FUGA DA PIAZZA AFFARI – IL 2022 È STATO L'ANNO IN CUI LA BORSA DI MILANO HA REGISTRATO IL MAGGIOR NUMERO DI ADDII E IL PEGGIOR SALDO TRA ENTRATE E USCITE DAL 2010 – 15 SOCIETÀ HANNO LASCIATO IL LISTINO PRINCIPALE A FRONTE DI SOLO 6 NUOVI INGRESSI – LA CONSOB FA SAPERE CHE I DELISTING HANNO PRIVATO EURONEXT MILAN DI 28,7 MILIARDI DI EURO DI CAPITALIZZAZIONE – L'INSTABILITÀ GENERATA DALLA GUERRA “HA INDOTTO 20 EMITTENTI A RINUNCIARE O A RINVIARE” LO SBARCO IN BORSA
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(ANSA) Il 2022 è stato l'anno in cui Piazza Affari ha registrato il maggior numero di addii e il peggior saldo tra entrate e uscite (almeno) dal 2010, con 15 società che hanno lasciato il listino principale a fronte di solo 6 nuovi ingressi.
I dati, contenuti nella relazione annuale della Consob, confermano la disaffezione verso la Borsa milanese, che nel 2010 poteva contare su 272 quotate domestiche, a fronte delle 220 del 2022 (-19%).
Nel 2022 non ha aiutato, ricorda Consob, l'instabilità generata dalla guerra che "ha indotto circa 20 emittenti a rinunciare o a rinviare" lo sbarco in Borsa. I delisting, riferisce la relazione annuale della Consob, hanno privato Euronext Milan di 28,7 miliardi di euro di capitalizzazione, quasi il triplo del valore (10,5 miliardi) di tutte le società di Euronext Growth, il segmento dedicato alle pmi, i cui componenti sono sì saliti da 174 a 190 ma sul quale la liquidità resta bassa, con un controvalore degli scambi annuo sceso da 4,5 a 2,9 miliardi.
Allo scopo di frenare questo trend la Consob nell'estate 2022 ha adottato una serie di iniziative regolamentari finalizzate a semplificare i prospetti, riducendo e allineando i tempi di approvazione alla legislazione europea, confermando la possibilità di anticipare alla Consob questioni di particolare rilevanza (prefiling) e introducendo la possibilità di redigere il prospetto in inglese.
Inoltre ha collaborato con il Mef alla predisposizione del Libro Verde per 'La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita', contenente proposte di interventi a costo zero ad accelerare il processo di riforma e l'attrattività del mercato italiano.