IL FONDO DEL BARILE – NUOVI MINIMI PER IL PETROLIO: IL GREGGIO WTI SOTTO QUOTA 20 DOLLARI. SONO I LIVELLI PIÙ BASSI DAL 2002 – IL TAGLIO ALLA PRODUZIONE APPROVATO DALL’OPEC PLUS ENTRERÀ IN VIGORE SOLTANTO A MAGGIO, E SE L’OFFERTA CONTINUA AD AUMENTARE, LA DOMANDA TRACOLLA: SECONDO L’INTERNATIONAL ENERGY AGENCY LA DOMANDA NEL 2020 SCENDERÀ DI 9,3 MILIONI DI BARILI AL GIORNO
-1 – PETROLIO: WTI IN CALO AI MINIMI DAL 2002, SOTTO 20 DLR
(ANSA) - Nuovi minimi per il greggio Wti che si porta sotto quota 20 dollari al barile, segnando un calo del 2,88% a 19,55 dollari, sui livelli più bassi dal 2002. Secondo l'International Energy Agency (Iea) nel 2020 la domanda globale di greggio segnerà nel corso dell'anno un calo record a 9,3 milioni di barili al giorno.
2 – PETROLIO DI NUOVO A PICCO, L’AIE SVELA CONTRIBUTI MINIMI AI TAGLI DAL G20
Sissi Bellomo per www.ilsole24ore.com
Il quadro degli interventi a sostegno del petrolio ora è completo. E al mercato non piace affatto: le quotazioni del Wti sono di nuovo affondate sotto 20 dollari al barile, ai minimi dal 2002, mentre l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) descriveva i dettagli del piano concordato da Opec Plus e G20, ammettendo che «non esiste nessun accordo fattibile che possa ridurre l’offerta abbastanza da compensare una tale perdita di domanda nel breve periodo».
Il coronavirus e le guerre dei prezzi – non ancora del tutto concluse, se non a parole – hanno devastato le condizioni dei fondamentali. La domanda di greggio, stima l’Aie, è ridotta di quasi un terzo: 29 milioni di barili al giorno in meno questo mese, 26 mbg il prossimo, prima di avviare da giugno una lenta ripresa (a patto che i provvedimenti di lockdown in vigore in 187 Paesi vengano almeno attenuati).
La produzione petrolifera intanto continua a crescere, avverte l’agenzia dell’Ocse. E non smetterà fino a maggio, quando entrerà in vigore il taglio da 9,7 mbg approvato dall’Opec Plus.
«Questo aprile passerà alla storia come il mese nero del petrolio», prevede Fatih Birol, direttore dell’Aie. Il prezzo del barile «potrebbe subire ulteriori pressioni al ribasso nei prossimi giorni e settimane» .
Accanto ai tagli faticosamente approvati dall’Opec e dai suoi alleati il giorno di Pasqua («un bene, ma abbiamo perso due mesi preziosi», afferma Birol) ci sono altre misure in arrivo per contenere l’offerta di greggio: da un lato il calo della produzione di altri big e dall’altro l’accumulo di scorte strategiche. Ma i numeri forniti dall'Aie hanno deluso e comunque il loro impatto sul mercato sarà molto graduale.
Nel frattempo l'industria petrolifera «testerà i limiti di capacità del sistema logistico »: a fine maggio potrebbe non esserci più spazio per stoccare i barili in eccesso, teme l’Agenzia, prevedendo che in alcune aree questo obbligherà a fermare del tutto le trivellazioni.
La riduzione “obbligata” dell’output e l’accumulo di scorte sono due dei tre pilastri del piano globale a sostegno del petrolio, che l’agenzia Ocse ha cotribuito a progettare. Ma i dettagli finalmente resi noti da Birol confermano che il G20 non è riuscito a conquistare un largo appoggio.
Il contributo ai tagli (in base alle leggi dell’economia, che agiscono lentamente) arriverà solo da Usa, Canada, Brasile e Norvegia al di fuori dell’Opec Plus e ammonterà a 3,5-3,6 mbg.
Quanto alla collaborazione dei Paesi consumatori, a tirarsi indietro non sono stati soltanto i Paesi europei ma anche il Giappone: Usa, Cina, India e Corea del Sud sono le uniche potenze mondiali ad essersi impegnate a comprare greggio per le riserve strategiche, per un totale di 200 milioni di barili. Questo dovrebbe avvenire nell’arco di tre mesi, prevede Birol, andando ad accrescere i “tagli” di 2 mbg.