Paolo Griseri per la Repubblica
renzi marchionne elkann alla borsa per la quotazione di ferrari
L’obiettivo è quello di superare quota 11, il moltiplicatore che mette in relazione utili e capitalizzazione nelle società del lusso. La trimestrale Ferrari annunciata ieri a Maranello dice che il Cavallino sta raggiungendo l’obiettivo. Se è vero che a fine 2016 il margine operativo lordo (ebitdaadjusted) sarà a 850 milioni, in rialzo dagli 800 milioni del precedente obiettivo, il rapporto tra utile e capitalizzazione sarà superiore a 11 volte, quasi quanto i marchi del lusso come Hermes. Entro la fine del 2017 l’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a un miliardo di margine operativo.
Insomma, sul piano societario la cura Marchionne comincia a dare i suoi frutti. I risultati del terzo trimestre dicono che con consegne sostanzialmente inalterate (+ 1%) i ricavi sono saliti dell’8 per cento e l’utile netto del 20. Cifre che a Wall Street fanno salire il titolo oltre i 53 dollari, per la prima volta oltre la soglia della quotazione di apertura un anno fa. Digerito l’effetto di lancio del titolo, quando le azioni sono state distribuite ai soci Fca e solo successivamente da questi vendute sul mercato, Marchionne punta ora a garantire la crescita continua del valore. Si spiega così l’operazione di pulizia del titolo con il trasferimento a Fca Bank dell’indebitamento finanziario legato agli acquisti delle auto. In questo modo rimangono nel bilancio del Cavallino i 700 milioni di indebitamento industriale ma non i 400 di debiti finanziari.
In ogni caso Marchionne lascia intendere nella conference call che i 700 milioni di indebitamento industriale non sono un grande problema. Potrebbero anzi diventare l’occasione per un buy back. Il dividendo 2016 dovrebbe «essere compreso tra il 25 e il 40 per cento» degli utili ma potrebbe «essere più alto del 2015», quando era stato il 30 per cento dell’utile. Una marcia da marchi del lusso, quasi indifferenti alle ciclicità degli altri mercati, compreso quello dell’auto.
Per quanto riguarda il prodotto l’obiettivo rimane sempre quello di «vendere un’auto in meno di quelle che chiede il mercato». La soglia del 2016 è fissata a 8.000 pezzi mentre per superare la quota psicologica di 10 mila «bisognerà attendere il 2020-2025», dice il presidente di Maranello. A partire dal 2019 invece arriveranno i modelli ibridi nella gamma. Un modo per ampliare l’offerta e ridurre le emissioni di co2, condizione per poter superare un giorno quota 10 mila rispettando le normative ambientali.
Resta il punto dolente delle prestazioni in Formula uno. Il salto dovrà avvenire nei prossimi mesi. La rivoluzione di Marchionne è cominciata dopo l’estate ma dovrà proseguire ancora entro fine anno. Riconfermati i due piloti bisogna completare la riorganizzazione della squadra corse. Non sarà facile tornare ad essere la squadra vincente di un tempo ma dal tono delle risposte date in conference call si capisce che uno degli obiettivi di Marchionne è quello di consegnare al suo successore una Ferrari vincente anche in pista.
Il passaggio delle consegne, come è stato più volte detto in questi mesi, potrebbe avvenire contestualmente a quello di Fca da dove l’amministratore delegato ha annunciato di voler uscire con l’approvazione del bilancio 2018.