ALLA FINE VINCONO I SINDACATI – IL GOVERNO CEDE E PROROGA IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI FINO AD ALMENO IL 21 MARZO. FINO A QUEL GIORNO RESTERÀ IN VIGORE ANCHE LA “CASSA COVID” – CANCELLATI ANCHE I COSTI PER LE IMPRESE, CHE DOVEVANO FARSI CARICO DEL 18% DI CIASCUN ASSEGNO – IL PREZZO DEL GIOCHINO? ALMENO DUE MILIARDI…
-Alessandro Barbera per “la Stampa”
Capita nei momenti di emergenza di poter giustificare scelte impossibili in tempi normali. Giuseppe Conte era stretto fra due fuochi. Da un lato i sindacati, decisi ad ottenere un ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti, fino al punto di minacciare uno sciopero generale.
Dall' altra le imprese, rassegnate a cedere purché lo Stato si facesse carico dei costi.
Nelle ore più difficili della seconda ondata dei contagi il premier ha avuto gioco facile. Ha messo da parte i dubbi dei tecnici del Tesoro, preoccupati delle conseguenze sui conti pubblici, e ha detto sì ad entrambi.
Il blocco delle uscite, già imposto fino al 31 gennaio, verrà prorogato fino ad almeno il 21 marzo, nella speranza che per allora il virus abbia dato tregua. Fino a quella data resterà in vigore la cosiddetta «Cassa Covid», ovvero il sistema di sussidi allargato anche alle categorie di lavoratori di solito esclusi dal beneficio.
Dopo i primi segnali di ripresa il governo aveva introdotto un meccanismo in base al quale le imprese sono tenute a farsi carico di una parte dei costi, fino al 18 per cento di ciascun assegno. Ora Conte ha preso l' impegno a cancellare quel costo almeno fino a che non si tornerà alla normalità. Non da subito però.
In sintesi: nell' ultimo decreto - il cosiddetto «Ristori» - sono previste sei nuove settimane di cassa integrazione che potranno essere utilizzate dal 16 novembre fino al 31 gennaio, la data fino alla quale è oggi normato il blocco delle uscite. Nella legge di Bilancio saranno previste ulteriori dodici settimane di cassa per il 2021, ripristinando la «cassa Covid» gratuita per tutte le imprese, indipendentemente dal fatturato, come era per accaduto nelle nove settimane previste dal primo decreto emergenziale.
A questa nuova finestra di sussidi sarà agganciato l' ulteriore blocco dei licenziamenti. La possibilità di utilizzare la cassa integrazione Covid gratuita dovrebbe essere estesa fino a giugno 2021. Nelle intenzioni dei sindacati fino ad allora dovrebbe essere prorogato anche il blocco delle uscite per motivi economici, ma su questo il governo per ora tiene il punto.
Sempre nella Finanziaria, per evitare il disastro sociale, dovrebbe essere prevista la decontribuzione triennale al cento per cento per le assunzioni degli under trentacinque, delle donne disoccupate al Sud o senza lavoro da almeno due anni su tutto il territorio nazionale.
Il compromesso si è consumato nel giro di poche ore, mentre Conte discuteva delle ulteriori restrizioni con la protezione civile e il Comitato tecnico scientifico. Il premier si è seduto al computer per l' incontro a distanza con le sigle sindacali avendo già di fatto deciso che fare e averlo comunicato a Maurizio Landini - leader della Cgil - e al numero uno di Confindustria Carlo Bonomi. Tutto ciò costerà almeno altri due miliardi, ma un conto preciso è impossibile farlo: molto dipenderà dall' evoluzione della pandemia e dalle ulteriori chiusure che verranno imposte ai commercianti.
Il governo aveva appena finito di spargere ottimismo per la ripresa del terzo trimestre ed eccoci qui. Nel periodo luglio-settembre l' economia italiana ha segnato un recupero del 16,1 per cento e 113mila nuovi occupati, contro il -13 del periodo aprile-giugno. I risultati hanno sorpreso persino i tecnici, che negli ultimi documenti ufficiali avevano ipotizzato un più modesto +13 per cento.
Ora si riparte daccapo: dopo aver approvato proforma una bozza di legge di Bilancio che sperava di evitare la seconda ondata, il governo è costretto a riscriverla, e a farne l' ennesimo strumento di emergenza.