedicata alla «ricreazione», con videogame, una palestra e un «manager della felicità», il cui lavoro era finalizzato a creare il clima più sereno sul posto di lavoro. Media Production, già Velvet Media Italia, azienda di comunicazione di Castelfranco Veneto, Treviso, sembrava un vero Bengodi per chi cercava un lavoro creativo.

 

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Ma era tutto troppo bello per essere vero: la società, fondata e guidata Bassel Bakdounes, nata come casa editrice nel 2013 poi trasformata in una holding per la gestione del marketing per conto di oltre mille aziende del Nord Italia e con un organico di circa 150 persone, è stata sepolta da oltre 7 milioni di euro di debiti, di cui almeno 5,5 con il Fisco.

 

A mettere nero su bianco i numeri del fallimento (il 17 aprile era stata emessa sentenza in cui veniva dichiarata la liquidazione giudiziale, finalizzata a ripartire quel che era rimasto in cassa a favore dei creditori) è stato il giudice Lucio Munaro, che ha fissato una nuova udienza il 14 novembre, in cui si dovranno verificare i crediti effettivamente vantati dalla società.

 

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La situazione drammatica dell'azienda (che ha «fondato» un altro gruppo industriale, almeno nominalmente diverso, verso cui sarebbero migrati parte dei clienti) era venuta alla luce a primavera, quando un gruppo di dipendenti aveva dichiarato di non aver ricevuto una parte della retribuzione - si parla di due o tre mensilità - oltre alla tredicesima e alla quattordicesima. Altri invece avevano già presentato le dimissioni e sarebbero rimasti in attesa del trattamento di fine rapporto.

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La società, da parte sua, si era inizialmente trincerata dietro al fatto che la situazione non era così grave come poteva sembrare, spiegando come la crisi finanziaria fosse dovuta a due grossi insoluti relativi al 2022. 

 

Ad aprile, però, era arrivata la chiusura forzata, sotto il peso delle richieste economiche di fornitori e degli ex dipendenti, che da soli vanterebbero tra i 4 mila e i 40 mila euro ciascuno. E così, costretto ad alzare bandiera bianca, Bassel Bakdounes era arrivato a parlare di problemi legati ad un dipendente che, occupando una posizione apicale, avrebbe tirato la «sola». E aveva promesso persino azioni giudiziare verso il collaboratore infedele.  […]

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