FORZA, ITALIANI, È ARRIVATO IL MOMENTO DI SPENDERE – LA GENTE NON SI FIDA DI CONTE E TIENE I SOLDI BEN FERMI SUI CONTI CORRENTI – ANCHE CON LA FASE DUE IL GRUZZOLO DI RISPARMI DEGLI ITALIANI HA CONTINUATO AD AUMENTARE DI 21 MILIARDI (QUASI 1 AL GIORNO) - L'UNICO PIANO DI "GIUSEPPI" È INONDARE DI SUSSIDI E BONUS INUTILI, VISTO CHE POI RIMANGONO PARCHEGGIATI – AD APRILE LE VENDITE AL DETTAGLIO SONO CALATE DI UN ALTRO 10,5%. COSÌ NON LA SFANGHEREMO MAI…
-1 - GLI ITALIANI RISPARMIANO UN MILIARDO AL GIORNO
Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”
Certo, durante il lockdown i suoi indici di gradimento sono andati alle stelle, tutti pendevano dalle sue labbra durante le conferenze stampa serali del fine settimana in cui ci comunicava se potevamo andare a mangiare un trancio di pizza con la mascherina o a trovare un congiunto senza salutarlo, le donne hanno addirittura iniziato a trovare sexy il suo ciuffo finto spettinato. Ma la realtà è che gli italiani del presidente del Consiglio non si sono mai fidati.
Anzi, sono mai stati così preoccupati per il proprio futuro da quando Giuseppe Conte ha iniziato a promettere che sarebbe andato tutto bene. Non ci credete? Ebbene, andate a prendere il bollettino che mensilmente l'Associazione bancaria italiana (lo potete facilmente trovare sul sito internet) diffonde e scorrete la tabella sui depositi. conti correnti
A marzo, primo mese di chiusura di oltre la metà delle imprese italiane, con stipendi sospesi, contratti a termine non rinnovati e fatturati azzerati, i soldi sui conti correnti degli italiani sono aumentati di ben 18 miliardi rispetto al mese precedente e di ben 86 miliardi rispetto all'anno scorso (+5,7%) raggiungendo l'impressionante quota di 1.602 miliardi.
Il fenomeno non si è arrestato ad aprile, secondo mese di lockdown. I depositi sono balzati a 1.620 miliardi (18 in più sul mese, 102 sull'anno). Va bene, direte voi, ma insieme ai redditi in quei due mesi si sono paralizzati anche i consumi e chi ha avuto la fortuna di continuare a lavorare (da casa o in presenza) ha inevitabilmente risparmiato qualcosa. Benissimo.
Vediamo cosa è successo a maggio, con la fase due, la riapertura dei negozi, la possibilità di spostarsi e, da metà mese, anche di andare al ristorante o al pub. Il gruzzolo che gli italiani tengono sui conti correnti è lievitato a 1.641 miliardi, con un balzo di 21 miliardi rispetto ad aprile (quasi uno al giorno) e di ben 115 miliardi (+7,6%) sul 2019.
Qui non si tratta di fisiologiche oscillazioni, di flussi altalenanti, ma di una crescita che non si era mai vista negli ultimi due anni. Stiamo parlando di 115 miliardi. Più dei 75 messi sul piatto dal governo per il rilancio, enormememente di più delle risorse che potrebbero arrivare dal Mes o dal fondo Sure per la cassa integrazione.
Ieri il presidente della Consob, Paolo Savona, ha ricordato che gli italiani hanno un patrimonio impressionante. Una ricchezza che sfiora i 10mila miliardi di euro e supera di 8,1 volte il reddito disponibile. Che il risparmio sia uno dei nostri punti di forza, la risorsa che ci permette di superare agevolmente anche i periodi di magra non è, insomma, una novità.
Ma una tale corsa ad accantonare soldi, proprio nel momento in cui ne circolano meno del solito, è qualcosa di più di una propensione atavica a mettere fieno in cascina. È il frutto del panico in cui ci ha gettato il governo, dei ritardi nell'erogazione delle risorse promesse, della mancanza di un piano concreto di uscita dalla crisi. È, in sostanza, una forma di legittima difesa. Del resto, le notizie che continuano ad arrivare dagli Stati generali non sono proprio rassicuranti.
Avete presente le decine e decine di sigle, associazioni e categoria che stanno sfilando davanti al premier per contribuire alla stesura del grande progetto per la rinascita del Paese? Tutti, credo, abbiamo pensato che finita la kermesse Conte si sarebbe messo a testa bassa a scrivere il piano per metterlo a punto il prima possibile.
Macché. Il Recovery plan da presentare all'Europa, ha detto ieri il premier, non arriverà prima di ottobre. Ma il governo, ha assicurato, ci sta già lavorando. non c'è fretta E comunque non c'è fretta. Perché, ha spiegato ieri sempre Conte, «siamo consapevoli che gli effetti completi della crisi devono ancora dispiegarsi nella loro interezza».
Insomma, il peggio deve ancora arrivare. E se continua così lo farà davvero. La mancanza di fiducia nell'azione del governo non è solo un problema con cui dovrà fare i conti l'attuale maggioranza alle prossime elezioni, ma uno dei principali ostacoli alla ripresa. Che senso ha inondare di bonus e sussidi la popolazione se ogni euro in più finisce in banca piuttosto che nel sistema economico?
Buona parte di quei 115 miliardi potevano far ripartire i consumi, sostenere la domanda, consentire alle imprese di smaltire l'invenduto. E invece i quattrini sono lì, nei caveau degli istituti di credito. Fermi. Ad aspettare tempi migliori. Che nessuno, per ora, riesce a vedere all'orizzonte.
2 - CROLLO DEI CONSUMI, È ALLARME E CONTE: IL PIANO A SETTEMBRE
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
[…] La prima ondata, implora aiuti Confcommercio, ha messo a rischio «un milione di posti di lavoro». E Conte riconosce che gli ultimi dati Istat restituiscono «un' immagine molto preoccupante». Ad aprile le vendite al dettaglio sono calate del 10,5% rispetto a marzo e nel trimestre febbraio-aprile il calo è del 15,8%. […]