LA FASE 2? QUELLA DEL CROLLO DEI MERCATI – MILANO CHIUDE IN FORTE RIBASSO NEL PRIMO GIORNO DI PARZIALE RIAPERTURA DOPO L’EPIDEMIA: -3,7 PER CENTO PER I TIMORI DI UN TRACOLLO ECONOMICO E PER LA TENSIONE TRA USA E CINA – L’INDICE PMI DEL MANIFATTURIERO AD APRILE AL MINIMO STORICO DI 31,1 (MA SI TEMEVA PURE PEGGIO)
-Flavio Bini e Raffaele Ricciardi per www.repubblica.it
Seduta pesante a Piazza Affari nel giorno dell'avvio ufficiale della Fase 2, quella che 'libera' dal blocco 4,4 milioni di Italiani, con i mercati finanziari registrano i nuovi dati sull'andamento delle industrie per avere un ulteriore ritorno di quanto profonda sia la cicatrice economica del coronavirus. E tornano a preoccuparsi per la tensione sull'asse Washington-Pechino.
Le Borse europee chiudono in forte ribasso mentre procede contrastata Wall Street. A Milano, Piazza Affari cede il 3,7 per cento. Si stacca in rialzo solo Fincantieri, dopo la maxi-commessa dagli Usa. Da segnalare anche un contratto che oggi Saipem ha annunciato, nel mar Baltico, per 280 milioni di valore.
Fanno male anche le altre: Francoforte perde il 3,64%, Parigi il 4,24%. Caso a parte per Londra, che ha già scontato le vendite restando aperta il primo maggio e termina a -0,16%. Negli Stati Uniti alla chisura delle contrattazione in Europa il Dow Jones recupera leggermente rispetto all'avvio (-0,82%) e il Nasdaq avanza dello 0,5%.
L'indice Pmi sul manifatturiero italiano ad aprile è crollato al minimo storico di 31,1 punti (sotto quota 50 indica contrazione) da 40,3 a marzo; le aspettative erano ancor più nere, a quota 30. Anche negli altri Paesi è un tracollo: 34,5 punti in Germania, 31,5 in Francia. Di nuovo in Italia, Confindustria ha stimato un dimezzamento della produzione industriale imn marzo e aprile. Negli Usa, infine, gli ordini alle fabbriche sono scesi del 10,3% a marzo, peggio delle stime.
Dopo il rimbalzo dai minimi di marzo, i listini sono entrati di nuovo in una fase di incertezza: come nota Bloomberg, gli investitori cercano di capire quanto sarà accelerato il ritmo della ripresa, intanto preferiscono non assumersi ulteriori rischi. "E' difficile credere che torneremo ai livelli di marzo", dice un operatore all'agenzia Usa, "ma è probabile ridiscendere nella parte bassa della forchetta delle valutazioni vista ad aprile, quindi un 7-10% sotto i livelli attuali". Non aiutano a stare sereni, in questo senso, le accuse americane alla Cina sull'origine del virus, che fanno risalire la tensione tra le due superpotenze.
I listini asiatici hanno trattato deboli, senza i riferimenti di Tokyo e delle Piazze cinesi che sono rimaste chiuse per festività. Hong Kong chiude in perdita del 4,18%, oltre il -2,5% il bilancio della Borsa di Seul.
Oltre agli indici Pmi, occhi anche sugli ordini alle industrie americane, mentre a mercati chiusi arriverà il dato delle vendite auto in Italia per il mese di aprile: atteso un tracollo, visto il lockdown. I previsori della Bce stimano che il Pil dell'Eurozona calerà del 5,5% nel 2020 per risalire al ritmo del 4,3% nel 2021 e dell'1,7% nel 2022. Per la finanza, in evidenza i risultati trimestrali di Ferrari, che ha rivisto al ribasso i propri target 2020, oltre all'assemblea di Salini Impregilo. L'euro chiude sotto 1,10 dollari a 1,0997 dollari e lo yuan scende ai minimi da sei settimane, dopo le accuse di Washington a Pechino sulla diffusione del coronavirus. Nell'agenda settimanale è previsto il nuovo rating di Moody's all'Italia, venerdì. Intanto lo spread tra Btp e Bund, dopo una fiammata sopra 240 chiude a 234 punti.
Tra le le materie prime, il prezzo dell'oro inverte la rotta e risale sopra sopra i 1.700 dollari l'oncia a 1712 dollari. Ancora in calo il prezzo del petrolio: a New York i future a giugno sul Wti vengono scambiati a 19,68 dollari, in calo dello 0,51%.